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27 Marzo 2024
17:50

Cieli gialli nel Sud Italia per la sabbia del deserto del Sahara: le cause del fenomeno

Il fenomeno del “cielo giallo” che si sta osservando nel Meridione, soprattutto nelle città di Napoli e Palermo, è dovuto al vento di scirocco che trasporta una cappa di polveri finissime dal Sahara.

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Cieli gialli nel Sud Italia per la sabbia del deserto del Sahara: le cause del fenomeno
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Immagine di archivio. Credits: Xicotencatl, CC BY–SA 4.0, via Wikimedia Commons.

Le immagini del cielo giallo e di una cappa di polveri sulle città di Napoli e Palermo – ma in generale su vaste aree di Sicilia, Calabria e Campania – stanno facendo il giro dei social: si tratta di sabbia proveniente dal Sahara che arriva sul Sud Italia trasportata dai venti di scirocco. Le immagini mostrano cieli coperti da cappe dalle tinte giallastre e lattiginose che oscurano il Sole come una sorta di filtro polveroso. Questo fenomeno può essere associato nei casi più estremi a uno strano bruciore agli occhi e, in alcuni casi, a difficoltà nella respirazione.

Non è un caso: lo scirocco, un vento caldo che proviene da sud-est (in questo caso dall'Africa) sta soffiando infatti nel Sud Italia portando con sé sabbia sufficientemente fine e leggera da rimanere in sospensione per tragitti anche molto lunghi – centinaia di chilometri – sopra il Mar Mediterraneo, fino ad arrivare nel nostro Paese. È un fenomeno tutt'altro che inusuale, che generalmente avviene più di una volta all'anno in tutta Italia, anche se talvolta viene scambiato per foschia o smog. Tipicamente dura un paio di giorni senza provocare danni particolari.

Immagine
Sabbia del Sahara sopra l’Italia fotografata dal satellite europeo Sentinel–3 della rete Copernicus il 20 giugno 2023. Credits: EU/Copernicus.

Il fatto che si tratti di sabbia in sospensione è dimostrato in primo luogo dal tipico colore giallastro di questo fenomeno, dovuto al modo in cui la luce solare interagisce con il particolato sospeso. Inoltre, ci accorgiamo che si tratta di polvere desertica nelle ore o nei giorni successive: lentamente la sabbia cade al suolo e, per esempio, può andare a colorare i panni bianchi stesi ad asciugare. Oppure, in caso di pioggia, la sabbia è portata a terra dalle precipitazioni andando a creare aloni sui parabrezza e sui tettucci delle auto. Esatto: quando vediamo quei piccoli aloni sulle nostre auto dopo una pioggia, quella “sporcizia” potrebbe essere sabbia del Sahara!

Se vi sembra strano che la sabbia del deserto di un altro continente possa arrivare fino a noi trasportata dal vento, sappiate che la sabbia del Sahara raggiunge regolarmente l'Amazzonia, che dista oltre 8000 km. Anzi, la sabbia è ricca di sostanze che aiutano la fertilizzazione del terreno.

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Filippo Bonaventura
Content editor coordinator
Laureato in Astrofisica all’Università di Trieste e ha conseguito un Master in Comunicazione della Scienza presso la SISSA di Trieste. È stato coordinatore della rivista di astronomia «Le Stelle», fondata da Margherita Hack. Insieme a Lorenzo Colombo e Matteo Miluzio gestisce il progetto di divulgazione astronomica «Chi ha paura del buio?». Vive e lavora a Milano.
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