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20 Giugno 2025
15:30

L’AI è responsabile del 51% delle e-mail spam che ricevete: come difendersi

Oltre la metà dello spam oggi (51%) è generato dall'AI, che crea e-mail credibili e difficili da rilevare, come riportato da una ricerca congiunta tra Università della Columbia e l'Università di Chicago. Crescono, di riflesso, anche i rischi di phishing e truffe informatiche ai danni delle aziende.

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L’AI è responsabile del 51% delle e-mail spam che ricevete: come difendersi
email spam AI

Oggi, più della metà dello spam – il 51% per l'esattezza – è generato dall'intelligenza artificiale(AI). A dirlo è una ricerca congiunta della Columbia University, della University of Chicago e dell'azienda di cybersecurity Barracuda, che ha analizzato milioni di e-mail tra il 2022 e il 2025. Rispetto a un anno fa, quando lo spam generato dall'AI era al 40%, e al 2023, dove era addirittura sotto la soglia psicologica del 10%, la crescita è stata esponenziale. Dietro a questi messaggi, sempre più raffinati e ben scritti, si nascondono talvolta fastidiosi messaggi pubblicitari e, sempre più spesso, tentativi di attacchi informatici molto pericolosi, come il phishing o la compromissione delle e-mail aziendali.

Perché l'AI facilita lo spam

La ragione per cui l'intelligenza artificiale è diventata così presente nel fenomeno dello spam non è difficile da intuire. Uno dei punti di forza dell'AI è la capacità di scrivere testi corretti dal punto di vista grammaticale, formali e convincenti, talvolta indistinguibili da quelli scritti da una persona. I criminali informatici lo hanno capito e, piuttosto che reinventare le loro strategie, hanno deciso di usare i modelli linguistici avanzati – quelli alla base dei chatbot e degli assistenti virtuali – per rifinire i propri messaggi e-mail. Il risultato? Spam più “pulito”, credibile e difficile da riconoscere come tale.

Questa nuova ondata di spam intelligente rappresenta un'evoluzione importante rispetto al passato. Un tempo, molti messaggi indesiderati erano facilmente identificabili per via di errori di battitura, grammatica incerta o toni sospetti. Ora, invece, questi segnali evidenti stanno difatti scomparendo. Le e-mail create dall'AI sono in grado di adattarsi meglio alle diverse culture linguistiche, di suonare professionali e di trasmettere quel senso di urgenza che spinge tanti utenti a cliccare fin troppo in fretta. I ricercatori spiegano che, come un truffatore umano, anche un'intelligenza artificiale sa bene che l'urgenza è una leva psicologica potente: chi riceve un messaggio che impone una risposta immediata è più incline a non ragionare e ad agire impulsivamente.

Nel caso delle e-mail aziendali, il fenomeno è particolarmente insidioso. Le cosiddette BEC (Business E-mail Compromise), ovvero compromissioni delle caselle di posta aziendali, sfruttano queste tecniche per fingersi colleghi, clienti o fornitori. Secondo lo studio, il 14% di questi attacchi nel 2025 è stato potenziato dall'uso dell'intelligenza artificiale. Sebbene non si tratti ancora della maggioranza, la crescita è costante. E visto che la barriera d'accesso a questi strumenti è sempre più bassa, c'è da aspettarsi un'ulteriore impennata.

L'altro elemento chiave è la velocità. Un truffatore può creare decine di e-mail al giorno, ma un modello di intelligenza artificiale può generarne centinaia in pochi minuti, tutte diverse, tutte su misura per superare i filtri antispam. Gli stessi strumenti usati nel marketing per migliorare i testi delle newsletter sono oggi impiegati per affinare le truffe: sinonimi più adatti, toni più efficaci, formulazioni linguistiche studiate per il target. La linea di confine tra strumenti per l'efficienza e strumenti per l'abuso è diventata estremamente sottile.

Wei Hao, dottorando presso la Columbia University, è uno dei ricercatori che hanno lavorato allo studio e, riguardo all'uso dell'AI per generare e-mail spam truffaldine, ha spiegato:

L'urgenza è una tattica deliberata comunemente usata per esercitare pressione ed suscitare una risposta senza pensare dal destinatario. Gli aggressori usano principalmente l'IA per affinare le loro e-mail e possibilmente il loro inglese piuttosto che cambiare la tattica dei loro attacchi.

Come difendersi dallo spam generato dall'AI

Come potete difendervi da tutto questo? Le soluzioni tecnologiche, come i filtri antispam o i software antivirus, per quanto siano strumenti utili (per non dire essenziali), non bastano, visto che non potete impedire a tutte le e-mail spam di giungere alla inbox della vostra casella di posta. Per questo dovete investire quanto più possibile in quella che dev'essere la vostra prima “barriera di difesa”: le vostre competenze informatiche. Imparare a riconoscere i segnali di un possibile tentativo di truffa – come richieste urgenti oppure l'invito a condividere dati personali, informazioni bancarie, e simili – è infatti la base da cui dovete partire. Anche perché il futuro dello spam sarà sempre più automatizzato e i messaggi-truffa saranno sempre più insidiosi e credibili, questo è poco ma sicuro.

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