;Resize,width=638;)
Circa 5 milioni di anni fa decine di milioni di metri cubi al secondo d'acqua oceanica si riversarono rapidamente nel Mar Mediterraneo, andando a riempire quello che da 500.000 anni era diventato un bacino quasi completamente asciutto. Questo evento, chiamato “Alluvione Zancleana”, fu la più grande inondazione mai avvenuta sulla Terra e consentì al Mediterraneo di tornare a essere un mare, dopo il catastrofico evento geologico noto come Crisi di salinità del Messiniano, che aveva causato la chiusura dello Stretto di Gibilterra isolando il bacino e facendone evaporare l’acqua. Le modalità di questa “mega-alluvione” sono state per decenni oggetto di dibattito tra gli scienziati. Ora, grazie anche a un recente studio, si è determinato che fu il rapido collasso dell’istmo creatosi in corrispondenza dello Stretto di Gibilterra a consentire l’Alluvione Zancleana.
Dalla Crisi di salinità del Messiniano all’Alluvione Zancleana
Circa 5,5 milioni di anni fa, il Mar Mediterraneo aveva un aspetto completamente diverso rispetto a quello attuale: era una vasta distesa di depositi di sale, quasi completamente privi di acqua. A determinare il prosciugamento del Mediterraneo era stato un evento durato quasi 700.000 anni, la cosiddetta “Crisi di salinità del Messiniano”. Alla base di questo fenomeno ci furono i movimenti della litosfera terrestre, che determinarono il sollevamento dell’area dello Stretto di Gibilterra, interrompendo l’afflusso di acqua dall’Oceano Atlantico. Il Mar Mediterraneo diventò così un bacino isolato, in cui l’intensa evaporazione causò il deposito sul fondo di grandi quantità di sali. L’area doveva quindi apparire come una grande distesa desertica salata, con pochi bacini d’acqua ipersalini, in cui la maggior parte delle specie marine non riuscì a sopravvivere, estinguendosi. Se il Mediterraneo tornò ad assumere l’aspetto di un mare è stato grazie a un’inondazione di enormi proporzioni, l’”Alluvione Zancleana”, avvenuta circa 5 milioni di anni fa.

Come avvenne l’Alluvione Zancleana nel Mediterraneo
Per lungo tempo gli scienziati si sono divisi tra coloro che sostenevano un riempimento lento del bacino (della durata di circa 10.000 anni) e coloro che invece ritenevano che il riempimento fosse avvenuto addirittura nell’arco di pochi anni. Recenti studi hanno provato che questa mega-alluvione si verificò nel corso di pochi anni (da 2 a 16) a causa del collasso dell’istmo di Gibilterra che per centinaia di migliaia di anni aveva isolato il Mediterraneo. I rilievi che costituivano questa barriera sprofondarono fino a permettere all’acqua dell’Oceano Atlantico di tracimare verso il bacino del Mediterraneo. Si stima che affluissero tra 65 e 100 milioni di metri cubi al secondo di acqua e che il livello del mare aumentasse di circa 10 m al giorno: questi valori impressionanti la renderebbero l’inondazione più imponente mai avvenuta sul nostro pianeta. Dal Mediterraneo occidentale l’acqua fluì verso est raggiungendo la Sicilia e poi, superata la Scarpata di Malta, si riversò anche nella parte orientale del bacino, fino a raggiungere il livello dell’Oceano Atlantico.

Le tracce dell’Alluvione Zancleana in Sicilia
Le tracce dell’enorme flusso d’acqua sono state rinvenute in Sicilia, tra le province di Siracusa e Ragusa, nella parte più meridionale dell’altopiano ibleo (tra Noto, Portopalo, Rosolini e Pozzallo) e nelle aree sommerse del Golfo di Noto. Qui sono state identificate oltre 300 colline dalla forma stretta e allungata, disposte in direzione nordest-sudovest e separate da profondi solchi. Questi solchi sono stati scavati nelle rocce dall’impetuoso flusso d’acqua e indicano quindi la sua direzione. L’erosione ha prodotto enormi quantità di detriti che oggi si ritrovano sulle colline. Un'altra testimonianza è il canyon di Noto, una profonda valle sottomarina nel Mediterraneo orientale, risultato dell’escavazione sul fondale da parte di acqua e detriti. Le alluvioni catastrofiche come questa sono al centro di un interesse crescente perché in futuro a causa del cambiamento climatico potrebbero verificarsi fenomeni simili, legati alla fusione di enormi quantità di ghiaccio.
