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Il paracadute balistico per la sicurezza in volo: cos’è e perché gli aerei di linea non lo hanno

Il paracadute balistico è un sistema di emergenza per aerei leggeri: un razzo spara un paracadute collegato al velivolo per salvarne gli occupanti. Non si usa sugli aerei di linea perché, a causa dell'alta velocità e del peso, l'apertura creerebbe uno strattone così violento da distruggere l'aereo.

6 Ottobre 2025
18:30
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Il paracadute balistico per la sicurezza in volo: cos’è e perché gli aerei di linea non lo hanno
Video a cura di Andrea Moccia
Direttore editoriale di Geopop
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Il paracadute balistico è un sistema di sicurezza progettato per salvare i passeggeri e l'intero velivolo in situazioni di emergenza, come avarie a bassa quota o perdita di controllo. Azionato da una maniglia in cabina, un piccolo razzo espelle un grande paracadute collegato alla fusoliera, permettendo all'aereo di scendere lentamente a terra. Questo sistema, efficace su aerei leggeri, non può essere installato sui grandi aerei di linea per diversi motivi. Le dimensioni e il peso di un paracadute in grado di sostenere un jet sarebbero proibitivi, aumentando consumi ed emissioni. Ma il problema insormontabile è la velocità: aprire un paracadute a centinaia di chilometri orari genererebbe uno strattone così violento da disintegrare l'aereo e non lasciare scampo ai passeggeri.

Cos’è un paracadute balistico, come funziona e su quali aerei viene installato

Il concetto non è nuovo. Per gli aerei leggeri esistono i cosiddetti paracadute balistici, sviluppati per la prima volta dalla Ballistic Recovery Systems (BRS) in Minnesota. Questi sistemi sono progettati per entrare in funzione in condizioni critiche: a bassa quota, a bassa velocità, persino in caso di vite incontrollate cioè quando l’aereo precipita ruotando su sé stesso. Situazioni in cui un normale paracadute non riuscirebbe nemmeno ad aprirsi.

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Il paracadute balistico utilizzato sugli aerei ultraleggeri. Credit: NASA

Il funzionamento ricorda quello dei sedili eiettabili: una reazione a catena che non può essere fermata.

In caso di emergenza, il pilota tira una maniglia posizionata in cabina. Questo gesto attiva un percussore – una sorta di grilletto meccanico – che innesca una cartuccia pirotecnica, cioè un piccolo esplosivo. La carica accende il propellente solido del razzo che, attraverso la sua spinta, espelle il paracadute.
Prima di essere lanciato, il razzo, se necessario, spinge via un pannello di plexiglass e espelle il pacchetto contenente il paracadute, lanciandolo lontano dall'aereo per evitare che si impigli nella struttura o nelle eventuali eliche.

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L’apertura di un paracadute balistico che salva gli aerei durante le situazioni d’emergenza. Credit: NASA

Ma il vero problema è la velocità dell’aereo: se il paracadute si aprisse in maniera istantanea provocherebbe uno strattone così violento da danneggiare l’aereo e il pilota. La soluzione ingegneristica adottata è lo slider (o cursore): un semplice anello di tessuto che, al momento dell'espulsione, impedisce al paracadute di aprirsi immediatamente e completamente. Questo dispositivo scorre lentamente lungo le funi del paracadute, regolando progressivamente l’apertura della calotta così da ridurre l'impatto iniziale con l'aria e limitando sollecitazioni eccessive.
Il paracadute è saldamente collegato alla struttura dell’aereo con delle cinghie di fissaggio e delle funi in materiale sintetico o in kevlar. Questi sono spesso fusi o incollati all’interno (o sopra) la fusoliera e si distendono durante l’apertura, mantenendo l’aereo agganciato.

L’obiettivo principale è salvare le persone, non preservare l’aereo, che di solito subisce danni.

Perché gli aerei di linea non hanno un paracadute?

I motivi tecnici per cui gli aerei di linea non hanno un paracadute gigante sono numerosi: dalle dimensioni colossali, al peso, fino agli enormi carichi di apertura. Per i piccoli aerei, i paracadute balistici restano una soluzione efficace. Ma per i voli commerciali, la sicurezza continua a dipendere da ciò che già conosciamo: manutenzione accurata, sistemi ridondanti e procedure rigorose.

La grandezza

Consideriamo Un aereo di linea medio, come un Airbus A320 pesa 75 tonnellate servirebbe un paracadute di 150 metri di diametro, che equivale a un campo e mezzo da calcio. Oppure se prendiamo un Boeing 747 che pesa circa 400 tonnellate, per rallentarlo a 7 m/s servirebbe un paracadute da 360 metri, che equivale quasi a 4 campi da calcio. Solo il tessuto peserebbe tra le 10 e le 20 tonnellate.

Il peso e i consumi

Oltre al tessuto, bisognerebbe aggiungere funi, strutture di ancoraggio e razzi di espulsione: tonnellate extra. Risultato? Più consumo di carburante, più emissioni e biglietti più cari.

I carichi di apertura

Il problema più serio è la forza al momento dell’apertura. Un aereo di linea non scende mai sotto i 250-300 km/h. Aprire un paracadute a queste velocità significa produrre uno strattone devastante, un picco di forze: fusoliera, cavi e soprattutto passeggeri subirebbero sollecitazioni insostenibili. È come aprire un ombrellone in autostrada.

Il tempo di apertura

Un sistema del genere dovrebbe aprirsi gradualmente, in diversi secondi. Ma spesso gli incidenti avvengono a bassa quota: il paracadute non avrebbe il tempo di dispiegarsi completamente.

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