0 risultati
video suggerito
video suggerito
26 Agosto 2023
7:30

Cinque storie incredibili di naufraghi sopravvissuti in condizioni estreme

Sopravvivere per un lungo periodo su isole deserte o su piccole imbarcazioni in balia delle onde è un’impresa quasi impossibile. Tuttavia non sono mancate persone che, spinte dalla forza della disperazione e dall’istinto di sopravvivenza, sono riuscite a farlo.

A cura di Erminio Fonzo
529 condivisioni
Cinque storie incredibili di naufraghi sopravvissuti in condizioni estreme
naufraghi piu famosi storia

Navigare può essere pericoloso. La storia della navigazione è piena di racconti di naufragi, costati la vita a migliaia e migliaia di persone. In passato, inoltre, vi era il rischio di essere abbandonati di proposito in luoghi deserti. La vicenda di questo genere più famosa è quella di Alexander Selkirk, il naufrago scozzese che è stato una delle fonti di ispirazione per la creazione del personaggio di Robinson Crusoe. Nella storia, però, sono esistiti anche altri naufraghi capaci di sopravvivere in condizioni estreme. Raccontiamo brevemente la storia di cinque naufragi avvenuti dal Cinquecento ai giorni nostri.

Marguerite de la Rocque

Marguerite de la Rocque era una nobildonna francese, nata intorno al 1515 (la data esatta non è nota) e imparentata con Jean-François de La Rocque de Roberval, un corsaro al servizio di Francesco I. Nel 1542 Marguerite si imbarcò con Roberval in un viaggio verso il Canada e sulla nave intraprese una relazione con un marinaio, il cui nome non è noto.Roberval, venutolo a sapere, decise di punire severamente la donna, abbandonandola su un’isola deserta.

A quel tempo l’abbandono era una punizione piuttosto comune sulle navi, ma non sono note le ragioni per le quali Roberval decise di infliggerla a Marguerite: forse voleva che diventasse la sua amante o, secondo un’altra ipotesi, era interessato alla sua eredità. Fatto sta che la donna fu lasciata in un luogo noto all’epoca come Isola dei demoni, da identificare probabilmente con la località di Harrington Harbour, sulle coste del Quebec. Insieme a lei restarono a terra il suo amante e una domestica.

I tre riuscirono a sopravvivere per alcuni mesi, nel corso dei quali Marguerite restò persino incinta. Al sopraggiungere dell’inverno, però, l’uomo morì e nei mesi successivi persero la vita anche la domestica e il bambino partorito da Marguerite. La donna restò perciò da sola e sopravvisse cacciando animali selvatici. Dopo due anni fu tratta in salvo da una nave di pirati baschi e poté tornare in Francia, dove la sua storia divenne subito famosa.

Philip Ashton

Philip Ashton, un pescatore nato nel 1702 in Massachusetts, fu rapito dai pirati nel 1722. Rifiutò di unirsi alla ciurma e fu perciò tenuto prigioniero, ricevendo continue minacce di morte. Riuscì a fuggire nell’aprile del 1723, quando la nave sulla quale era detenuto sostò presso l’isola deserta di Roatán, in Honduras.

Philip si nascose nella giungla e i pirati, dopo averlo cercato inutilmente, abbandonarono le ricerche. Il giovane non aveva con sé né utensili né armi e poteva cibarsi solo di frutti. Ebbe la fortuna, però, di incontrare un altro naufrago, un inglese che possedeva un coltello e della polvere da sparo.

L’inglese morì poco dopo l’incontro, ma Philip, appropriatosi dei suoi oggetti, poté finalmente dare la caccia agli animali e avere più cibo a disposizione. Restò sull’isola per 16 mesi, fino a quando fu tratto in salvo da una nave americana e poté tornare in patria. Nel 1725 raccontò le sue avventure in un libro.

Il memoriale di Philip
Il memoriale di Philip

Ada Delutuk Blackjack

Ada Delutuk era una donna di etnia inupiat nata in Alaska nel 1898 e andata in sposa a un tale Jack Blackjack. Era molto povera e, per racimolare denaro, nel 1921 si unì a una spedizione sull’Isola di Wrangel, situata nel Mare Glaciale Artico, presso le coste della Siberia. La spedizione mirava a rivendicare il possesso canadese dell’isola ed era composta da cinque persone.

Il gruppo sbarcò a Wrangel il 16 novembre 1921 ma, dopo un anno di permanenza relativamente tranquilla, le scorte di cibo iniziarono a scarseggiare. Inoltre, una nave che avrebbe dovuto raggiungere Wrangel fu bloccata dai ghiacci. Nel gennaio del 1923 il gruppo si divise: tre uomini si incamminarono per raggiungere la terraferma, ma sparirono senza lasciare traccia, e Ada restò a Wrangel con un altro uomo, malato di scorbuto, che morì il successivo 23 giugno.

Ada restò perciò da sola, ma due mesi più tardi fu tratta in salvo da una nave. Sul piano politico la spedizione, che non era sostenuta dal governo canadese, si rivelò inutile e nel 1924 l’Unione Sovietica prese possesso di Wrangel.

I membri della spedizione. Ada era l'unica donna
I membri della spedizione. Ada era l’unica donna

Ambrogio Fogar e Mauro Mancini

Ambrogio Fogar è stato uno dei più celebri esploratori italiani. Negli anni ’70 compì imprese straordinarie, tra le quali una circumnavigazione del globo in solitaria. Nel 1978, quando era giù famoso, intraprese una spedizione verso l’Antartide a bordo della sua piccola barca a vela, il Surprise, in compagnia del giornalista Mauro Mancini.

I due uomini partirono il 6 gennaio da Mar del Plata, in Argentina, ma il giorno 18 il Surprise fu preso d’assalto da un branco di orche, mentre navigava a sud delle isole Falkland, e affondò. Fogar e Mancini riuscirono a mettere in mare la zattera gonfiabile di salvataggio, ma poterono recuperare solo pochissimo cibo. Restarono quindi in balia del mare e riuscirono a sopravvivere bevendo acqua piovana e nutrendosi delle telline che si attaccavano al fondo della zattera e di due cormorani uccisi a colpi di pagaia.

Dopo 74 giorni furono tratti in salvo da un mercantile greco, ma le loro condizioni di salute erano disperate ed entrambi avevano perso circa 40 chili. Mancini morì due giorni dopo il salvataggio a causa di una polmonite. Fogar invece riuscì a riprendersi e negli anni successivi ricominciò le sue esplorazioni. Divenne anche un presentatore televisivo, ma nel 1992 fu vittima di un incidente che lo lasciò immobilizzato. Morì nel 2005.

Fogar nel 1975
Fogar nel 1975

José Salvador Alvarega

José Alvarega è un pescatore nato in Salvador nel 1975 e trasferitosi successivamente in Messico. Il 17 novembre 2012 uscì in mare per una battuta di pesca al largo del paese di Costa Azul, sulla costa messicana del Pacifico, a bordo di una piccola imbarcazione. Era con lui il giovane Ezequiel Córdoba, reclutato in fretta e furia perché il compagno di pesca abituale non era disponibile.

Dopo alcune ore di navigazione, la barca si trovò al centro di una tempesta che mise fuori uso il motore. José riuscì ad avvisare via radio il suo datore di lavoro, ma la batteria si esaurì e non gli consentì di comunicare la posizione. La barca restò in balia delle onde. I due naufraghi, che avevano dovuto buttare a mare l’attrezzatura per la pesca, furono costretti a sopravvivere catturando pesci e uccelli a mani nude e bevendo acqua piovana.

Ezequiel morì al quarto mese di navigazione e dopo alcuni giorni José gettò in mare il suo corpo. La corrente trasportò la barca fino alla Micronesia e il 30 gennaio 2014 José, dopo aver intravisto un‘isoletta, poté raggiungerla a nuoto e chiedere aiuto. In totale, la barca era rimasta in mare per 418 giorni ed era stata trascinata dalle correnti per circa 10.000 km. Dopo essersi salvato, José fu accusato di aver raccontato bugie e persino di aver mangiato il corpo di Ezequiel, ma nessuna accusa è stata provata.

José alcuni giorni dopo il salvataggio
José alcuni giorni dopo il salvataggio
Sfondo autopromo
Cosa stai cercando?
api url views