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4 Maggio 2025
18:30

Nelle foreste di Chernobyl si trova un gigantesco radar sovietico abbandonato, il DUGA-3

A pochi km da Chernobyl si trova il sistema radar DUGA-3, utilizzato per un più di dieci anni tra il 1976 e il 1989 durante la Guerra Fredda per monitorare il lancio di missili.

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Nelle foreste di Chernobyl si trova un gigantesco radar sovietico abbandonato, il DUGA-3
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A circa 10 km dall'ex-centrale nucleare di Chernobyl, in Ucraina, si trova un'installazione militare sovietica della quale in realtà non si sente parlare spesso: il radar DUGA-3. Si tratta di un radar Over The Horizon (anche abbreviato OTHR) il cui obiettivo era quello di "vedere" oltre l'orizzonte per individuare un eventuale lancio di missili da parte degli USA sul territorio sovietico. Questa struttura, attiva dal 1976 al 1989, è a dir poco imponente, visto che misura 150 metri di altezza per 700 di larghezza e mentre era in funzione emetteva un caratteristico rumore ripetitivo ad altra frequenza che gli valse il soprannome di "picchio russo".

Come funzionano i radar Over the Horizon e a cosa servono

Prima di scendere nel dettaglio, è bene fare una panoramica per capire brevemente come funzionavano i radar OTHR. Normalmente un radar è in grado di fornire informazioni su un'area che non superi l'orizzonte: per aumentarne la portata è necessario sfruttare la ionosfera. Si scoprì infatti che certe lunghezze d'onda potevano essere riflesse dalla ionosfera, irradiare il bersaglio e ritornare indietro seguendo lo stesso percorso. Sfruttando questo principio era possibile raggiungere bersagli posti fino a 3000 km di distanza. Elaborando i segnali digitalmente era possibile identificare il lancio di eventuali missili e, tramite l‘effetto doppler, capire la loro velocità e verso dove erano diretti, permettendo alla catena di comando di reagire tempestivamente (almeno in teoria) per sventare questa minaccia.

OTH ionosfera riflesso
Illustrazione del funzionamento di un OTHR. Credit: RAAF

Le caratteristiche del radar DUGA-3

Il sistema DUGA-3 fu realizzato al di fuori del centro abitato di Gomel, vicino a Chernobyl, ed entrò in funzione per la prima volta nel 1976. Sul progetto non abbiamo a disposizione molte informazioni: dopo il disastro nucleare il sito fu abbandonato e tutti i documenti relativi al progetto furono demoliti o archiviati a Mosca.

Detto ciò, sappiamo che si trattava di un radar ricevitore, visto che il centro di trasmissione si trovava a circa 60 km nel centro abitato di Lubech-1, anch'esso oggi abbandonato. Il sistema captava i segnali provenienti dagli Stati Uniti d'America con l'obiettivo di individuare tempestivamente attacchi nucleari diretti verso l'ex-Unione Sovietica. Solo in un secondo tempo verrà realizzato anche un altro sistema di antenne, simile al primo ma indirizzato verso oriente.

Mentre era in funzione, tra un segnale radio e il successivo il DUGA-3 produceva a intermittenza un rumore udibile chiaramente dai radioamatori, che soprannominarono quindi questo impianto "russian woodpecker", cioè "picchio russo". In un secondo momento il governo sovietico, nonostante negasse di essere il diretto responsabile, modificò le frequenze di segnale per evitare di causare interferenze con aerei commerciali.

La fine di Duga-3

A conti fatti, il DUGA-3 non riuscì mai a intercettare alcun missile, visto che la Guerra Fredda si concluse senza attacchi diretti tra le due superpotenze. Oltre a questo, diversi ricercatori e tecnici in un secondo momento hanno messo in dubbio l'effettiva efficacia di questo sistema. Secondo loro il DUGA-3 in caso di attacco non sarebbe stato in grado di fornire in maniera sufficientemente precisa e tempestiva delle informazioni utili. Questo, in parte, anche a causa di una ridotta conoscenza delle proprietà della ionosfera.

Come è facilmente intuibile però il disastro nucleare del 26 aprile 1986 mise definitivamente la parola fine a questo progetto militare. Tutti gli addetti ai lavori furono presto evacuati, abbandonando questo muro metallico all'interno della zona radioattiva. In realtà nel corso del tempo diversi operai raggiunsero il luogo per riportare a Mosca le componenti di maggior valore, mentre una piccola parte di queste venne trafugata illegalmente negli anni seguenti all'abbandono.

Sono un geologo appassionato di scrittura e, in particolare, mi piace raccontare il funzionamento delle cose e tutte quelle storie assurde (ma vere) che accadono nel mondo ogni giorno. Credo che uno degli elementi chiave per creare un buon contenuto sia mescolare scienza e cultura “pop”: proprio per questo motivo amo guardare film, andare ai concerti e collezionare dischi in vinile.
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