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7 Maggio 2024
15:51

Alluvioni in Brasile a Rio Grande do Sul, i morti salgono a 83: le cause e il riscaldamento globale

È salito a 83 vittime, 300 feriti, 110 dispersi e decine di migliaia di sfollati il bilancio delle alluvioni nello stato di Rio Grande do Sul, nel sud del Brasile, che hanno inondato Porto Alegre. Secondo il servizio geologico brasiliano si tratta delle inondazioni peggiori in Brasile dal 1941.

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Alluvioni in Brasile a Rio Grande do Sul, i morti salgono a 83: le cause e il riscaldamento globale
alluvioni brasile 2024
Immagine generata con AI.

Il Brasile è in stato di calamità naturale a seguito delle disastrose alluvioni che dal 27 aprile 2024 hanno colpito lo Stato di Rio Grande do Sul, nell'estremo sud del Paese, le peggiori dal 1941, che al momento hanno causato 83 morti, circa 300 feriti, più di 110 dispersi, decine di migliaia di persone evacuate e almeno 500.000 persone senza elettricità e acqua pulita. La zona più colpita è stata quella nei dintorni di Porto Alegre, capitale di Rio Grande do Sul, dove in alcune località si sono raggiunti i 150 mm di pioggia in 24 ore, la quantità che ci si aspetta nell'intero mese di aprile. Le forti piogge hanno provocato esondazioni dei fiumi e frane, con conseguenze disastrose, dalla distruzione di strade e ponti al crollo parziale di una diga idroelettrica lungo il fiume Taquari tra Bento Gonçalves e Cotipora. Porto Alegre è completamente inondata in circa 60 strade e l'aeroporto internazionale è stato chiuso.  Il lago Guaíba ha raggiunto domenica 5 maggio il livello record di 5,31 m, mai registrato nemmeno durante la devastante alluvione storica del 1941.

Cos'è successo in Brasile: l'analisi meteorologica

Le prime allerte della Protezione Civile brasiliana sono state emanate il 22 aprile, quando un sistema anticilonico di alta pressione ha provocato un blocco atmosferico nel nord del Brasile, accompagnato da un'intensa ondata di calore con temperature superiori anche di 10 °C rispetto alla media del periodo. Quando l'aria calda e umida si è spostata verso sud ha incontrato un fronte d'aria fredda associato a un sistema di bassa pressione sopra l'Oceano Atlantico: questo ha provocato le intense perturbazioni che hanno cominciato ad abbattersi su Rio Grande do Sul il 27 aprile.

Il 30 aprile a Bento Gonçalves, a nord di Porto Alegre, sono caduti 149,2 mm di pioggia in 24 ore, superiore alla media storica della regione in tutto il mese di aprile. Considerando che qui la media mensile di aprile è 112 mm, significa che è caduta in un solo giorno la pioggia attesa in 40 giorni in questo periodo dell'anno. Da segnalare inoltre, sempre nella giornata del 30 aprile, 146,6 mm a Rio Pardo, a ovest di Porto Alegre.

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Immagine satellitare del 30 aprile. Il rosso indica le forti precipitazioni di quella data. Credits: INMET.

La situazione è poi peggiorata il 2 maggio, quando forti tempeste in arrivo dall’oceano si sono abbattute su un territorio già saturo d’acqua.

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Le tempeste sopra Rio Grande do Sul il 2 maggio. Credits: NASA – NASA worldview.

Questa regione infatti è sempre stata interessata a eventi meteorologici estremi: è una zona in cui le masse d’aria calda provenienti dalle regioni tropicali si scontrano con l’aria fredda di origine polare. Lo scontro tra fronti freddi e fronti è la ricetta ideale per avere forti precipitazioni. Nel solo 2023 ci sono state tre diverse inondazioni a Rio Grande do Sul (a luglio, settembre e novembre), che in totale hanno provocato 75 morti. Ma quello degli ultimi giorni è stato un evento di eccezionale intensità, senza precedenti nel territorio negli ultimi 80 anni.

Il ruolo di El Niño nelle alluvioni in Brasile

Secondo gli esperti, un fattore che ha contribuito al disastro di Rio Grande do Sul è El Niño, un fenomeno climatico che consiste nel riscaldamento del Pacifico centro-orientale di almeno 0,5 °C per almeno 5 mesi. È un fenomeno ciclo, che si ripete entro un periodo massimo di 7 anni, e influisce sulla climatologia dell'intero pianeta. Lo scorso anno è stato caratterizzato da un El Niño particolarmente intenso, che si è fatto sentire anche in Brasile e che è ancora presente seppur con debole intensità.

Generalmente in Brasile El Niño provoca siccità nel nord del Paese e un aumento delle precipitazioni nel sud del Brasile. Effettivamente il 2023 ha registrato severe siccità in Amazzonia e le inondazioni a Rio Grande do Sul nel 2023. Gli esperti avevano previsto che El Niño si sarebbe protratto fino a questo periodo dell'anno, e in effetti non si è ancora spento del tutto. Le previsioni menzionavano un aumento della probabilità di inondazioni nella costa sud-est del Brasile, e secondo i meteorologici dell'INMET (l'istituto nazionale di meteorologia brasiliano) concordano nell'affermare che El Niño abbia avuto un ruolo nell'estremizzare l'intensità delle precipitazioni a Rio Grande do Sul.

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Immagine del satellite europeo Sentinel–2 delle esondazioni che hanno provocato gli allagamenti nel sud del Brasile. Credits: EU/Copernicus.

Brasile e Dubai: c'entra il riscaldamento globale?

Tutto questo è accaduto a sole tre settimane dalle tragiche alluvioni nella Penisola Arabica, le più violente almeno dal 1949, che hanno colpito in particolare Dubai e l'Oman, dove sono morte 19 persone. È quasi istintivo chiedersi se ci sia un collegamento tra due alluvioni da record così ravvicinate nel tempo. La risposta non è così semplice: da un lato è da escludere che ci sia un legame tra due eventi meteorologici in zone così distanti del pianeta, ma dall'altro lato non deve stupirci se eventi estremi come quelli che hanno messo in ginocchio il Brasile e l'Oman stiano avvenendo sempre più di frequente. Tra i numerosi effetti della crisi climatica provocata dal riscaldamento globale antropico c'è infatti l'aumento della frequenza e dell'intensità dei fenomeni meteorologici estremi.

Attenzione, questo non significa che la colpa del singolo evento estremo – come le alluvioni in Brasile o quelle a Dubai – è da attribuire al riscaldamento globale. Non c’è un rapporto causa-effetto diretto a livello del singolo evento. L’effetto della crisi climatica è rendere i disastri meteorologici e climatici sempre più frequenti e sempre più dannosi.

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Filippo Bonaventura
Content editor coordinator
Ho una laurea in Astrofisica e un Master in Comunicazione della Scienza allla SISSA di Trieste. La prima mi è servita per imparare come funziona ciò che ci circonda, la seconda per saperlo raccontare. Che poi sono due cose delle tre che amo di più al mondo. Del resto, a cosa serve sapere qualcosa se non la condividi con qualcuno? La divulgazione per me è questo: guidare nel viaggio della curiosità e del mistero. Ah, la terza cosa è il pianoforte e la musica in ogni sua forma.
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