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Gli antichi Assiri, più di due millenni fa, associavano le diverse emozioni a parti del corpo simili rispetto a quanto facciamo noi oggi, anche se con alcune interessanti differenze. È il risultato di uno studio eseguito da ricercatori di diversi istituti di neuroscienze tedeschi e finlandesi e pubblicato su iScience, che ha prodotto una mappatura corporea completa delle emozioni e delle loro basi corporee nella lingua accadica a partire da un corpus di tavolette cuneiformi scritte in accadico (una lingua semitica estinta, imparentata con l'arabo e l'ebraico) durante il periodo neo-assiro (911-626 a.C.) contenenti più di un milione di parole. Ci sono alcune differenze rispetto alla percezione contemporanea delle emozioni, per esempio: per gli Assiri la felicità era più associata al fegato rispetto a oggi e la rabbia era particolarmente associata alle gambe.
Studi recenti hanno dimostrato che le sensazioni corporee associate alle emozioni sono straordinariamente simili tra culture diverse, suggerendo una base biologica condivisa. Questo studio è dunque importante perché permette di valutare se tali somiglianze persistono anche nelle culture antiche, come appunto quella degli Assiri.
Lo studio ha selezionato i termini attinenti al linguaggio delle emozioni e ha suddiviso queste ultime in diverse categorie: tristezza, disagio, sofferenza, rabbia, gioia, Schadenfreude (prestito dal tedesco che indica la gratificazione che si prova per la sfortuna altrui), piacere, paura, disgusto, amore, desiderio, odio, simpatia, invidia, orgoglio, vergogna, eccitazione sessuale.

Le emozioni descritte nei testi accadici (sia da natura amministrativa che letteraria), attraverso delle metafore, sono state associate a determinate reazioni corporee, esattamente come facciamo noi in italiano, con modi di dire come "rodersi il fegato", "far venire le palpitazioni" ecc. Una volte suddivise le emozioni e le parti del corpo interessate menzionate nel corpus letterario, i ricercatori tedeschi e finlandesi hanno elaborato dei modelli 3D del corpo umano per raffigurare graficamente l'azione che ciascuna emozione aveva sul fisico secondo la percezione degli antichi Assiri. Le emozioni sono state raggruppate in quattro cluster che hanno lasciato fuori quelle di più incerta collocazione, come eccitazione sessuale, vergogna, disgusto e invidia:
- Simpatia e Schadenfreude – Emozioni sociali legate al riconoscimento delle emozioni altrui, sia in senso positivo (simpatia) che negativo (piacere derivato dalla sfortuna altrui). Queste emozioni sono associate alla zona del torso (soprattutto petto), gola e parte inferiore del viso.
- Emozioni Positive: Felicità e Piacere – Emozioni legate a uno stato di benessere, come la felicità e il piacere. Entrambe le emozioni mostrano un'associazione forte e coerente con il fegato.
- Orgoglio, Desiderio e Amore – Emozioni positive complesse e spesso legate alla relazione con gli altri. Queste emozioni condividono l'associazione con il fegato e il cuore. Desiderio e amore invece sono associati alle gambe.
- Emozioni Negative: Tristezza, Paura e Rabbia – Emozioni spesso associate a disagio o conflitto, come tristezza, angoscia, paura, rabbia e disprezzo. Le prime due vengono associate a mani e testa, le seconde due alla parte superiore delle gambe, mentre l'ultima al fegato.

Le mappe corporee delle emozioni dei testi assiri in accadico riflettono somiglianze con le ricerche moderne. Emerge in particolare l'associazione con gli organi interni: il fegato è sede di emozioni quali rabbia e felicità, in linea con le interpretazioni moderne. Inoltre la rappresentazione accadica dell'amore coinvolge cuore, fegato, genitali e, curiosamente, ginocchia, suggerendo un'interessante variabilità culturale. Occorre specificare che le emozioni accadiche sembrano essere più contestuali rispetto alle categorie moderne, evidenziando una comprensione diversa del corpo e delle emozioni.

I risultati, in linea con le ricerche dell'assiriologia (la disciplina storica che si occupa dello studio delle antiche civiltà mesopotamiche) sull'incarnazione delle emozioni, rivelano anche nuove opportunità di approfondimento. Nelle intenzioni dei ricercatori, questo metodo è applicabile anche a epoche e lingue diverse, consentendo confronti tra culture su come le emozioni incarnate sono state espresse e discusse, andando a perfezionare un approccio multidisciplinare che comprenda anche la psicologia e la letteratura.