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18 Ottobre 2024
15:00

Ricordate le differenze tra tipi di colonne e capitelli? Dorico, ionico, corinzio e gli altri ordini

Sono tre gli ordini principali dall’antica Grecia: dorico, ionico e corinzio, come studiato e tramandatoci dall’architetto romano Vitruvio Pollione. Dorico e ionico si sviluppano dal VI secolo a.C., mentre l’ordine corinzio è il più recente perché venne utilizzato per la prima volta alla fine del V secolo a.C. Ma ce ne sono anche altri, come il tuscanico e il composito.

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Ricordate le differenze tra tipi di colonne e capitelli? Dorico, ionico, corinzio e gli altri ordini
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Ricordate le colonne classiche e i loro capitelli che a scuola, durante le lezioni di arte o disegno tecnico, ci hanno insegnato appartenere allo stile dorico, ionico e corinzio? In realtà si dovrebbe parlare più correttamente di "ordini", cioè di elementi architettonici composti da più parti: c'è una parte di sostegno verticale, cioè la colonna vera e propria (composta da base, fusto e capitello) e una orizzontale, cioè la trabeazione (con architrave, fregio e cornice ). Questi ordini – regolati da rapporti matematici che stabiliscono forma e dimensioni di ogni elemento e la sua relazione proporzionale con gli altri – erano per l'appunto principalmente tre nell'antica Grecia: dorico, ionico e corinzio, riconosciuti dall'architetto romano Vitruvio. Vediamone caratteristiche e differenze.

Schema degli ordini architettonici classici dorico ionico corinzio
Schema degli ordini architettonici classici. Credit: Paolo Villa

L'ordine dorico

Tra le caratteristiche dell'ordine dorico, il più semplice e antico, ci sono sicuramente il fatto che la base della colonna è mancante – e quindi il fusto si appoggia direttamente sull'ultimo dei gradini che formano la piattaforma dell'edificio – che il fusto è scanalato (le scanalature sono a spigolo vivo) ; e che il capitello, cioè l'elemento superiore della colonna (con funzione decorativa e di raccordo) è formato da due elementi detti abaco ed echino: il primo ha una forma a parallelepipedo e il secondo un aspetto spesso schiacciato e gonfio. Il fregio, poi, cioè la parte intermedia tra architrave e cornice, presenta le cosiddette metope, cioè delle formelle incise con temi spesso mitologici: è il caso del Partenone sull'acropoli di Atene. L'ordine dorico, come lo ionico che vedremo a breve, è usato già in alcune costruzioni in pietra del VI secolo a.C.

L'ordine ionico

Tra le caratteristiche dell'ordine ionico, che rielabora alcuni motivi di origine orientale, abbiamo il fatto che la base è presente: anche se è diversa a seconda del luogo e del periodo, la più nota è quella "attica" (che presenta un elemento detto toro, poggiato sul trochilo). Si nota poi il fusto scanalato con le scanalature separate da listelli (e quindi diverse da quelle dello stile dorico); il tipico capitello ionico su cui spicca la voluta;  l'architrave suddiviso in fasce e coronato da modanature; e infine il fregio continuo. Un famoso edificio ionico è il Tempio Artemision di Siracusa.

L'ordine corinzio

Nell'ordine corinzio è sempre presente la base; c'è poi un fusto scanalato proprio come nell'ordine ionico; il capitello corinzio è invece molto particolare, decorato con le foglie di acanto; mentre l'architrave, la cornice e il fregio continuo somigliano all'ordine ionico. Il primo esempio di capitello corinzio risale al IV secolo a.C. nel tempio di Apollo a Bassae.

Gli ordini tuscanico e composito

Questa prima stesura degli ordini architettonici è contenuta nel trattato De architectura dell’architetto romano Vitruvio, e poi ripresa da altri studiosi nel corso dei secoli. A questi tre ordini Vitruvio aggiunse, con caratteristiche meno precise, l'ordine tuscanico che veniva considerata una variante italiana del dorico.

Ci furono, nei secoli, riflessioni e speculazioni sugli ordini architettonici dell'antichità, e dal XVI secolo i teorici dell'architettura definirono cinque ordini nell'architettura classica, aggiungendo quindi a quei 3+1 anche il cosiddetto ordine composito. Questa è una creazione romana di epoca augustea che mescolava stili ionico e corinzio (con base presente e fusto scanalato).

Fonti
Museo Omero Treccani
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