
Nelle ultime ore hanno iniziato a circolare notizie allarmistiche su un'eventuale chiamata alle armi per i cittadini, dopo che il Comune di Roma ha pubblicato sul suo sito una “Lista di leva per i nati nel 2008”. In realtà, non esiste nessuna chiamata alle armi, né tantomeno un ritorno alla leva militare obbligatoria: si tratta semplicemente di una procedura ordinaria, prevista dall'articolo 1932 del Codice dell'Ordinamento Militare, che impone a tutti i Comuni d'Italia di pubblicare, una volta l'anno, un elenco dei cittadini di sesso maschile che compiono il 17esimo anno di età.
Lo scopo di questa procedura è puramente informativo: in Italia, infatti, la leva obbligatoria è sospesa (e non abolita) dal 1° gennaio 2005, ma resta l’obbligo di iscrizione e pubblicazione delle liste di leva, che restano consultabili per i 15 giorni successivi.
Perché non c'è nessuna chiamata alle armi per i giovani italiani
Non esiste alcun allarme sul ritorno della leva militare obbligatoria: i giovani italiani, quindi, non saranno chiamati alle armi. La notizia della pubblicazione della “lista di leva per i nati del 2008” ha però suscitato parecchio scalpore: in realtà questi elenchi, diffusi il 31 gennaio 2025 sul sito del Comune di Roma, fanno parte di una procedura ordinaria, che impone ai Comuni di tutta Italia la pubblicazione di una lista contenente i nomi dei cittadini di sesso maschile che compiono di 17 anni.
Nello specifico, questa procedura è regolata dall'articolo 1932 del Codice dell'Ordinamento Militare, che stabilisce che:
Il 1° gennaio di ogni anno il Sindaco di ciascun comune, quale ufficiale di governo ai sensi degli articoli 14 e 54 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, con apposito manifesto, rende noto:
a) ai giovani di sesso maschile che nell'anno stesso compiono il diciassettesimo anno di età, il dovere di farsi inserire nella lista di leva del Comune in cui sono legalmente domiciliati; […]
Si tratta di una procedura ordinaria, svolta ogni anno, e che ha semplice valore di informazione nei confronti dei cittadini: la redazione di questi elenchi, quindi, è sempre esistita e non ha nulla a che vedere con le recenti preoccupazioni di un'eventuale Terza Guerra Mondiale. Queste liste, emanate da tutti i Comuni d'Italia, restano pubbliche per 15 giorni, per poi essere ritirate per motivi di privacy.
Va comunque ricordato che, in Italia, la leva militare obbligatoria non è stata abolita, ma è stata semplicemente sospesa con la Legge 226/2004: in altre parole, dal 1° gennaio 2005 le chiamate alle armi per i civili sono state sospese e, per il momento, l'arruolamento nell'esercito avviene solo su base volontaria.
Quali sono i criteri per un eventuale ripristino della leva militare obbligatoria
In ogni caso, anche se la leva militare obbligatoria dovesse essere ripristinata, la procedura non sarebbe così semplice. Il Codice dell'Ordinamento Militare, all'articolo 1929, prevede che l'obbligatorietà della leva possa essere ripristinata se:
- È stato deliberato lo Stato di Guerra, così come previsto dall'articolo 78 della Costituzione, oppure
- Se una grave crisi internazionale, nella quale l'Italia è coinvolta direttamente o in ragione della sua appartenenza a una organizzazione internazionale, giustifica un aumento della consistenza numerica delle Forze armate.
Se una delle due condizioni dovesse verificarsi, sarebbe comunque necessario un Decreto del Presidente della Repubblica, previa deliberazione del Consiglio dei Ministri, ma solamente se “il personale volontario in servizio è insufficiente e non è possibile colmare le vacanze di organico”. In altre parole, se l'Italia dovesse trovarsi implicata in una guerra che coinvolge la NATO e il numero di soldati delle Forze armate italiane non dovesse rivelarsi sufficiente, allora si potrebbe optare per un ripristino della leva militare obbligatoria.
Quali cittadini sarebbero eventualmente richiamati alle armi e come funziona per le donne
Anche in caso di dichiarazione di Stato di Guerra, comunque, i civili italiani non sarebbero i primi a essere arruolati, ma si procederebbe secondo un principio di gradualità: si partirebbe infatti da tutte le Forze armate regolari, ossia Esercito, Marina Militare, Aeronautica Militare e Arma dei Carabinieri. Forze di Polizia e Vigili del Fuoco, invece, sarebbero esonerati.
In secondo luogo, verrebbero richiamati alle armi tutti gli ex militari che hanno raggiunto il proprio termine di servizio da meno di 5 anni. Solo in ultima istanza, lo Stato potrebbe decidere di richiamare i civili tra i 18 e i 45 anni, previa visita medica per verificarne l’idoneità. Ma per le donne come funziona? In questo caso, la legge non indica espressamente le donne tra i civili coinvolti dall'ipotetica leva militare obbligatoria.
L'ingresso delle donne nell'Esercito Italiano è infatti regolato dalla Legge 380/1999, poi inserita nel Codice dell'Ordinamento Militare all'articolo 623, che riconosce condizioni di assoluta parità tra il personale maschile e quello femminile. Tuttavia, l'articolo 1929 del COM, che regola l'eventuale reintroduzione della leva militare obbligatoria, non indica espressamente le donne tra i cittadini tra i 18 e i 45 anni che dovrebbero rispondere alla chiamata alle armi e, di conseguenza, non implica l'obbligo di difesa della Patria per la popolazione femminile.