
Il condizionatore e il deumidificatore rappresentano due possibili soluzioni per migliorare la vivibilità di casa e ufficio durante il periodo estivo. Il condizionatore abbassa la temperatura e crea un ambiente fresco e secco, mentre il deumidificatore crea un ambiente più asciutto ma non necessariamente fresco, anzi tende a riscaldare leggermente l'aria che aspira. I condizionatori hanno un consumo energetico (e di conseguenza un costo in bolletta) mediamente triplo rispetto ai deumidificatori.
Differenze tecniche tra condizionatore e deumidificatore
Il deumidificatore, come dice la parola stessa serve a togliere l'umidità presente nell'aria. Sappiamo infatti che a parità di temperatura, un ambiente con il giusto tasso di umidità ci garantisce un ambiente confortevole, viceversa lo stesso ambiente con alta umidità ci fa subito avvertire quel senso di afa che non ci fa sentire a nostro agio. Esistono due famiglie di deumidificatori, quelli a condensazione (che analizzeremo in questo articolo) e quelli ad adsorbimento che si basano sulle proprietà essiccanti di alcuni materiali in grado di trattenere l'umidità (come il gel di silice). Il condizionatore invece è una macchina a compressione in grado di svolgere un duplice compito: deumidificare e raffreddare l'aria.
In realtà a livello di principio le due macchine (deumidificatori a condensazione e condizionatore) sono piuttosto simili: entrambe infatti sono composte da due unità di scambio termico, cioè l'evaporatore (che assorbe il calore e quindi raffredda l'aria che lo attraversa) e condensatore (che dissipa il calore e quindi riscalda l'aria che lo attraversa). La differenza tra le due macchine è che nel caso del condizionatore l'evaporatore si trova all'interno dell'abitazione e il condensatore all'esterno, mentre nel deumidificatore le due unità sono montate insieme nello stesso dispositivo e quindi entrambe si trovano all'interno della casa.
Per essere precisi esistono anche condizionatori monoblocco dove entrambe le unità si trovano installate nello stesso dispositivo (come nel deumidificatore). In questo caso la differenza sta nel fatto che il dispositivo è dotato di tubazioni (una o due, a seconda del modello) per lo scarico dell'aria calda, da direzionare verso l'esterno, tramite un foro nella parete o nella finestra.
Quindi, riassumendo quanto appena detto in poche parole, il condizionatore crea un ambiente fresco e secco, mentre il deumidificatore crea un ambiente più asciutto ma non necessariamente fresco, anzi tende a riscaldare leggermente l'aria che aspira. Molti condizionatori possono operare anche come deumidificatori, quindi senza abbassare la temperatura dell'aria.

Pro e contro, il confronto tra condizionatore e deumidificatore
A fronte della spiegazione tecnica data nel paragrafo precedente, vediamo quali sono i principali pro e contro di ciascuna tecnologia.
Tipologia di utilizzo
Tipicamente i deumidificatori vengono impiegati in quegli ambienti dove la temperatura è già bassa e stabile, come le cantine interrate, la necessità in questi casi è quindi solo mantenere un ambiente asciutto (per evitare, ad esempio, la formazione di muffe sui muri). Negli appartamenti, specialmente per quelli più esposti al sole e al calore, anche il controllo della temperatura diventa necessario e quindi il condizionatore diventa l'unica soluzione possibile.

Consumo energetico
Il consumo energetico è uno degli aspetti più importanti da valutare nella scelta tra il condizionatore e il deumidificatore, sia per il risparmio economico che per l'impatto ambientale. In generale, il condizionatore consuma di più del deumidificatore, in quanto il raffreddamento dell'aria richiede, a pari volumi d'aria da trattare, macchine più potenti e quindi più energivore. La seconda faccia di questa medaglia consiste nel valutare l'acquisto di macchine performanti, con classi energetiche alte, in grado di condizionare l'aria limitando le perdite (idealmente tutta l'elettricità consumata deve essere utilizzata per produrre aria fredda e asciutta o solo asciutta).
I condizionatori fissi hanno tipicamente, in rapporto, un consumo inferiore rispetto ai condizionatori portatili (oltre a essere più performanti). I deumidificatori a compressione, invece, hanno un consumo superiore rispetto ai deumidificatori a adsorbimento. Infine, il consumo dipende anche dall'uso che se ne fa: se si usa il condizionatore per abbassare di qualche grado la temperatura, il consumo sarà inferiore rispetto a se si usa per creare un forte sbalzo termico. Allo stesso modo, se si usa il deumidificatore solo per mantenere un livello di umidità ottimale, il consumo sarà inferiore rispetto a se si usa per asciugare ambienti molto umidi.
Per avere un'idea più precisa del consumo energetico del singolo apparecchio, ci viene in aiuto l'etichetta energetica applicata all'apparecchio, che indica i kWh consumati in un anno. Se l'apparecchio non la possiede è possibile recuperarla dal portale EPREL inserendo marca e modello oppure la si può misurare direttamente attraverso l'uso di prese smart in grado di rilevare potenza ed energia consumata.
Premesso che i consumi variano molto in base alle caratteristiche del dispositivo, possiamo provare a fare qualche conto, giusto per definire un ordine di grandezza delle cifre in gioco. Ipotizziamo che sia il deumidificatore che il climatizzatore funzionino mediamente 5 ore al giorno per circa tre mesi (90 giorni), le ore complessive di funzionamento saranno quindi 450. Un deumidificatore medio può consumare circa 300 W di potenza. Un climatizzatore split semplice (9000 BTU) con una unità interna e una esterna invece, può consumare circa 800 W, quasi il triplo di un deumidificatore.
Costo
Il costo, sia di acquisto che di gestione, è un fattore chiave nella scelta tra condizionatore e deumidificatore. Il prezzo di acquisto varia in base a vari fattori come modello, marca, potenza e funzionalità. Generalmente, il condizionatore ha un costo di acquisto superiore al deumidificatore, ma esistono varianti economiche e costose per entrambi in base alle specifiche. Il costo di gestione comprende il consumo energetico, la manutenzione e l’usura dell’apparecchio. L’uso eccessivo o improprio può portare ad un aumento della bolletta elettrica e a una necessità di manutenzione più frequente. Anche in questo caso l'etichetta energetica dell'apparecchio può essere d'aiuto nello stimare i costi annuali legati all'energia consumata.