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14 Marzo 2025
6:00

L’incredibile storia di Randy Gardner, il ragazzo che non dormì per 11 giorni

Per la Giornata Mondiale del Sonno del 14 marzo 2025, ricordiamo Randy Gardner, il 17enne americano che nel 1964 restò sveglio per 264 ore (11 giorni), stabilendo un Guinness World Record. Questi record non sono più monitorati per i rischi legati alla salute come allucinazioni, problemi di concentrazione e memoria.

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L’incredibile storia di Randy Gardner, il ragazzo che non dormì per 11 giorni
record sonno

In occasione della Giornata Mondiale del Sonno del 14 marzo 2025 ripercorriamo la storia del record di privazione del sonno stabilito da un ragazzo americano, Randy Gardner, che non dormì per 11 giorni, ovvero 264 ore consecutive. L'americano nativo di San Diego – California è nato nel 1946 e,diciassettenne, non dormì per oltre 11 giorni. Sebbene il suo primato sia stato battuto più volte, il Guinness ha cessato di monitorare questo tipo di record per via dei rischi legati alla privazione del sonno (allucinazioni, problemi di concentrazione e memoria, e disturbi dell’umore) e alla scoperta dei microsonni. Questa decisione evidenzia quanto il sonno sia essenziale per il benessere fisiologico: durante il riposo, il corpo si rigenera, consolidando la memoria, modulando le infiammazioni e mantenendo l’equilibrio ormonale, metabolico e cardiovascolare. La sua assenza può portare a gravi disfunzioni per l’organismo. Proprio per sensibilizzare sull’importanza del sonno, dal 2008 si celebra ogni anno la Giornata Mondiale del Sonno, un evento promosso dalla World Sleep Society e, in Italia, dall’Accademia Italiana di Medicina del Sonno (AIMS). La ricorrenza, istituita nel 2008, cade il venerdì prima dell’equinozio di primavera e ha lo scopo di diffondere consapevolezza sui benefici di un riposo sano e regolare.

L’esperimento di privazione del sonno di Randy Gardner e gli effetti

Nel 1964, Randy Gardner, un ragazzo di 17 anni, si sottopose ad un esperimento per testare gli effetti della privazione del sonno sugli esseri umani e batté il record di Tom Rounds, un DJ radiofonico di 23 anni, che nel 1963 era restato sveglio per 264 ore (10 giorni e 20 ore). Gardner riuscì a rimanere sveglio senza l'uso di stimolanti, bevendo solo Coca-Cola, ascoltando musica ad alto volume e facendo docce fredde. Poiché esperimenti precedenti, come quello di Peter Tripp negli anni '50, avevano mostrato effetti collaterali significativi, Gardner fu monitorato dal dottor William Dement, lo stesso medico che aveva seguito Tripp, come misura precauzionale.

Randy restò sveglio per 264,4 ore (11 giorni e 24 minuti), rimase attivo giocando a basket e passando il tempo in una sala giochi in cui vinse anche partite di flipper. Nonostante gli effetti temporanei come difficoltà di concentrazione, memoria e controllo motorio, le analisi del dottor Dement mostrarono una mente apparentemente stabile ritrattando l'ipotesi secondo cui la privazione del sonno porta inevitabilmente alla psicosi. Tuttavia, secondo quanto riportato dal Dottor John Ross, il medico che ha osservato Gardner prima dell'arrivo del dott. Dement, dopo il secondo giorno la sua concentrazione iniziò a diminuire e dopo il quarto il protagonista dell'esperimento iniziò a manifestare malumore, disorientamento, allucinazioni e deliri.

randy gardner
Randy Gardner durante l’esperimento di privazione del sonno. Credit: Don Cravens

Dopo il record, Gardner dormì 14 ore e 46 minuti, poi rimase sveglio fino alla sera successiva, quando dormì altre 10 ore e mezza. Studi sul suo recupero non rilevarono effetti duraturi, con analisi a 1, 6, 10 settimane che non mostrarono differenze significative nel sonno. Sebbene non riportò danni a lungo termine, decenni dopo Gardner sviluppò insonnia, che lui stresso attribuì più a cause personali che al record stesso.

Ho smesso di dormire. Non riuscivo a dormire. Stavo a letto per cinque, sei ore, dormivo forse 15 minuti e mi svegliavo di nuovo. Continuavo a pensare, beh, questo andrà – questo cambierà perché mi sembra che alla fine, se non dormi abbastanza, il tuo corpo dirà semplicemente, andiamo a dormire. Ma non è mai successo.

Record di privazione del sonno successivi a Randy Gardner

Due settimane dopo il record di Randy Gardner, Jim Thomas superò il suo predecessore rimanendo sveglio per 266 ore e 30 minuti. Pochi giorni dopo, un finlandese, Toimi Arttiurinpoika Silvo, stabilì il nuovo primato con 276 ore. Nonostante questi tentativi di battere il record, i dettagli sugli effetti collaterali subiti dai detentori successivi sono scarsi e poco documentati. Tuttavia, la continua ricerca del limite umano ha portato a successivi tentativi sempre più estremi.

Nel 1974, Roger Guy English stabilì il record rimanendo sveglio per 288 ore (12 giorni) in una sala espositiva di letti ad acqua, usando solo caffè come stimolante. Come riportato dal Guinness dei primati Roger durante il tentativo ha sofferto di allucinazioni, un effetto collaterale ben noto per la privazione del sonno.

Nel 1977, Maureen Weston batté il record con un tempo impressionante di 449 ore (18 giorni e 17 ore), partecipando a una maratona su una sedia a dondolo. Nonostante avesse manifestato allucinazioni verso la fine del tentativo, sorprendentemente non riportò effetti duraturi sul lungo periodo.

Nel 1986, Robert McDonald superò il record con 453 ore e 40 minuti (18 giorni, 21 ore e 40 minuti). Verso la fine del suo tentativo, McDonald riportò difficoltà a mangiare e problemi di memoria, ma, nonostante ciò, non sembra aver sofferto di conseguenze a lungo termine. Continuò a vivere una vita normale, suggerendo che, anche in casi estremi, la mente e il corpo possano riprendersi da questi shock temporanei.

Stop ai record di privazione del sonno: le motivazioni del Guinness World Record

Il Guinness World Records ha smesso di monitorare i primati legati alla privazione del sonno a causa dei gravi rischi per la salute, tra cui allucinazioni, problemi di concentrazione e memoria, e disturbi dell’umore. Inoltre, la difficoltà nel rilevare con precisione questi record è aumentata con la scoperta dei microsonni: brevi episodi di sonno involontario, spesso impercettibili, che possono verificarsi anche durante tentativi di privazione estrema.

I microsonni durano pochi secondi e si manifestano soprattutto in stati di forte stanchezza, specialmente durante attività monotone come guidare o lavorare. Sono pericolosi perché riducono attenzione, capacità decisionale e coordinazione, aumentando il rischio di incidenti. Le principali cause sono la privazione del sonno e alcune condizioni mediche.

Un riposo regolare e di qualità è fondamentale per il benessere dell’organismo, influenzando memoria, metabolismo, sistema immunitario e equilibrio emotivo.

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