Dagli anni ’40 del secolo scorso i missili sono presenti negli arsenali di numerosi Paesi. Con il passare degli anni le grandi potenze hanno costruito missili sempre più efficienti e potenti. Attualmente ne esistono numerosi tipi, classificabili in base a parametri come la gittata e la velocità. Partiamo, però, da una definizione di missile.
Cos’è un missile
In senso lato, qualsiasi oggetto che viene lanciato è un missile, anche la freccia scoccata da un arco o la ciabatta lanciata dalla madre al figlio che fa i capricci. La parola “missile”, infatti, deriva dal verbo latino mittere, che significa “inviare” (è la stessa radice di parole come mittente, missiva, ecc.). In genere, però, per missili si intendono strumenti più complessi, dotati di un sistema di propulsione e con funzioni quasi sempre militari. I missili, infatti, sono stati introdotti per bombardare il territorio nemico “da remoto”, senza doverlo raggiungere fisicamente con le proprie forze armate.
I primi missili
Sebbene il missile, inteso nel suo significato ampio, abbia una storia più antica, la tecnologia missilistica moderna nacque nel corso della Seconda Guerra Mondiale, quando la Germania sviluppò un sistema per far arrivare bombe sull’Inghilterra senza doverle trasportare in aereo. La funzione era duplice: da un lato, guadagnare la supremazia nei cieli, che i nazisti non erano riusciti a raggiungere con gli aerei; dall’altro, ottenere un effetto psicologico, colpendo il nemico senza muoversi dal proprio territorio, che per l’epoca era una novità assoluta.
Il primo “missile” fu la V1: una sorta di bomba volante dotata di un motore, che viaggiava a una velocità di poco superiore a quella di un aereo dell’epoca (raggiungeva al massimo i 640 km/h). Dal punto di vista dello sviluppo della tecnologia missilistica, fu più importante la V2, il primo missile balistico della storia, operativa dal 1944, che poteva superare i 5.000 km/h orari di velocità ed era molto difficile da intercettare. Alta 14 metri e pesante 12,5 tonnellate, la V2 poteva trasportare fino a 1000 kg di esplosivo a oltre 300km di distanza.
Dopo la seconda guerra mondiale, gli Stati Uniti e l’Unione Sovietica, presto seguiti da altri Paesi, avviarono un loro programma per la costruzione di missili, servendosi anche degli scienziati tedeschi che avevano lavorato alla costruzione delle V2. Da allora la ricerca e la sperimentazione non si sono mai interrotte e hanno portato a produrre missili sempre più potenti ed efficienti.
Le tipologie di missile
I missili si possono classificare in vari modi. La differenza fondamentale è quella tra:
- missili balistici;
- missili da crociera.
I primi sono spinti da un motore solo per la prima parte del volo e poi seguono una traiettoria che sfrutta le leggi della balistica: raggiungono un’altitudine elevata e dopo, con una traiettoria che somiglia a una V rovesciata, ricadono sulla Terra. I missili balistici non possono essere manovrati e sono quindi inadatti a colpire bersagli mobili.
I missili da crociera (o, in inglese, cruise) sono spinti da un motore per la tutta la durata del volo. La traiettoria si può controllare e, in particolare, è possibile regolare l’altitudine, il che consente di farli volare a quote basse e meno rilevabili dai radar. I missili da crociera sono più precisi dei missili balistici, ma, in genere, hanno una gittata inferiore.
Esistono anche missili “intermedi” tra le due categorie: i missili “quasi balistici” (o semibalistici), che possono effettuare alcune manovre in volo. Un esempio è l’Iskander russo, usato più volte nell’attuale guerra contro l’Ucraina.
I missili, inoltre, si dividono in base al “luogo” di lancio e destinazione: terra-terra (lanciati da terra verso un obiettivo terrestre), terra-aria (da terra verso un oggetto in volo), aria-terra (dall’aria contro obiettivi terresti), aria-aria (da un aereo contro un altro). Altri tipi di missile sono progettati per colpire le navi (missili antinave), per intercettare e distruggere altri missili (missili antibalistici, come i Patriot statunitensi) e per colpire satelliti artificiali (missili antisatellite). Un caso diverso è quello dei siluri, che viaggiano sotto la superficie del mare e sono lanciati da navi, aerei o sottomarini per colpire mezzi navali.
I missili balistici. Classificazione in base alla gittata
La principale classificazione dei missili balistici è in base alla loro gittata, cioè la distanza massima che possono raggiungere dal luogo di lancio.
- Missile balistico tattico (TBM), fino a 300 km
- Missile a corto raggio (SRBM) da 300 a 1.000 km
- Missile a medio raggio (MRBM) da 1.000 a 3.500 km
- Missile a raggio intermedio (IRMB) da 3.500 a 5.500 km
- Missile intercontinentale (ICBM), oltre i 5.500 km
Al momento, il missile con la maggiore gittata in assoluto è il Sarmat russo, che, secondo quanto dichiarato dal Cremlino, può colpire fino a 18.000 km di distanza.
Nell’arsenale degli Stati Uniti, invece, la gittata maggiore è quella del Minuteman III, che arriva a 14.000 km. Questi missili sono vicini a raggiungere la “distanza finale”, cioè quella oltre la quale sarebbe inutile procedere. Infatti, poiché la circonferenza della Terra è di circa 40.000 km, un missile con una gittata da 20.000 km potrebbe colpire qualsiasi punto del pianeta da dovunque fosse lanciato.
La maggior parte dei missili balistici sono progettati per il lancio da basi terrestri. Esistono, tuttavia, anche missili balistici lanciati da sottomarini, come gli statunitensi Polaris (oggi fuori produzione) e Trident.
I missili da crociera. Classificazione in base alla velocità
I missili da crociera sono classificati prevalentemente in base alla velocità.
- Ipersonici, con velocità pari almeno a mach 5, cioè cinque volte la velocità del suono (che è pari a mach 1, cioè 1.234,8 km/h)
- Supersonici, tra mach 1 e mach 5
- Subsonici, al di sotto della velocità del suono
Alcuni missili da crociera hanno un raggio intercontinentale, ma in genere per le distanze più lunghe sono preferiti i missili balistici.
I cruise possono essere lanciati da terra, dall’aria e da mezzi navali. Per esempio, alcuni missili russi usati in Ucraina sono missili aviolanciati da crociera (o con una tecnologia simile: a planata): gli aerei si alzano in volo in territorio russo e, senza spostarsi di molto, li fanno partire, colpendo obiettivi a grande distanza.
Armamenti e testate multiple
I missili possono essere armati con esplosivo convenzionale o con testate nucleari. Tuttavia quelli più potenti, come gli intercontinentali (ICBM), sono pensati solo per trasportare bombe nucleari, perché se fossero armati con esplosivo convenzionale il costo di costruzione non sarebbe proporzionato al danno inflitto al nemico: non varrebbe la pena sprecare un costosissimo ICBM per far esplodere una bomba “normale”. Non a caso, solo i Paesi dotati di armi atomiche possiedono gli ICBM e, poiché non ci sono state guerre tra potenze nucleari, fino a ora essi non sono mai stati usati in combattimento.
Esistono, inoltre, altri sistemi per massimizzare il danno inflitto al nemico. I missili più efficienti montano testate multiple, dette MIRV (Multiple Independently targetable Reentry Vehicles), sperimentate sin dagli anni ’60: un singolo missile trasporta più testate ed è in grado di sganciarle su obiettivi diversi.
Ancora più efficiente è la tecnologia MARV (Maneuverable Reentry Vehicle), introdotta nei primi anni ’80: le testate multiple di un missile sono capaci di compiere manovre di volo al rientro nell’atmosfera, per rendere più difficile l’intercettazione.