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18 Dicembre 2025
18:00

L’incredibile storia di Franz Reichelt: il “sarto volante” che morì lanciandosi dalla Tour Eiffel

Il racconto dell’uomo che, preso dal sogno di volare, trasformò un esperimento di aviazione in una delle morti più assurde del Novecento.

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L’incredibile storia di Franz Reichelt: il “sarto volante” che morì lanciandosi dalla Tour Eiffel
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Da secoli il sogno dell'uomo è quello di volare, e Franz Reichelt, il "sarto volante" di Parigi, non era diverso da altri uomini: nel 1912 costruì e indossò una sorta di tuta-paracadute con cui si gettò dalla Tour Eiffel. L'invenzione, però, non funzionò, e Reichelt morì sul colpo. Ma per raccontare questa storia che a tutti gli effetti è decisamente incredibile, dobbiamo fare qualche passo indietro.

Siamo agli inizi del Novecento, precisamente nei primi anni Dieci. Franz Reichelt, sarto boemo austriaco nato nel 1878 con un noto atelier di moda in Rue Gaillon (vicino all'Operà), fa un salto al di là dei metri di stoffa che lo circondano. Affascinato dai progressi nell'aviazione fatti dai fratelli Wright e quelli in campo nautico da Louis Blériot, decide di dare il suo contributo alla causa militare e investire i suoi soldi in qualcosa di completamente diverso dagli abiti cuciti sino ad allora: un abito paracadute.

All'epoca, infatti, c'era un gran bisogno di trovare un sistema che permettesse ai piloti di arrivare al suolo senza farsi male o morire, in caso avessero dovuto abbandonare i velivoli. Quando nel 1911 l'Aéro-Club de France (la più antica istituzione di ricerca aeronautica di Francia, di cui faceva parte anche lo scrittore Jules Verne) annunciò che avrebbe offerto con il premio Lalance 10.000 franchi a chi avesse inventato un paracadute sicuro per i piloti, Reichelt si sentì ancora più motivato, e si diede da fare.

Il sarto, iniziò a realizzare una serie di paracaduti integrati all'interno di una tuta da aviatore, che poi faceva indossare a dei manichini che a loro volta venivano gettati giù dalle finestre del quinto piano dell'edificio in cui abitava. A un certo punto sviluppò addirittura una tuta gommata con dei pistoni interni, ma il risultato non era ancora quello desiderato: i manichini continuavano a sfracellarsi al suolo, e Reichelt si ruppe persino una gamba per testare uno dei suoi prototipi.

Nonostante l'antica istituzione avesse intimato l’inventore di interrompere i suoi progetti a riguardo e di non presentarne alcuno perché "erano troppo pericolosi", il cocciuto sarto non si fermò, e riuscì ad ottenere il permesso da parte del prefetto della polizia di provare il "successo" della sua invenzione direttamente dalla Tour Eiffel. Era infatti convinto che i suoi esperimenti fallissero perché la quota di lancio non era sufficiente. Insomma, doveva saltare da un'altezza ancora più alta.

Non trovando alcun ostacolo sul suo cammino, la mattina del 4 febbraio 1912 il giovane sarto (aveva solo 33 anni) si presentò al primo piano della torre con la tuta-paracadute con sé. Gli astanti si chiesero perché non si fosse portato dietro uno dei suoi manichini, e rimasero stupefatti nel constatare che il sarto aveva deciso di lanciare se stesso al posto loro. Eppure, nessuno lo fermò.

Reichelt indossò la sua ingombrante e scomoda creazione (che lo faceva sembrare un enorme pipistrello), salì su uno sgabello e poi, dopo qualche attimo di esitazione, saltò giù dallo sgabello e andò oltre la balaustra. Con i suoi lunghi baffi agitati dal vento, volò a picco verso il suolo, con la stoffa avvolta intorno al suo corpo, e poi finì per schiantarsi a terra, morendo sul colpo. Sulla pavimentazione antistante l'opera più nota di Francia, si era creato un piccolo cratere. Al suo interno, il corpo dell'ostinato sarto volante, circondato da un capannello di curiosi.

L'invenzione del sarto — che si aprì solo poco prima dello schianto — aveva un grande problema, ossia il il carico del dispositivo, che fu poi il dettaglio che gli fu fatale: pesava 70 chili e aveva delle lacune tecniche decisamente non trascurabili.

Quando qualcuno chiese chi gli avesse dato il permesso di fare una cosa così stupida, il prefetto della polizia si giustificò dicendo che non pensava che il sarto si sarebbe lanciato lui stesso, ma che avrebbe sacrificato un manichino.

Ci si chiese poi che cosa avesse portato il sarto a compiere un gesto così assurdo, e se fosse conscio che sarebbe morto. Nessuno saprà mai le motivazioni dietro a questa impresa strampalata, ma fatto sta che il sarto volante è ricordato ancora oggi: ai primi posti nelle classifiche delle morti più stupide della storia.

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Prima pagina del Le Petit Parisien all’indomani della morte di Reichelt
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Veronica Miglio
Storyteller
Innamorata delle parole sin da bambina, ho scelto il corso di lingue straniere per poter parlare quante più lingue possibili, e ho dato sfogo alla mia vena loquace grazie alla radio universitaria. Amo raccontare curiosità randomiche, la storia, l’entomologia e la musica, soprattutto grunge e anni ‘60. Vivo di corsa ma trovo sempre il tempo per scattare una fotografia!
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