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2 Aprile 2025
9:00

Nuova mappa dell’Antartide senza ghiaccio: come sarebbe fatto senza ghiacciai

Bedmap3 è la nuova mappa ad alta risoluzione che rivela la superficie e la topografia dell’Antartide sotto la sua coltre glaciale. Il risultato, frutto dell’integrazione di oltre 60 anni di lavori ha rivelato che la superficie di ghiaccio è di 13,63 milioni di km². Se tutto questo dovesse fondere, il livello del mare globale aumenterebbe di circa 58 m.

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Nuova mappa dell’Antartide senza ghiaccio: come sarebbe fatto senza ghiacciai
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È stata pubblicata una nuova mappa che mostra la superficie “nuda” dell’Antartide, ovvero come apparirebbe il continente se fosse privo dei suoi 27 milioni di km3 di ghiaccio. Realizzata nell’ambito del progetto internazionale Bedmap3 e pubblicata lo scorso 10 marzo sulla rivista NatureScientific Data, la mappa è il risultato dell’integrazione di oltre 60 anni di campagne di rilevamento e di misurazione dello spessore dei ghiacci, della posizione della linea di costa e della morfologia del substrato roccioso. Bedmap3 offre una visione accurata del paesaggio nascosto sotto la calotta glaciale, delineando con maggiore chiarezza e dettaglio il profilo di valli profonde e canyon, così come le caratteristiche delle catene montuose.

I dati integrati nell'arco del progetto hanno inoltre permesso di elaborare statistiche sorprendenti sull’Antartide, il continente popolato da poche migliaia di ricercatori: la superficie totale dei ghiacci antartici ammonta a 13,63 milioni di km2, con uno spessore medio pari a 1 948 m. Inoltre, secondo le stime, se tutto il ghiaccio del continente fondesse, il livello globale del mare si innalzerebbe di circa 58 m.

Com’è stata creata la mappa dell’Antartide

Sono stati necessari oltre 6 decenni di dati e monitoraggi per realizzare la mappa dell’Antartide priva della sua coltre glaciale, nella versione a più alta risoluzione mai ottenuta. Non si tratta del primo tentativo, ma del terzo, come suggerisce il nome stesso del progetto: Bedmap3. I risultati delle versioni precedenti furono pubblicati nel 2001 per Bedmap e nel 2013 per Bedmap2.

Come i suoi predecessori, Bedmap3 si basa sull’integrazione e l’interpolazione di una moltitudine di dataset, raccolti con tecniche di rilevamento diverse, elaborati mediante sistemi informativi geografici (GISGeographic Information System). Tuttavia, Bedmap3 supera nettamente i suoi predecessori per volume e dettaglio dei dati, integrando ai dataset post 1950 già utilizzati in Bedmap2 ben 84 nuovi rilievi aero-geofisici dello spessore dei ghiacci, comprendente 52 milioni di punti dati aggiuntivi e 1,9 milioni di km lineari di misurazioni. Inoltre, Bedmap3 mostra una maggiore risoluzione, con un dettaglio fino a 500 m, ben 10 volte maggiore del suo predecessore Bedmap2, la cui risoluzione poteva raggiunger i 5 km.

Superficie topografica del continente Antartide prodotta nel 2013 con il progetto Bedmap2. Credits: British Antarctic Survey.
Superficie topografica del continente Antartide prodotta nel 2013 con il progetto Bedmap2. Credits: British Antarctic Survey.

Le nuove misurazioni hanno permesso di colmare importanti lacune nella mappatura dell’Antartide orientale — comprese aree come il Polo Sud, il bacino di Pensacola, la Dronning Maud Land, il ghiacciaio Recovery, Dome Fuji e la Princess Elizabeth Land — oltre che nella Penisola Antartica, lungo le coste dell’Antartide occidentale e nella catena dei Monti Transantartici.

Le campagne esplorative tra i ghiacciai

Come accennato, i risultati di numerose campagne di rilevamento sono confluiti nel progetto Bedmap3. Tra queste figurano le misurazioni satellitari InSAR (Interferometric Synthetic Aperture Radar), effettuate tra il 1992 e il 2020, che, insieme a dati altimetrici e immagini satellitari, sono state utilizzate per individuare con precisione la linea di galleggiamento (o “grounding line”), ovvero il confine tra il continente e i ghiacciai galleggianti.

Lo spessore dei ghiacci è stato stimato a partire dai dati raccolti in oltre 227 campagne di rilevamento e carotaggio condotte negli ultimi 60 anni, incluse misurazioni effettuate in mare aperto e rilievi batimetrici. A questi si sono aggiunti i dati altimetrici forniti dal satellite CryoSat-2 dell’ESA, operativo tra il 2011 e il 2014, che da un’altitudine di poco superiore ai 700 chilometri ha monitorato con elevata precisione le variazioni nello spessore delle calotte polari e dei ghiacci marini galleggianti. Modelli digitali di elevazione (DEM) ad altissima risoluzione e la distribuzione degli affioramenti rocciosi sono stati infine utilizzati come base per la ricostruzione della superficie topografica dell’Antartide al di sotto della coltre di ghiaccio.

Il progetto BedMap3

Bedmap3 è un progetto collaborativo internazionale, avviato nel 2020, con l’obiettivo di produrre una nuova mappa ad alta risoluzione dello spessore dei ghiacci e della topografia dell’intera regione antartica. Il progetto è coordinato dalla British Antarctic Survey, con sede a Cambridge, nel Regno Unito, e coinvolge numerose università e istituti di ricerca di tutto il mondo, tra cui enti con sede in Australia, Cile, Cina, Corea del Sud, Danimarca, Francia, Germania, Groenlandia, India, Inghilterra, Norvegia, Russia, Stati Uniti e Svizzera. Anche l’Italia partecipa attivamente all’iniziativa grazie al contributo di esperti dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) e dell’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale (OGS).

I risultati di Bedmap3, comprese le nuove mappe dell’Antartide e i dati raccolti, sono stati pubblicati il 10 marzo 2025 sulla rivista scientifica internazionale Nature – Scientific Data. I risultati e dati prodotti nel corso del progetto Bedmap3 appresentano un tassello fondamentale per la comprensione del sistema climatico, geologico e ambientale dell’Antartide, in particolare per lo studio degli effetti del riscaldamento globale e delle complesse interazioni tra la calotta glaciale e il substrato roccioso sottostante.

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