Mentre è in programma un tentativo di negoziati per fermare la guerra, la Russia sta proseguendo l'invasione dell'Ucraina. L'attacco è stato ordinato dal presidente russo Putin nella notte tra il 23 e il 24 febbraio e le truppe di Mosca hanno invaso l'ex storico alleato attraverso i suoi confini settentrionali, orientali e meridionali, arrivando ad assediare molte città, tra cui la capitale Kiev. In molti si chiedono quali siano i motivi dietro la crisi ucraina e la successiva invasione e perché Putin abbia deciso di fare la sua mossa proprio ora. Abbiamo perciò intervistato nuovamente Giorgio Cella, analista geopolitico e autore del libro Storia e geopolitica della crisi ucraina per comprendere meglio la situazione e rispondere ad alcuni dubbi e domande molto diffusi. Vi invitiamo a vedere l'intervista integrale nel video presente nella parte alta della pagina. Qui di seguito, invece, procediamo a una rapida sintesi dei temi emersi.
L'allargamento della NATO nell'Europa dell'est ha provocato l'invasione russa dell'Ucraina?
La NATO (Organizzazione del Trattato del Nord Atlantico) è un'organizzazione di 30 Paesi, guidati dagli Stati Uniti, che sono vincolati ad aiutarsi reciprocamente nel caso di un attacco militare da parte di uno Stato nemico. I Paesi aderenti sono aumentati nel corso del tempo: dopo la fine della Guerra Fredda e la dissoluzione dell'URSS, vari Stati dell'Europa dell'est, spaventati da una possibile ripresa dell'espansionismo russo e sotto invito statunitense, hanno quindi volontariamente aderito al Trattato. Tra questi troviamo Estonia, Lettonia, Lituania, Polonia, Slovacchia, Ungheria, Romania e Bulgaria. Gli USA hanno sempre più delegato a questi Paesi il contenimento attivo della Russia, sostenendoli economicamente, installando basi militari sul loro territorio e inviando loro armamenti.
Il processo di allargamento della NATO è stato avvertito da Mosca come un progressivo accerchiamento ed è stato considerato come non più tollerabile quando si è cominciato a parlare dell'ingresso nella NATO di Georgia e Ucraina, due Stati visti da Mosca come "cuscinetti" territoriali strategici nei confronti degli Stati Uniti e dei loro alleati e legati alla Russia anche dal punto di vista storico-culturale. Per impedire che i due Paesi entrassero nell'Alleanza (tra gli altri motivi) la Russia è intervenuta militarmente due volte nel passato recente: nel 2008 in Georgia e nel 2014 in Ucraina. La guerra scoppiata settimana scorsa si inserisce nella stessa logica, pur avendo alla base anche altre ragioni.
Risposte alle domande più frequenti sul conflitto Russia-Ucraina
Rispondiamo ora a qualche domanda emersa frequentemente sulle nostre pagine social in risposta a contenuti di vario genere (video e articoli).
Per quale motivo Putin ha deciso di attaccare adesso e non in un altro momento?
I motivi della scelta russa di attaccare ora l'Ucraina sono molteplici e di diversa natura. Tra le possibili cause abbiamo anzitutto un'evidente divisione interna del fronte occidentale e la volontà di "non morire per Kiev" da parte degli Stati Uniti e dell'Europa, disponibili solo a imporre sanzioni economiche in risposta a un'invasione militare. In secondo luogo, il disastroso ritiro dall'Afghanistan da parte americana potrebbe aver dato alla Russia l'impressione di uno Stato in un momento di confusione e, inoltre, distratto verso il quadrante indo-pacifico. Alcuni analisti parlano poi di questioni personali: lo stesso Putin non vorrebbe essere ricordato come il leader sotto cui l'Ucraina è diventata alleata degli USA.
La NATO potrebbe intervenire militarmente nel conflitto?
Come specificato dallo stesso Jens Stoltenberg, Segretario Generale della NATO, l'Alleanza Atlantica non ha intenzione di intervenire militarmente in Ucraina. Probabilmente uno scontro tra Stati Uniti (e alleati) e la Russia sfocerebbe, infatti, in un conflitto mondiale ed è un'eventualità da evitare a tutti i costi. Inoltre l'Ucraina, per quanto si sia avvicinata negli ultimi anni a USA e UE, non fa parte della NATO e quindi quest'ultima non è vincolata alla sua difesa da trattati internazionali.
Qual è la posizione e il ruolo della Turchia nella guerra?
Negli ultimi anni la Turchia ha avuto una posizione ambivalente nei confronti della Russia, pur essendo formalmente il baluardo meridionale della NATO al confine tra Europa ed Asia. In alcuni scenari geopolitici e a livello di sviluppo e compravendita di armamenti si è verificata una certa collaborazione tra le due potenze. In altri contesti (ad esempio in Libia), i due Stati si sono scontrati. Per quanto riguarda la crisi in corso, la Turchia ha espresso pieno appoggio all'Ucraina (con cui è in essere una forte partnership commerciale), condannando le azioni di Mosca. Potenzialmente Erdogan potrebbe chiudere lo Stretto del Bosforo alle navi russe, di passaggio tra il Mar Mediterraneo e il Mar Nero, ma questo potrebbe generare una rappresaglia dura e inasprire il conflitto. La Turchia – ribadiamolo – fa parte della NATO: se venisse attaccata, tutti gli altri membri dell'Alleanza Atlantica, Stati Uniti in primis, sarebbero tenuti a intervenire per aiutarla nella sua difesa.
Qual è la posizione e il ruolo della Cina nella guerra?
Al momento la Cina svolge un ruolo di semplice osservatore del conflitto russo-ucraino. Negli ultimi anni, d'altra parte, la sua posizione geopolitica globale si sta rafforzando e si è verificato un avvicinamento strategico alla Russia di Putin in funzione antiamericana.
Qual è la sanzione più grave che l'Occidente potrebbe applicare nei confronti della Russia?
La sanzione economica più grave che l'Occidente potrebbe mettere in campo nei confronti della Russia è la disconnessione del sistema bancario russo dal sistema internazionale di transazioni SWIFT. Il sistema SWIFT (Società per la Telecomunicazione Finanziaria Interbancaria Mondiale) è uno standard per la sintassi dei messaggi finanziari e permette i pagamenti diretti tra banche diverse e a livello internazionale. Escludere le banche russe dallo SWIFT avrebbe perciò serie ripercussioni economiche sull'ex Paese degli zar.
Quali sono i Paesi europei più restii ad applicare sanzioni alla Russia?
Germania e Italia sono i due Paesi europei più restii ad applicare sanzioni economiche alla Russia. I motivi sono diversi, ma il principale è la dipendenza energetica dei due Stati nei confronti del gas russo. il 40% del gas utilizzato in Italia, in particolare, viene proprio dalla Russia.
Come potrebbe evolvere il conflitto?
È difficile valutare quali potrebbero essere concretamente gli sviluppi dell'invasione. In termini militari, gli scenari di occupazione russa dell'Ucraina sono svariati e potrebbero includere diverse porzioni di territorio. I negoziati in corso, inoltre, potrebbero dare una svolta al conflitto e – speriamo – portare alla fine delle ostilità.