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26 Novembre 2025
16:30

Le prime immagini del satellite Sentinel-1D ci mostrano la fragilità dell’Antartide

Vi mostriamo in diretta dal Consiglio Ministeriale 2025 dell'ESA le prime immagini del satellite Sentinel-1D. Mostrano il ghiacciaio Thwaites, in Antartide, la Terra del Fuoco in Sudamerica e la città di Brema, che ospita il Consiglio.

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Le prime immagini del satellite Sentinel-1D ci mostrano la fragilità dell’Antartide
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Un’immagine della Penisola Antartica scattata dal satellite Sentinel–1D. Credit: ESA/Copernicus

Siamo al Consiglio Ministeriale 2025 dell'Agenzia Spaziale Europea, dove sono appena state presentate le primissime immagini di Sentinel-1D, il nuovo membro della costellazione europea Copernicus per il monitoraggio terrestre, lanciato il 4 novembre dalla Guyana Francese a bordo del lanciatore europeo Ariane 6. Le immagini – ottenute in tempo record – mostrano la Penisola Antartica, la Terra del Fuoco e la città di Brema, in Germania, che ospita il Consiglio Ministeriale.

Queste immagini mostrano la fragilità dei ghiacciai antartici, che rappresentano una delle “cartine al tornasole” della crisi climatica. Il ghiacciaio Thwaites, per esempio, che potete vedere qui sotto nella nuovissima immagine di Sentinel-1D, è particolarmente instabile e a forte rischio di ritiro. In generale tutta la Penisola Antartica è particolarmente “sofferente” dal punto di vista della stabilità dei ghiacci, per le sue piccole dimensioni ma anche per la posizione che la espone a un maggiore riscaldamento rispetto al resto dell'Antartide.

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Un’immagine del ghiaccio Thwaites, in Antartide, scattata dal satellite Sentinel–1D. Credit: ESA/Copernicus

I satelliti per il monitoraggio terrestre sono importanti proprio perché permettono di raccogliere quella mole di dati necessaria a climatologi e altri scienziati per studiare la dinamica e l'evoluzione del cambiamento climatico, in modo da avere cognizione di causa per prendere decisioni in modo da intervenire e contrastare efficacemente il fenomeno.

Sentinel-1D, in particolare, è particolarmente indicato per il monitoraggio continuo di ghiacciai e delle regioni polari perché è dotato di sistemi radar, che a differenza dei tradizionali sistemi ottici riescono a “sbirciare” sotto le nuvole e permettono di misurare l'altezza delle piattaforme di ghiaccio in modo da monitorarne il volume e i suoi cambiamenti. Satelliti come questo ci danno quindi dati preziosi sull'assottigliamento dei ghiacciai antartici e sul loro ritiro, informazioni che permettono di calibrare le nostre misure sull'aumento del livello dei mari.

Questa necessità è sempre più impellente alla luce proprio di ciò che rilevano i dati dei satelliti di monitoraggio. L'ultimo report dell'Organizzazione Meteorologica Mondiale, per esempio, afferma che tra l'ottobre del 2023 e il settembre del 2024 l'Antartide ha registrato il tasso di perdita di ghiacci più alto dal 1950, stimando che questo corrisponda a un aumento del livello globale degli oceani di 1,2 millimetri.

Durante lo stesso sorvolo, Sentinel-1D ha osservato anche la Terra del Fuoco, l'arcipelago al largo della punta meridionale del Sudamerica. Nel farlo, ha utilizzato una particolare tecnica che combina diversi tipi di onde radar per fornire immagini con un maggiore contrasto e una maggiore quantità di dettagli. I falsi colori dell'immagine sono una “traduzione” delle diverse onde radar impiegate dal satellite.

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Un’immagine della Terra del Fuoco scattata dal satellite Sentinel–1D. Credit: ESA/Copernicus

Come omaggio alla città che ospita il Consiglio Ministeriale, Sentinel-1D ha anche prodotto un'immagine dall'alto di Brema, del territorio circostante e del fiume che la attraversa, il Weser.

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Brema e i suoi dintorni osservati dal satellite Sentinel–1D. Credit: ESA/Copernicus
Fonti
ESA
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Filippo Bonaventura
Content editor coordinator, Autore
Coordinatore editoriale di Geopop, autore di contenuti e responsabile del magazine geopop.it, dove scrivo principalmente di astronomia, spazio, fisica e meteorologia. Ho una laurea in Astrofisica, un Master in Comunicazione della Scienza alla SISSA di Trieste e in passato ho fatto divulgazione scientifica con il progetto “Chi ha paura del buio?”.
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