
Le polveri prodotte dai vasti incendi boschivi che stanno colpendo il Canada sono arrivate in Italia, in particolare nell'arco alpino occidentale, in Sardegna e nel Centro-Nord della Penisola, provocando anomale foschie e cieli lattiginosi. Nonostante l'insistenza dell'anticiclone africano sul nostro Paese in questi giorni, il fenomeno non è dovuto a sabbia del Sahara ma a polveri che hanno viaggiato per 7000 km attraverso l'Oceano Atlantico trasportate dalle correnti in quota e hanno raggiunto l'Italia dopo aver sorvolato la Francia, fino a raggiungere il suolo.
L'ARPA (Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale) Valle d'Aosta ha diffuso nella giornata di ieri un comunicato in cui vengono riportati i dati raccolti sulla qualità dell'aria nella Regione. Un primo incremento di PM10 (polveri sottili con diametro aerodinamico inferiore a 10 millesimi di millimetro) si è registrato già domenica 8 giugno, per diventare più intenso nella mattinata di ieri raggiungendo valori compresi tra 70 e 90 microgrammi per metro cubo rilevati nelle stazioni di Aosta Plouves e Donnas.
Si tratta di valori insolitamente elevati per la Valle d'Aosta: basti pensare che l'attuale normativa italiana (stabilita dal Decreto Legislativo n.155 del 2010) stabilisce un valore limite giornaliero di 50 microgrammi per metro cubo da non superare più di 35 giorni in un anno). Sono comunque livelli temporanei che di per sé non costituiscono un rischio diretto per la salute.

Il fatto che queste polveri provengano proprio dagli incendi in Canada è confermato da 4 elementi principali:
- le immagini satellitari, che hanno mostrato il lungo viaggio del fumo prodotto dagli incendi lungo l'Atlantico settentrionale;
- i modelli atmosferici, che hanno permesso di ricostruire a ritroso le traiettorie del particolato atmosferico;
Traiettorie delle polveri rilevate in Valle d’Aosta ricostruite attraverso i modelli atmosferici. Fonte: ARPA VDA
- la presenza di polveri sottili ad alta quota (tra i 3000 e 5000 metri) compatibile con l'origine canadese del particolato;
- le analisi chimiche sulla composizione delle polveri sottili. L'ARPA dispone infatti di speciali strumenti in grado di caratterizzare nel dettaglio il particolato. Nella fattispecie, l'ARPA Valle d'Aosta ha riscontrato che le polveri sottili rilevate abbiano subito processi chimico-fisici prima di ricadere al suolo, fatto questo che indica come il particolato abbia viaggiato a lungo prima di finire nelle stazioni di rilevazione installate nella Regione. Questa informazione è importante, tra l'altro, perché le polveri “invecchiate” potrebbero avere effetti sulla salute differenti – ed eventualmente peggiori – rispetto al particolato prodotto immediatamente dagli incendi.