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14 Agosto 2022
7:30

Nuovo Ponte Genova San Giorgio: le tappe della ricostruzione dopo il “Morandi”

Ripercorriamo la storia della ricostruzione del nuovo Ponte Morandi dopo il crollo del 2018. Vi raccontiamo chi, come e quando ha riprogettato il Viadotto Genova San Giorgio.

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Nuovo Ponte Genova San Giorgio: le tappe della ricostruzione dopo il “Morandi”
viadotto san giorgio

Genova, 15 aprile 2019: con la posa del primo palo inizia ufficialmente la ricostruzione del Viadotto Genova San Giorgio a seguito del crollo del Ponte Morandi, avvenuto il 14 agosto 2018. Il nuovo ponte, realizzato dall'architetto Renzo Piano, è stato inaugurato il 3 agosto 2020. Ripercorriamo brevemente la sua storia.

Il vecchio Ponte Morandi

Il vecchio Ponte Morandi, noto anche come anche come "Viadotto Morandi", "Viadotto Polcevera" o "Ponte delle Condotte" fu costruito tra il 1963 e il 1967 dalla Società Italiana per Condotte d’Acqua e inaugurato a Genova il 4 settembre 1967 dal presidente della Repubblica Giuseppe Saragat. Il ponte, a trave strallata, si estendeva per 1.182 m tra i quartieri di Cornigliano e Sampierdarena ed era composto da piloni in cemento armato alti fino 90 m: rappresentava, per l'epoca, una struttura avveniristica e innovativa.

A seguito di un drammatico crollo strutturale avvenuto il 14 agosto 2018, il vecchio Ponte Morandi è stato quindi abbattuto e sostituito dall'attuale Viadotto Genova San Giorgio, accessibile dal 3 agosto 2020.

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Genova – Veduta Ponte Morandi dalla collina di Coronata. Credit: Bbruno (CC BY–SA 3.0)

Il crollo

Il Ponte Morandi ha subito un cedimento strutturale la mattina di martedì 14 agosto 2018, causando il decesso di 43 persone.
Far luce sulle cause del crollo è tutt'ora una questione irrisolta: l'ipotesi più accreditata – per altro rafforzata dal video di sorveglianza di un'azienda della zona – è quella del cedimento di uno strallo, un tirante che sorregge le parti più esterne dell'impalcato interessando la pila n°9 del ponte.

Sulla base delle perizie effettuate a seguito del crollo, l'umidità e l'aria salmastra si sarebbero infiltrate nella struttura corrodendo i cavi che la costituivano: la corrosione avrebbe fatto perdere le qualità meccaniche dei cavi e aumentandone il volume, determinando delle fratture nel cemento. Il cedimento dello strallo ha poi generato un'istantanea redistribuzione dei pesi, con il conseguente crollo della pila n°9. Dalle indagini risulterebbero diverse segnalazioni riguardanti la precarietà della struttura, avvenute a seguito di verifiche in loco che dimostrerebbero la presenza di fratture consolidate nel cemento.

Le operazioni di demolizione

I lavori di demolizione delle porzioni rimaste intatte hanno avuto inizio nel febbraio 2019 a seguito dell'apertura del cantiere di demolizione il 14 dicembre 2018 (e della sua inaugurazione il giorno successivo). L’appalto è stato affidato a un gruppo composto da 5 aziende: Fagioli, Fratelli Omini, Ipe Progetti e Ireos e Vernazza Autogru. L'esplosione delle pile 10 e 11 del viadotto è avvenuta alle ore 9:37 del mattino di venerdì 28 giugno a seguito delle quali ciò che restava dei piloni si è sbriciolato tra fitte nubi di polvere.

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Esplosione del Ponte Morandi, 28 giugno 2019. Credit: Cesare Deserto (CC BY 3.0)

Il progetto del nuovo viadotto Genova San Giorgio

Il viadotto Genova San Giorgio (o viadotto Polcevera) è stato ideato dall'architetto Renzo Piano e realizzato dalle società Webuild e Fincantieri per sostituire il tratto interessato dalla vecchia viabilità ormai crollata e demolita. Il progetto esecutivo è stato realizzato da Italferr e la direzione lavori dalla società Rina.

La struttura a due carreggiate, lunga 1.067 m e alta oltre 80 m, attraversa con le sue 18 pile di cemento armato i quartieri di Certosa, Sampierdarena e Cornigliano nella Val Polcevera (GE) e costituisce, assieme ai relativi svincoli, il tratto iniziale dell'autostrada A10 Genova-Ventimiglia (nota anche come Autostrada dei Fiori).

La ricostruzione del nuovo Ponte di Genova e l'inaugurazione

A seguito dell'incidente avvenuto nel 2018, la viabilità è stata ripristinata ridisegnando lo skyline della città grazie a un progetto innovativo realizzato in tempi record. Il nuovo ponte è ben diverso dal precedente ed è, come affermato dallo stesso Piano, "[…] bello, solido, semplice".

A partire dalla consegna delle aree, l'opera di ricostruzione è durata 12 mesi, coinvolgendo nel cantiere oltre 1.000 persone impiegate in più di 40 mestieri che hanno lavorato a turno 24 ore su 24 e 7 giorni su 7 per garantirne la realizzazione nel minor tempo possibile. Oltre ai due colossi delle infrastrutture Webuild e Fincantieri, sono state oltre 330 le imprese che hanno contribuito alla realizzazione del nuovo viadotto, fornendo un supporto economico del valore di 160 milioni di euro.

Si tratta di un'infrastruttura strategica per la mobilità nazionale che ospita un transito medio di 43.200 mezzi al giorno, costruita utilizzando oltre 67.000 metri cubi di calcestruzzo e quasi 25.000 tonnellate di acciaio.

Finalmente, dopo due anni di mancata comunicazione, il 3 agosto 2020 la città di Genova ha di nuovo il suo ponte: il nuovo viadotto è stato inaugurato tra orgoglio e commozione da parte dei cittadini e delle aziende coinvolte, diventando un simbolo di rinascita per la Liguria e tutto il Paese.

Credo non esista una parola giusta per definirmi: sono naturalista, ecologa, sognatrice e un po’ artista. Disegno da quando ho memoria e ammiro il mondo con occhio scientifico e una punta di meraviglia. Mi emoziono nel capire come funziona ciò che mi circonda e faccio di tutto per continuare a imparare. Disegno, scrivo e parlo di ciò che amo: natura, animali, botanica e curiosità.
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