Esiste una parola che significa “fare una scoperta fortunata e inaspettata senza cercarla intenzionalmente”: è “serendipità”, in inglese serendipity, coniata dallo scrittore inglese Horace Walpole, considerato il fondatore della letteratura gotica, in una lettera a un amico del 1754. Walpole trasse ispirazione dal racconto persiano intitolato I tre principi di Serendip (l'antico nome dell'isola di Ceylon, l'odierno Sri Lanka). Nel racconto, i protagonisti in viaggio nell’isola di Serendip fanno continue scoperte fortunate grazie alla loro capacità di osservazione e deduzione, anche se non stanno cercando nulla in particolare.
Lo scrittore usò il termine per descrivere queste scoperte casuali e felici, ma anche il trovare una cosa non cercata e imprevista mentre se ne sta cercando un’altra. Da qui, il termine ha iniziato a indicare quel momento magico e intuitivo in cui scopriamo o impariamo qualcosa di utile in specifiche circostanze.
La parola nei secoli è entrata nel lessico comune, trovando applicazioni in diversi campi: dalla scienza all'arte, fino alla vita quotidiana. Nel mondo della letteratura e del cinema è un tema ricorrente, che riflette il desiderio tutto umano di trovare significato e ordine nel caos della vita quotidiana. Romanzi e film infatti utilizzano spesso questo concetto per costruire trame appassionanti, in cui i personaggi trovano l'amore, risolvono misteri o scoprono verità importanti grazie a eventi fortuiti. Emblematico è il film statunitense Serendipity (Peter Chelsom, 2001), una commedia romantica che racconta una storia d’amore che si realizza grazie a una serie di eventi inattesi.
Scoperte e invenzioni nate per caso: gli esempi di serendipità nelle scienze
Si ritiene che la serendipità sia anche alla radice di molte scoperte, motivo per cui le scienze stanno studiando il fenomeno per capire come il nostro cervello riesca a lavorare per formulare intuizioni in situazioni critiche. Oggi si utilizza il termine per indicare quelle innovazioni tecnologiche che emergono in modo fortuito e non da progetti di ricerca esplicitamente direzionati. Esempi famosi includono scoperte scientifiche tanto significative quanto casuali, come la penicillina da parte di Alexander Fleming, o invenzioni come i post-it.
Penicillina
Il primo è uno dei casi più noti: Alexander Fleming notò casualmente che una muffa aveva contaminato una delle sue colture batteriche e stava uccidendo i batteri intorno a essa. L’evento fortuito portò alla scoperta della penicillina, che diede inizio all'era degli antibiotici rivoluzionando la medicina moderna.
Post-it
Classico caso di serendipità è poi l'invenzione dei post-it da parte di Spencer Silver e Art Fry alla 3M. Silver aveva sviluppato un adesivo che non era abbastanza forte per essere utilizzato come previsto, ma Fry intuì che poteva essere usato per creare segnalibri riposizionabili, portando alla creazione dei famosi foglietti colorati.
Raggi X
Un altro esempio significativo è la scoperta dei raggi X da parte di Wilhelm Röntgen. Mentre stava facendo degli esperimenti con dei tubi a raggi catodici, lo scienziato osservò per caso che una schermatura di carta ricoperta di platino-cianuro di bario emetteva una fluorescenza se esposta ai raggi provenienti dal tubo. Questa scoperta accidentale aprì la strada alla radiografia e a numerose applicazioni in campo medico e industriale.
Questi eventi, con l’impatto che hanno avuto sulle nostre vite, ci dimostrano quanto sia preziosa la capacità di riconoscere e sfruttare le opportunità inaspettate, l'importanza dell’osservazione, della curiosità, e dell'apertura mentale, per cogliere le occasioni che ogni giorno la vita ci offre inaspettatamente.