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5 Marzo 2024
19:30

Margherita Hack: chi è e cos’ha scoperto la più famosa astrofisica italiana

Margherita Hack fu certamente una donna singolare: oltre a essere una grande astrofisica e scienziata per via delle sue scoperte sulle Cefeidi e per aver diretto un Osservatorio Astronomico in Italia, è stata una figura di riferimento per la divulgazione italiana.

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Margherita Hack: chi è e cos’ha scoperto la più famosa astrofisica italiana
Margherita_Hack

Margherita Hack, è proprio il caso di dirlo, era la donna delle stelle. Nata a Firenze il 12 giugno 1922 e morta a Trieste il 29 giugno 2013, è stata un'astrofisica e una divulgatrice scientifica, prima direttrice donna in Italia di un osservatorio astronomico, quello di Trieste. Anticonformista, schietta, e sempre fuori dalle righe, ha dato un contributo enorme alla divulgazione dell'astronomia in Italia, facendo appassionare generazioni di italiani alla scienza e promuovendo il ruolo di donne e ragazze nelle discipline STEM.

Oltre al grande successo che ebbe in Italia, Hack divenne una figura di spicco in tutto il mondo, partecipando anche ai consigli scientifici della NASA e dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA). È stata anche membro dell'Accademia Nazionale dei Lincei, una delle istituzioni scientifiche più antiche d'Europa.

La vita prima delle stelle: la gioventù ribelle di Hack

Margherita Hack nacque da genitori che – come ricordò lei stessa più volte – erano molto liberali e di ampie vedute, che la lasciarono sempre libera di decidere a che cosa credere. Hack dimostrò sin da bambina di avere un carattere forte e volitivo, e di non piegarsi mai a ciò in cui non credeva, ragion per cui non le fu difficile prendere posizione durante il Ventennio fascista. Infatti, ribadì più volte le sue idee di opposizione alle scelte del regime, soprattutto da quando vennero promulgate le leggi razziali del 1938.

Durante un'accesa discussione con le compagne di classe che sostenevano l'operato della classe dirigente, venne sospesa da scuola per 20 giorni per aver sostenuto a testa alta le sue idee, con la famiglia che la appoggiò per il coraggio dimostrato. Il provvedimento disciplinare le avrebbe fatto perdere l'ultimo anno di liceo, ma a causa dello scoppio della Seconda Guerra Mondiale le lezioni si interruppero e la bocciatura saltò. Gli studenti vennero promossi (o bocciati) solo in base ai voti riportati durante l’anno, e Margherita si salvò.

Una volta giunto il momento di scegliere l'università, decise di iscriversi alla facoltà di Lettere, ma cambiò idea nel giro di poche settimane, iscrivendosi alla facoltà di Fisica, materia che aveva sempre amato ma mai approfondito.

Dopo il matrimonio con Aldo de Rosa nel febbraio 1944, Margherita Hack si laureò il 15 gennaio 1945 con una tesi di astronomia su una Cefeide, realizzata all'osservatorio di Arcetri di Firenze. Le Cefeidi sono stelle variabili che aumentano e diminuiscono ciclicamente di diametro e luminosità. Hack si interessò così tanto all'argomento che decise di approfondire ogni aspetto possibile della spettroscopia stellare.

RS Pup - Cefeide NASA

La carriera accademica di Margherita Hack

Nell'estate del 1946 Hack ottenne una borsa di studio da parte dell'Istituto di Ottica fiorentino, dove da alcuni mesi teneva dei corsi di matematica e geometria. La borsa le permise di seguire un corso di approfondimento in ottica ed elettrotecnica. In quel periodo Margherita Hack continuò a frequentare l'osservatorio di Arcetri, vicino a Firenze, dove iniziò i suoi studi sulle macchie solari.

Nel 1947 Margherita approdò per la prima volta a Milano. Il suo primo lavoro nel capoluogo lombardo, però, non ebbe a che fare con le stelle: le chiesero infatti di preparare un libretto di istruzioni per una macchina fotografica. L'azienda entrò in crisi alla fine dello stesso anno, e Hack riprese i suoi studi sulle Cefeidi, osservando la T Vulpeculae.

Il soggiorno a Milano durò poco, però, perché l'anno seguente Margherita tornò all'istituto di Ottica su richiesta del direttore Vasco Ronchi. Nel 1950 vinse il concorso per assistente alla cattedra di Astronomia e finalmente entrò di ruolo, insegnando astronomia sferica e astrofisica.

Dopo sei mesi passati all'Institut d'Astrophysique di Parigi, ritornò nel capoluogo toscano e riprese i suoi studi. Nel 1954 divenne libera docente dell'Università di Firenze, e iniziò la sua collaborazione con il Nuovo Corriere. Hack chiese però di essere trasferita all'Osservatorio di Merate, in Brianza, storica succursale dell'osservatorio di Brera, dove analizzò dal punto di vista spettroscopico la Ff Aquilae, ossia la Cefeide su cui scrisse la sua tesi di laurea.

A metà degli anni Cinquanta ottenne due borse di studio, prima a Utrecht (Olanda) e poi a Berkeley (California), dove approfondì i suoi studi stellari, e nel frattempo venne proposta come membro dell'Unione Astronomica Internazionale.

Nel 1963 vinse la cattedra di astronomia all'Università di Trieste, e fu la prima donna scelta per dirigere l'Osservatorio Astronomico triestino, dal 1964 al 1987. All'epoca era l'osservatorio più malmesso d'Italia, eppure sotto la sua direzione rifiorì, con nuove strumentazioni e l'assunzione di altri ricercatori. Con il passare del tempo Hack riuscì a rendere rinomato l'Osservatorio anche all'estero.

Le scoperte di Margherita Hack

Margherita Hack ha contribuito alla conoscenza delle Cefeidi, preziosissime in astronomia perché consentono di misurare con una notevole precisione le distanze cosmiche a partire dal periodo – molto regolare – con cui varia la loro luminosità.

Nel 1957 studiò nei raggi ultravioletti la stella supergigante epsilon Aurigae, che in realtà è un sistema binario. Analizzando la variazione di luminosità del sistema durante le eclissi dei due astri, Hack riuscì a individuare la struttura a gusci concentrici di epsilon Aurigae e la distribuzione ad anelli del gas che la circonda. Questa scoperta è ancora più impressionante dal momento che all'epoca non esistevano satelliti per lo studio del cielo in banda ultravioletta.

nebulosa dal telescopio

Una divulgatrice e un'attivista d'eccellenza 

Margherita Hack è morta a Trieste nel 2013, e ancora oggi è ricordata non solo per i suoi studi sull'evoluzione stellare e la spettroscopia, ma anche per la sua instancabile attività di divulgazione e per aver ispirato generazioni di ragazze e ragazzi allo studio delle materie scientifiche.

Oltre ad aver pubblicato centinaia di lavori di successo sia in Italia che all'estero e numerosi libri divulgativi e testi universitari, fondò nel 1979 la rivista L'Astronomia e dal 2002 diresse la rivista di divulgazione scientifica Le Stelle con l'astrofisico Corrado Lamberti.

Nel 1994 fu premiata con la targa Giuseppe Piazzi per la ricerca scientifica, e l'anno seguente vinse insieme al giornalista Giovanni Caprara il premio internazionale Cortina Ulisse per la divulgazione scientifica grazie al libro Il nuovo sistema solare.

I genitori di Margherita scelsero di aderire alla Società Teosofica, un'organizzazione apolitica e areligiosa che nutre profondo rispetto nei confronti di tutti gli esseri viventi. Questa visione, unità al suo grande amore per gli animali, la portò sin da quando era piccola al vegetarianismo. Si batté fino all'ultimo per i diritti degli animali: infatti, tra i suoi ultimi libri spicca Perché sono vegetariana, in cui spiega il perché della sua scelta etica.

Hack, che si è sempre dichiarata atea, ha difeso più volte la laicità dello Stato, auspicando per la totale scissione tra fede e scienza.

Una statua e un asteroide in onore di Margherita Hack

Nel giugno del 2022 le è stata dedicata una statua in bronzo alta quasi tre metri nei giardini che fronteggiano l'Università Statale di Milano per celebrare i 100 anni dalla sua nascita. L'opera, realizzata dall'artista bolognese Sissi, si chiama Sguardo Fisico, ed è la prima in Italia a esser dedicata a una donna di scienza su suolo pubblico. La statua rappresenta la scienziata intenta a guardare verso il cielo, con le mani dorate avvolte intorno a un invisibile telescopio. La base, irregolare e vorticosa, è del tutto singolare: l'artista ha deciso infatti di rappresentare Hack come se fosse stata creata da una delle galassie che tanto amava.

Sempre nello stesso anno le è stato dedicato un asteroide (scoperto nell'agosto del 1995), chiamato 8558 Hack. È bello pensare che la grande scienziata ci stia guardando da lassù, tra le sue adorate stelle.

Immagine
La statua di Margherita Hack a Milano. Credits: Filippo Bonaventura.
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Veronica Miglio
Storyteller
Innamorata delle parole sin da bambina, ho scelto il corso di lingue straniere per poter parlare quante più lingue possibili, e ho dato sfogo alla mia vena loquace grazie alla radio universitaria. Amo raccontare curiosità randomiche, la storia, l’entomologia e la musica, soprattutto grunge e anni ‘60. Vivo di corsa ma trovo sempre il tempo per scattare una fotografia!
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