
Passeggiando tra le colonne doriche del Partenone ad Atene o nella magica Valle dei Templi ad Agrigento, è facile restare affascinati dall’armonia apparentemente perfetta che le caratterizza. Ma, osservando bene, ci si accorge che queste colonne non sono del tutto dritte: presentano una sottile curvatura, l’entasi. Questa tecnica di correzione ottica prevede un leggero rigonfiamento per compensare un effetto percettivo del nostro occhio, ma non è solo un raffinato espediente estetico: lungi dall'essere una semplice illusione architettonica, l'entasi ha infatti basi ingegneristiche molto più profonde. Studi recenti riconfermano che proprio la particolare forma con l’entasi rende le colonne non solo più eleganti, ma soprattutto più robuste e leggere, realizzazione di antica sapienza tecnica oggi finalmente compresa.
Stando allo studio di un gruppo di ricercatori dell'Università di New York, l'entasi potrebbe non servire tanto a correggere un’illusione ottica né avere una funzione esclusivamente estetica, piuttosto potrebbe essere una scelta ingegneristica. L'idea che l'entasi fosse impiegata per ragioni ingegneristiche ha una lunga storia: già nel 1773 il matematico e astronomo Joseph-Louis Lagrange propose che servisse ad aumentare la resistenza di una colonna. Il matematico Joseph Keller (1960) dimostrò che la colonna più resistente non è cilindrica, ma piuttosto rastremata lungo la sua lunghezza, essendo più spessa al centro e più sottile alle estremità: questa forma, secondo lui, determina un carico di instabilità che è il 61,2% maggiore di quello di un cilindro. Un recente lavoro del matematico Steven Cox (1992) ha dimostrato che una "cicloide stentata" è più resistente di una colonna cilindrica della stessa lunghezza.
Secondo questa teoria, confermata anche in studi più recenti, la forma ottimale di una colonna è proprio quella con l'entasi, che renderebbe le colonne più leggere a parità di forza di compressione.
L’entasi, dunque, potrebbe non essere il frutto di un raffinato gioco ottico né un semplice vezzo estetico, ma la testimonianza di una profonda intelligenza costruttiva. Quei maestri del passato, guidati forse più dall’esperienza che dalla teoria, avevano intuito che una colonna leggermente arcuata potesse sostenere meglio il peso del mondo. Oggi la scienza conferma ciò che l’ingegno umano aveva già intuito secoli fa: nella leggera curvatura delle colonne doriche si nasconde un equilibrio perfetto tra bellezza e forza, la prova che per i Greci l’arte e la tecnica erano, in fondo, un’unica forma di sapienza.