;)
Il più famoso attentato a Hitler fu quello del 20 luglio 1944, noto come Operazione Valchiria e organizzato da un gruppo di cospiratori di ideologia politica conservatrice, intenzionati a rovesciare il nazismo e a mettere fine alla Seconda Guerra Mondiale, iniziata nel 1939. Quel giorno il tenente colonnello Claus Von Stauffenberg collocò una bomba alla Tana del lupo, il quartier generale di Hitler, allo scopo di uccidere il dittatore e instaurare un nuovo governo. Il Führer, però, uscì quasi illeso dall’esplosione e il piano fallì. La Gestapo e le altre organizzazioni naziste scatenarono una durissima repressione contro i cospiratori, che furono quasi tutti fucilati o costretti al suicidio.
Hitler, che nella sua vita scampò a circa 40 attentati, si suicidò dopo nove mesi e il nazismo restò al potere fino alla resa incondizionata della Germania, nel maggio del 1945. Al complotto del 20 luglio sono dedicate varie opere storiografiche e cinematografiche, tra le quali il film "Operazione Valchiria" del 2008.
La resistenza tedesca e i tentativi di uccidere Hitler
Sin dagli anni '30, alcuni tra gli esponenti dell'esercito, del clero e dei cittadini tedeschi avevano compreso la pericolosità e la vera natura del regime hitleriano: tra gli oppositori del nazismo figuravano importanti comandanti militari, come Ludwig Beck, che nel 1938 rassegnò le dimissioni dall’esercito e, insieme ad altri ufficiali, iniziò a pianificare il rovesciamento del regime. Ai militari si unirono alcuni esponenti politici, tra i quali Carl Goerdeler, ex sindaco di Lipsia. Tuttavia, i piani non furono messi in atto e l’inizio della Seconda guerra mondiale, che nei primi tempi si rivelò vittoriosa per le armate tedesche e fece aumentare il prestigio di Hitler, sembrò togliere ogni possibilità di riuscita alla cospirazione.
La situazione cambiò dal 1942, quando l’esercito tedesco subì le prime sconfitte militari: ai cospiratori si aggiunsero allora altri personaggi, tra i quali il colonnello Henning von Tresckow, che divenne una sorta di leader del complotto.

I cospiratori ritenevano che fosse necessario eliminare Hitler e gli altri capi nazisti (in particolare, Heinrich Himmler ed Hermann Goering), per poi prendere il potere e negoziare la pace con i nemici: l’uccisione di Hitler era ritenuta indispensabile per la riuscita del piano e nei primi mesi del 1943 furono organizzati tre diversi attentati, nessuno dei quali ebbe successo.
L’arrivo di Stauffenberg e il piano Valchiria
Nell’estate del 1943 ai cospiratori si unì il tenente colonnello Claus von Stauffenberg, un uomo di fede cattolica e di ideologia conservatrice, che in guerra aveva perso una mano e un occhio. I cospiratori decisero che, se fossero riusciti a eliminare Hitler, avrebbero preso il potere mediante il piano Valchiria, un progetto emanato dal governo nazista per la mobilitazione dell’esercito territoriale in caso di insurrezioni della popolazione. I cospiratori prevedevano di mobilitare l’esercito territoriale, convincendo il suo comandante, generale Friedrich Fromm, a unirsi alla cospirazione, per arrestare i leader delle organizzazioni naziste. Stabilirono, inoltre, di uccidere Hitler mediante l’esplosione di una bomba alla Tana del lupo, il quartier generale situato a Rastenburg, nella Prussia orientale (oggi in Polonia).

Il piano era il seguente: Stauffenberg, che avrebbe partecipato a una riunione con Hitler e altri militari, avrebbe collocato nella sala una borsa contenente la bomba, per poi allontanarsi con una scusa e rientrare rapidamente a Berlino. Dopo l’esplosione, gli altri cospiratori, avvertiti da un loro collaboratore alla Tana del lupo, avrebbero messo in atto il piano Valchiria. Una volta rovesciato il governo nazista, Carl Goerdeler avrebbe assunto la carica di cancelliere e il generale Beck quella di capo di Stato.
L’esecuzione e il fallimento del piano
Stauffenberg decise di attuare il piano il 20 luglio e raggiunse la Tana del lupo portando con sé due bombe, che avrebbe azionato con un rudimentale congegno a tempo. Tuttavia, giunto sul posto, ebbe il tempo di attivare solo una delle due bombe ed inoltre, a causa del caldo, la riunione fu tenuta in una sala con le finestre aperte invece che in un bunker, nel quale l’effetto dell’esplosione sarebbe stato più forte.
Stauffenberg riuscì a collocare ugualmente la borsa contenente al bomba non lontano da Hitler, e ad allontanarsi dalla riunione con la scusa di dover fare una telefonata. Alle 12,42 la bomba scoppiò: l’esplosione uccise tre ufficiali e uno stenografo, ma risparmiò Hitler, che uscì dalla sala pressoché illeso.

Stauffenberg, che pensava di aver portato a termine con successo l’attentato, tornò a Berlino con il suo aereo personale e cercò di dare avvio al piano Valchiria. Tuttavia il generale Fromm era stato avvisato che Hitler era sopravvissuto e rifiutò di unirsi ai cospiratori: il piano fallì e nel volgere di poche ore i nazisti ripresero pienamente il controllo della situazione.
Le conseguenze dell’attentato a Hitler
La sera stessa del 20 luglio il generale Fromm fece arrestare e fucilare Stauffenberg e altri cospiratori; altri ancora si suicidarono, come Tresckow, o furono costretti al suicidio, come il generale Beck. Nelle settimane seguenti la Gestapo arrestò circa 5000 persone, molte delle quali coinvolte solo indirettamente nella cospirazione: circa 200 degli arrestati, tra i quali lo stesso Fromm, furono giustiziati dopo "processi farsa" condotti presso il famigerato Tribunale del popolo, una corte speciale istituita dai nazisti per giudicare i crimini politici. Alcuni cospiratori, come Goerdeler, furono uccisi solo dopo essere stati imprigionati e torturati per mesi.

Tra le persone costrette a togliersi la vita a causa dell’attentato figurava anche Erwin Rommel, il più famoso generale tedesco, che non aveva preso parte al complotto, ma ne era a conoscenza. Il fallimento dell’attentato fece sì che Hitler restasse al potere e che la guerra continuasse per altri nove mesi, fino a quando l’Armata rossa non ebbe conquistato la città di Berlino, nel maggio del 1945.
Dopo il crollo del regime nazista, all’attentato del 20 luglio 1944 sono stati dedicati libri e film. Uno dei più noti è "Operazione Valchiria", uscito nelle sale nel 2008, nel quale il tenente colonnello Stauffenberg è interpretato da Tom Cruise.