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26 Febbraio 2024
7:00

Erwin Rommel, chi era il generale tedesco soprannominato “Volpe del deserto”

Il 14 ottobre 1944 moriva suicida il Feldmaresciallo Erwin Rommel: uno dei più noti generali tedeschi della seconda guerra mondiale, amato dai suoi soldati e rispettato dai nemici.

A cura di Roberto Manzo
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Erwin Rommel, chi era il generale tedesco soprannominato “Volpe del deserto”
rommel
Immagine generata con AI.

Il Feldmaresciallo Erwin Rommel (nato a Heidenheim an der Brenz il 15 novembre 1891 e morto a Herrlingen il 14 ottobre 1944) è stato uno dei più celebri generali tedeschi della Seconda guerra mondiale. Abile stratega già dalla Prima guerra mondiale, fu soprannominato la Volpe del deserto per le sue manovre con i mezzi corazzati in Africa Settentrionale. Grazie alle sua capacità e al fatto che fosse sempre in prima linea accanto ai suoi soldati, era amato in patria e rispettato dai suoi nemici. La stampa nazista sfruttò la popolarità di Rommel per ragioni di propaganda, ma i suoi rapporti con il nazismo non furono sempre distesi. Nel 1944 fu costretto a suicidarsi dopo il fallito attentato a Hitler del 20 luglio 1944.

La giovinezza di Rommel

Johannes Erwin Eugen Rommel nacque ad Heidenheim il 15 novembre 1891 da una famiglia della media borghesia. La sua aspirazione era diventare ingegnere, ma per volere del padre, si arruolò nell'esercito e fu nominato tenente nel 1912. Quando era ufficiale cadetto, conobbe la futura moglie, Lucie, che nel 1928 gli darà l'unico figlio, Manfred, sindaco di Stoccarda nel secondo dopoguerra.

Rommel durante la Prima Guerra Mondiale

Allo scoppio della Prima guerra mondiale il tenente Rommel fu schierato sul fronte occidentale, e il 24 settembre si guadagnò la sua prima decorazione, la Croce di ferro di seconda classe, per aver neutralizzato, sebbene fosse ferito, cinque soldati francesi. Nel gennaio successivo si distinse alla guida della sua compagnia sulle Argonne e ottenne la sua seconda decorazione, la Croce di ferro di prima classe.

Le imprese di Rommel più note della Grande guerra sono però quelle sul fronte italiano, presso il quale fu trasferito nel 1917 insieme al suo battaglione. Come comandante di una compagnia dell'Alpenkorps, contribuì in misura significativa alla disfatta italiana durante la battaglia di Caporetto (autunno 1917), e fu insignito della più alta onorificenza militare tedesca, l'ordine Pour le Mérite.

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Il Rommel decorato con l’ordine Pour le Mérite, seguito la battaglia di Caporetto

I rapporti con il nazismo

Dopo la guerra proseguì la carriera militare e nel 1933, come molti altri ufficiali, guardò con favore l'ascesa del nazismo, aspettandosi che potesse portare la Germania fuori dalla crisi nella quale versava. Non condivideva, però, tutti i principi dell'ideologia nazista (in particolare, non era antisemita) e non accettava le invadenze del partito sulle questioni militari. Hitler al contrario, provava per lui una sincera ammirazione, perché non proveniva dall'aristocrazia prussiana, e nel 1938 volle che fosse messo a capo del battaglione incaricato di scortarlo nei viaggi all'estero.

Rommel durante la Seconda guerra mondiale

Il 1° settembre 1939, quando scoppiò la guerra, Rommel aveva il grado di colonnello. Partecipò alla conquista della Polonia e, dopo essere stato nominato generale, prese parte alla campagna di Francia come comandante di una divisione corazzata, che si guadagnerà il nome di divisione fantasma per la rapidità dei suoi movimenti.

Nel 1941 Hitler scelse di mettere Rommel a capo dell'Afrika Korps, il contingente inviato in Africa settentrionale a dare man forte agli italiani.L'obbiettivo era conquistare l'Egitto (occupato dai britannici), superare il canale di Suez e raggiungere il Medio Oriente.

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Rommel in Africa nel 1942.

Rommel era formalmente subordinato al generale Italo Gariboldi ma, di fatto, agì sempre indipendentemente dai comandanti italiani, verso i quali, per altro, non nutriva alcuna stima. Diede avvio a una poderosa avanzata in Egitto, infliggendo ai britannici una serie di sconfitte e costringendoli ad una celere ritirata verso Alessandria. Per questi successi Rommel fu nominato Feldmaresciallo, massimo grado militare dell'esercito tedesco.

Rommel si distinse anche perché trattava i prigionieri secondo le convenzioni internazionali e, a differenza di molti altri comandanti tedeschi, non si macchiò di atrocità contro la popolazione civile.

La sua avanzata, però, fu fermata dagli inglesi del generale Montgomery nel 1942 nelle due battaglie di El Alamein. La seconda battaglia (23 ottobre-5 novembre 1942) costituì un punto di svolta perché gli inglesi iniziarono ad avanzare verso ovest e nel volgere di pochi mesi, grazie anche all'intervento americano, sottrassero l'intero Nordafrica all'Asse.

Rommel fu richiamato in patria e, dopo brevi permanenze in Grecia e in Italia, fu nominato ispettore delle difese costiere in Francia, dove i tedeschi si aspettavano un attacco degli Alleati. Rommel, come altri generali, riteneva che lo sbarco avrebbe luogo al Passo di Calais, ma gli Alleati scelsero di sbarcare in Normandia, riuscendo a sorprendere i tedeschi.

Rommel partecipò alle battaglie per respingere l'invasione, ma il 17 luglio fu seriamente ferito da un attacco aereo, fatto che segnò in pratica la fine della sua carriera militare.

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Un Panzer III nel deserto africano

I fatti del 20 luglio 1944 e la morte

Dopo il D-Day e l'avanzata dell'Arma Rossa da est, molti ufficiali tedeschi si resero conto che la guerra era perduta. Alcuni ufficiali progettarono un attentato contro Hitler e il il 20 luglio 1944 cercarono, senza successo, di ucciderlo. Il ruolo di Rommel nella cospirazione non è mai stato chiarito con certezza. Non era coinvolto in maniera diretta, ma probabilmente era informato dei piani per rovesciare il dittatore e in linea di massima li approvava, pur essendo era contrario all'uccisione, che a suo giudizio avrebbe trasformato Hitler in un martire.

Il nome di Rommel emerse negli interrogatori dei congiurati e Hitler decise che il generale doveva essere messo a morte. Il 14 ottobre un manipolo delle SS raggiunse l'abitazione di Rommel e due generali, informatolo delle accuse, lo misero di fronte a una scelta: essere processato dalla corte marziale, senza garanzie per la famiglia, o suicidarsi, con la promessa che i suoi familiari non avrebbero subito ritorsioni. Rommel scelse la seconda opzione e si tolse la vita ingerendo una pasticca di cianuro.

La propaganda nazista diffuse la notizia che Rommel era morto a causa delle ferite riportate in Normandia e fu celebrato un pomposo funerale di Stato per celebrarlo.

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