L'evoluzione della crisi tra Russia e Ucraina ha portato all'inizio di un esteso conflitto. Intorno alle 4 di notte del 24 febbraio 2022, Putin ha ordinato l’attacco delle forze armate russe al territorio ucraino, accerchiato progressivamente nel corso dei mesi scorsi. La NATO sta rafforzando le difese nei Paesi alleati e confinanti mentre Stati Uniti e UE stanno attivando un pacchetto di sanzioni economiche nei confronti di Mosca. Per quanto sia difficile ipotizzare l’evoluzione della guerra in Ucraina, cominciata con bombardamenti tattici e un’invasione via terra attraverso i confini settentrionali, orientali e meridionali del Paese, possiamo individuare 3 scenari futuri possibili di diversa gravità.
1. Conquista/Occupazione del Donbass
È uno scenario emerso nelle prime ore del conflitto e che ormai sembra definitivamente superato.
Le Repubbliche Popolari di Donetsk e Luhansk, riconosciute dalla Russia la sera del 21 febbraio 2022 dopo un discorso di Putin alla nazione, non occupano tutto il territorio delle “oblast” (regioni) di Donetsk e Luhansk (insieme accorpate sotto il termine Donbass), ma solo una loro parte ridotta. Nelle loro costituzioni, tuttavia, le due repubbliche si dichiarano formalmente sovrane dell’intera area. Putin avrebbe quindi potuto seguirne alla lettera il testo per annettere l'intero Donbass e ampliare il proprio spazio difensivo nei confronti dell’Ucraina (posto che dopo il conflitto rimarrà in piedi come formazione statale) e della NATO.
Al momento, tuttavia, sembra un’ipotesi già sorpassata.
Le truppe russe hanno infatti già conquistato la cittadina di Nova Kakhova, fondamentale per il controllo delle risorse idriche che riforniscono la penisola di Crimea, e l’aeroporto cargo Antonov, a 25 km da Kiev. Stanno inoltre attaccando l’Isola dei Serpenti, nel Mar Nero, per isolare la città portuale di Odessa e la flotta ucraina, avere in prospettiva una base terrestre vicina al territorio rumeno, dove sorge l’importante base NATO “Mihail Kogălniceanu”, e avvicinarsi alla Transnistria, una fascia orientale del territorio moldavo sotto il controllo russo.
2. Conquista/Occupazione di vaste aree dell'Ucraina
È lo scenario al momento più probabile, con varie declinazioni.
Oltre alla conquista del Donbass e in linea con le mosse tattiche già evidenziate, Mosca potrebbe voler congiungere il territorio russo situato al confine sud orientale dell’Ucraina alla penisola di Crimea, sul Mar Nero, occupata e annessa nel 2014. In questo modo la Russia escluderebbe l’Ucraina dall’accesso al Mare d’Azov. Si aggiunga un’ulteriore possibile mossa: avanzare ancor più a ovest e conquistare la città portuale di Odessa e addirittura raggiungere la Transnistria, territorio della Moldavia orientale sotto il controllo di Mosca. Se ciò accadesse, la Russia impedirebbe all’Ucraina anche lo sbocco sul Mar Nero e ingloberebbe parte del territorio di un altro Stato europeo: la Moldavia. La parte meridionale dell’Ucraina, in effetti, presenta una forte concentrazione di popolazione russofona e russofila e perciò sarebbe meno difficile da controllare o annettere rispetto a tutto il resto del Paese.
Ulteriori ipotesi di conquista/occupazione che si starebbero concretizzando nelle ultime ore vedono come limiti all'avanzata russa il corso del fiume Dnepr, che taglia a metà l'Ucraina centrale e la capitale Kiev (al momento sotto assedio) oppure, ancor più in profondità, il vecchio confine tra il territorio storico iniziale della Repubblica Sovietica Socialista Ucraina (1922) e un'ampia area di territorio polacco conquistato dall'URSS nel 1939. Si tratta di una zona dai caratteri centro-europei, dichiaratamente anti-russa e dove sorge Leopoli, quarto centro urbano più importante del vecchio Impero austro-ungarico, e in cui gli Stati Uniti hanno spostato i propri diplomatici nelle scorse settimane, temendo proprio un'invasione russa all'Ucraina.
3. Conquista/Occupazione dell’intera Ucraina
Scenario estremo e al momento meno probabile sarebbe la conquista dell’intero territorio ucraino e la sua occupazione momentanea (fino a ottenerne la piena neutralizzazione politica e militare) o prolungata. In un caso come questo, si produrrebbe una situazione ad alta tensione che potrebbe rischiare, da un momento all’altro, di sfociare in un conflitto di portata molto più ampia. Ai confini dell’Ucraina, infatti, si estendono vari Stati che fanno parte della NATO, l’Alleanza Atlantica a guida statunitense che prevede un reciproco aiuto militare tra i suoi membri nel caso di un attacco di un nemico esterno. Laddove si verificasse un qualsivoglia incidente o scontro di confine di una certa consistenza tra soldati russi e truppe di Paesi baltici (Estonia, Lettonia e Lituania), Polonia, Slovacchia, Ungheria o Romania, gli Stati Uniti potrebbero essere obbligati a intervenire militarmente contro le truppe di Mosca, con conseguenze inimmaginabili.