La Malmignatta o Vedova nera (Latrodectus tredecimguttatus) insieme al Ragno violino (Loxosceles rufescens) è una delle due specie di ragni presenti in Italia il cui morso può comportare sintomi di un certo rilievo medico. Questo ragno si trova in zone prevalentemente secche, pietrose e aride ad esempio tra muretti e sassi. Il morso della Vedova nera è considerato, in particolare, un potenziale rischio professionale per gli agricoltori e i braccianti che possono imbattersi accidentalmente con qualche esemplare durante la trebbiatura del grano o la raccolta di ortaggi vicino al terreno. La Malmignatta ha una distribuzione geografica piuttosto ampia, è infatti diffusa in tutto il bacino del Mediterraneo, nonché in Ucraina, Russia, Medio Oriente, Asia centrale e Cina, in zone con clima caldo-arido. È innegabile che già i due nomi comuni con cui è conosciuta in Italia incutono un po’ di timore; il nome Malmignatta deriva da malo (cattivo) e mignatta (sanguisuga), mentre il funesto appellativo di Vedova nera è dovuto al comportamento delle femmine di questi ragni che cannibalizzano il maschio subito dopo l’accoppiamento.
Com'è fatta la Malmignatta e dove vive
Il nome scientifico Latrodectus tredecimguttatus (con tredici gocce) descrive bene un carattere morfologico distintivo di questa specie, infatti entrambi i sessi hanno zampe nere e lucide e corpo nero con 13 caratteristiche macchie rosse. In natura la doppia colorazione a contrasto, come ad esempio nero e rosso o nero e giallo, ha un significato di evidente avvertimento per i nemici e i predatori, ed è indice di tossicità o di sapore sgradevole.
La femmina della Vedova nera con un corpo che raggiunge dimensioni anche di 15 mm è molto più grande del maschio che ne misura circa 4 – 7 mm. Costruisce una tela molto rada e irregolare, apparentemente quasi disordinata fra i fili d’erba e sceglie fra i sassi e le zolle di terra una tana dove deporre i sacchi ovigeri con le uova fecondate. I nuovi nati escono dalle uova dopo 3 – 6 settimane dalla deposizione.
La Malmignatta è attiva da maggio a novembre ed è ben adattata ad ambienti aridi e assolati; si nasconde fra la vegetazione bassa, le pietre o fessure del terreno, tra i muretti. A volte trova rifugio fra gli attrezzi agricoli specie se sono sporchi di terra o in anfratti e fessure dove non c’è umidità. Di conseguenze è difficile trovarlo in casa.
Di certo non è un ragno che attacca, ma può difendersi se disturbato o se inavvertitamente ci si avvicina con una mano o con un piede alla sua tana. Del resto i ragni non hanno alcun interesse ad attaccare gli esseri umani a differenza di molti insetti ematofagi che devono pungere per procurarsi il loro pasto di sangue. D
Pericolosità del morso della Malmignatta
L’intero genere Latrodectus a cui appartiene la Malmignatta, ha specie distribuite in tutto il mondo e molto studiate proprio perché il morso ha effetti significativi. Il veleno iniettato contiene α-latrotossina, una tossina in grado di interferire con le membrane delle cellule nervose provocando una reazione nota proprio come Latrodectismo, caratterizzata da crampi, rigidità muscolare e reazioni allergiche importanti.
Le statistiche sui morsi di ragno sono alquanto incerte perché è difficile rilevare in Pronto Soccorso la correlazione fra una lesione cutanea e la specie di ragno che potrebbe averla provocata; bisognerebbe poter fotografare o catturare l'esemplare. Sebbene non ci siano statistiche precise e aggiornate sul numero esatto di casi ogni anno, si stima che i morsi siano occasionali e non frequenti. Questo perché la Malmignatta è un ragno schivo, non aggressivo, e vive principalmente in zone rurali e poco frequentate, come cespugli, pietraie e prati incolti.
Quindi il morso di un ragno è un evento piuttosto raro. Ad ogni modo, tanto per avere qualche riferimento dalla letteratura scientifica, negli Stati Uniti i morsi di ragno causano meno di 3 morti l'anno e da uno studio condotto nel 2020 sui morsi di ragno di importanza medica nell'area mediterranea risulta, ad esempio, che in Svizzera si stimano ogni anno una media di 55 morsi per milione di abitanti e solo il 2% di questi ha un qualche interesse medico e in Turchia sono stati segnalati solo 82 casi al Centro nazionale antiveleni fra il 1995 e il 2004 senza conseguenze mortali.
Cosa fare se si viene morsi, sintomi e differenze con ragno violino
Diversamente dal Ragno violino, il morso della Vedova nera è subito doloroso e questo dolore si intensifica con il passare delle ore e può durare anche 1 o 2 giorni. Il morso di per sé quindi causa forti dolori muscolari. I sintomi sistemici sono nella maggio parte dei casi sudorazione, nausea, cefalea, febbre e crampi addominali, mentre i sintomi locali al livello del morso in genere comportano gonfiore e rossore della parte colpita.
Sono possibili reazioni allergiche anche molto violente soprattutto in soggetti con fragilità, ma la morte per morso di ragno è davvero rara, tanto che nella letteratura medica fino al 2020 si riportano solo due casi mortali dovuti a morso di Malmignatta, uno nel 2001 e uno nel 2003.
Da uno studio condotto da un gruppo di ricercatori in Albania dal 2009 al 2018 sono emersi alcuni interessanti risultati:
- gli effetti del veleno sembrano essere più gravi durante il periodo estivo, a temperature elevate, quando le femmine dopo aver deposto le uova diventano più aggressive e iniettano maggiori quantità di veleno;
- il veleno genera complicanze gravi anche in funzione della massa corporea del paziente, infatti è particolarmente pericoloso per i bambini sotto i 15 kg di peso;
- la tossicità del veleno e la quantità iniettata sono correlate a diversi fattori quali la stagione, il clima, la dimensione della femmina e il suo stadio di sviluppo.
Proprio per le abitudini di questo ragno, chi lavora nei campi e raccoglie frutti o ortaggi sotto il sole in estate è particolarmente esposto al suo morso, specialmente al livello di mani e braccia se non ben protetti. Secondo i Manuali MSD della Merck Sharp & Dohme Corp., in caso di morso di Vedova nera è necessario un primo soccorso pulendo la ferita e applicando ghiaccio sulla parte per ridurre il dolore; è bene recarsi al più presto in Pronto Soccorso per i trattamenti farmacologici necessari e per la somministrazione dell’antidoto nei casi più gravi. Molto spesso per bambini, anziani, cardiopatici o soggetti immunodepressi si rende necessario il ricovero in ospedale.