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Meta AI, l'intelligenza artificiale dell'azienda di Mark Zuckerberg, è stato reso disponibile in Europa tramite i tasti presenti su WhatsApp e Instagram e in arrivo su Facebook e Messenger, aprendo dibattiti sui temi della privacy. Dopo aver bloccato il lancio dell'AI a causa della stringente normativa sulla protezione dei dati personali presente nel territorio dell’Unione Europea, il gigante tech di Menlo Park alla fine ha deciso di rilasciare il chatbot, orfano però di alcune funzionalità, come quelle relative alla generazione di immagini. Nel frattempo, la DPC (Data Protection Commission) irlandese – che sostanzialmente corrisponde al nostro Garante della Privacy – ha annunciato di voler continuare a tenere sott’occhio Meta AI man mano che la tecnologia toccherà tutti gli utenti dell’UE a causa di alcuni interrogativi irrisolti sulla gestione dei dati personali degli europei.
Meta AI e privacy in UE: un parto difficile
Facciamo un passo indietro e parliamo del processo, relativamente lungo e alquanto complesso, che ha portato poche settimane fa Meta AI ad approdare sul suolo europeo. Meta ha rilasciato le sue funzionalità AI negli Stati Uniti nel 2023, ma ha messo in pausa il lancio in Europa dopo «intense discussioni» con la Irish Data Protection Commission o DPC. Queste discussioni hanno vertuto sulla formazione dei suoi modelli di intelligenza artificiale sui dati europei.
Meta aveva intenzione di formare i suoi modelli linguistici di grandi dimensioni, i cosiddetti LLM (Large Language Models) utilizzando contenuti tratti da materiale condiviso da utenti adulti su Facebook e Instagram. Dopo gli incontri con l'autorità irlandese, Meta ha scelto di interrompere il procedimento, affermando però che si trattava di un «passo indietro per l'innovazione europea, la concorrenza nello sviluppo dell'AI e ulteriori ritardi nel portare i benefici dell'AI alle persone in Europa».
In un post sul blog aziendale di Meta, pubblicato il 19 marzo scorso, è così che l'azienda di Mark Zuckerberg ha commentato l'arrivo (in ritardo) nell'UE di Meta AI:
Ci è voluto più tempo di quanto avremmo voluto per mettere la nostra tecnologia AI nelle mani delle persone in Europa mentre continuiamo a navigare nel suo complesso sistema normativo, ma siamo contenti di essere finalmente qui.
Le funzionalità disponibili per i consumatori in 41 paesi in Europa includono al momento un chatbot AI in grado di rispondere alle domande degli utenti delle piattaforme di social media Meta, Facebook, Instagram, WhatsApp e Messenger, utile per fare brainstorming, pianificare le proprie attività, ottenere la risposta a domande, ma non a generare immagini (funzionalità che dovrebbe arrivare più in là). Queste ultime funzionalità dovrebbero arrivare in futuro.
Meta AI rimane “sotto osservazione”
L'arrivo di Meta AI ha richiamato l’attenzione della DPC, la massima autorità europea in fatto di privacy e protezione dei dati personali, che tramite un portavoce ha avvertito:
La DPC, in qualità di autorità di vigilanza capofila per Meta, ha esaminato Meta AI negli ultimi mesi insieme alle nostre autorità di vigilanza in tutta l'UE/SEE [Unione Europea/Spazio Economico Europeo, NdR] e continueremo a tenere sotto controllo la piattaforma mentre viene distribuito agli utenti nelle prossime settimane.
L'autorità irlandese per la protezione dei dati personali ha infatti ancora tanti dubbi pendenti sullo strumento di intelligenza artificiale di Meta. Alcuni di questi, verosimilmente, riguardano aspetti come l'uso dei prompt (ovvero i comandi testuali impartiti dagli utenti), visto che potrebbero potenzialmente essere condivisi con partner selezionati da Meta. Questo, almeno, è quanto si apprende analizzando i termini d'uso di Meta AI, il che solleva dubbi circa i possibili risvolti che questo potrebbe avere in alcuni ambiti piuttosto delicati, come quelli inerenti il business e della salute.
Giusto per farvi capire di cosa stiamo parlando, tra le tante cose riportate nei termini d'uso dell'AI di Meta, si legge:
Quando le informazioni vengono condivise con l'AI, l'AI può conservarle e usarle per fornire Output più personalizzati. L'utente non deve condividere informazioni che non desidera che vengano usate e conservate da AI, come identificativi di account, password, informazioni finanziarie o altri argomenti sensibili. […] Se l'AI non può rispondere alla richiesta o se i nostri sistemi determinano che un partner potrebbe fornire una risposta più rilevante o aggiornata, potremmo chiedere a terzi di dare un riscontro. […] Le informazioni che condividiamo con terzi possono contenere informazioni personali se la Richiesta include informazioni personali su qualcuno. Usando AI, l'utente ci invita a condividere le proprie informazioni con terzi quando il servizio fornisce risposte più pertinenti o utili.
In attesa che le autorità competenti passino al “setaccio” Meta AI, rimane validissima la raccomandazione di non inviare prompt che contengano informazioni personali di qualche tipo: e questo vale per l'intelligenza artificiale di Meta, ma anche per quelle di tutte le altre aziende che operano in questo campo. Non si sa mai!