Non possiamo negarlo: quando siamo in macchina diventiamo più aggressivi e quando siamo alla guida ci arrabbiamo più frequentemente del solito. Succede quasi a tutti, più precisamente le statistiche ci dicono che una persona su tre ammette di avere comportamenti aggressivi alla guida. È un fatto noto in psicologia e ha un nome preciso: road rage, letteralmente “rabbia da strada”. Ma perché succede?
Lo vediamo insieme in questo articolo, cercando di capire sia i fattori esterni a noi che interni, e alcune tattiche che possono essere adottate per evitare questo comportamento pericoloso per la nostra sicurezza e quella degli altri.
Le cause della rabbia al volante
Sono diversi i motivi della “rabbia al volante”, dal fatto che l'automobile è una barriera che impedisce il confronto al rischio che percepiamo in condizioni di sovraccarico cognitivo alla sgradevole sensazione di perdita di tempo che abbiamo quando siamo bloccati nel traffico.
L'automobile come un luogo protetto
Un aspetto estremamente interessante della rabbia che esibiamo quando siamo al volante, è dovuto non tanto all'influenza che ha l'esterno su di noi che stiamo guidando, bensì dal fatto che ci troviamo in un “luogo protetto”. Stare dentro a un'automobile ci dà infatti la sensazione di essere protetti da un guscio, una corazza, e per questo meno timorosi della reazione che la nostra rabbia potrebbe scaturire. In poche parole: tra noi e chi stiamo “insultando” c'è un muro invalicabile, quindi nessuno ci farà nulla se lo aggrediremo.
Questa sensazione di protezione ci porta ad avere comportamenti che non avremmo mai all'esterno dell'abitacolo. Vi ricorda qualcosa questo concetto? Se avete pensato ai social network, non avete torto. Anche quando siamo online ci sentiamo protetti dalla mancanza di confronto fisico e per questo è comune usare atteggiamenti poco rispettosi, che mai – o difficilmente – mostreremmo dal vivo.
Il sovraccarico cognitivo e l'ostilità
Per numerosi psicologi, stare al volante provoca un cosiddetto sovraccarico cognitivo. Significa che dobbiamo prestare attenzione a una molteplicità di fattori – i pedoni, i motorini, le altre auto, la condizione della strada, i segnali stradali e così via. Si attivano quindi aree del nostro cervello che anticamente si mettevano in moto quando avevamo la sensazione di pericolo.
È come se l'essere umano non si fosse ancora del tutto adattato da un punto di vista biologico-evolutivo a vivere in società civilizzate e iper-costruite, per cui gli ambienti più affollati vengono percepiti come ostili e attivano le nostre caratteristiche antisociali: per questi studi, l'uomo è fatto per vivere in piccoli gruppi, per cui interagire con un grande numero di persone estranee che sono in “competizione” con noi – chi riuscirà a parcheggiare per primo? – crea diffidenza e rischi.
Questa teoria è consolidata dal fatto che chi vive in grandi città tende ad essere più stressato alla guida, perché appunto gli stimoli sono maggiori e maggiore è quindi lo stress a cui siamo sottoposti.
Le barriere fisiche e temporali
Un'altra causa della road rage è la percezione di star perdendo del tempo. Per esempio, molti preferiranno due ore e mezza di auto senza intoppi piuttosto che una di due ore ma in cui c'è molto traffico. Questo perché il traffico, o in generale le barriere fisiche che si incontrano durante la guida, ci danno la sensazione di essere in ritardo oppure perdere del tempo prezioso. Quando invece la strada è sgombra, anche se in ritardo non proviamo questa rabbia.
A volte poi, la competizione di cui parlavamo sopra ci fa pensare che chi ci sta intralciando dall'arrivare a destinazione lo stia facendo apposta, e non perché – magari – è in difficoltà alla guida. Per gli studi, nasce in noi una sorta di superiorità, come a dire: "Io quel parcheggio l'avrei fatto meglio e più velocemente, non avrei bloccato tutta la strada per 5 minuti. Forse, il guidatore lo sta facendo apposta per innervosirmi".
La sensazione di rischio
Anche sentirsi messi a rischio fa nascere in noi una forte rabbia. Istintivamente, se qualcuno – anche se per sbaglio – fa una manovra azzardata e ci sentiamo minacciati, tendiamo a rispondere in modo ostile.
La differenza tra guida aggressiva e road rage
C'è una distinzione da fare, anche se lieve. La rabbia al volante e l'aggressività alla guida non sono la stessa cosa, anche se possono coincidere. C'è infatti chi adotta uno stile di guida molto pericoloso anche se non derivato da rabbia, ma da incoscienza o da senso di superiorità nei confronti degli altri guidatori, che lo portano a guidare veloce, passare con il rosso, cambiare corsia senza segnalare, tallonare chi si trova davanti, suonare continuamente il clacson e così via. Situazione diversa è invece quella di chi è innervosito dal traffico, dalla pressione psicologica di trovarsi alla guida e dover fare attenzione a molti fattori.
La guida aggressiva, comunque, si tramuta molto facilmente in road rage, soprattutto quando si subiscono critiche dagli altri utenti della strada. Lo stesso vale per chi si mette alla guida già arrabbiato: basta incontrare un ostacolo o qualsiasi genere di ostilità, per dare sfogo alla propria rabbia.
Come gestire la rabbia al volante e mantenere la calma quando si guida
Mantenere la calma al volante è importante non solo per la nostra salute mentale, ma anche per la sicurezza nostra e di chi ci sta intorno. Uno studio della National Highway Traffic Safety Administration negli USA ha stimato che circa il 67% degli incidenti stradali è dovuto a un comportamento aggressivo alla guida, conseguenza diretta della road rage.
Anche se può sembrare banale, la risposta più semplice è: mantenere la calma. Mi spiego meglio: più cerchiamo di ridurre l'ostilità verso gli altri utenti della strada, maggiormente saremo in grado di mantenere la calma. La rabbia al volante è un circolo vizioso: più siamo nervosi e più innervosiamo gli altri. Per cui gli accorgimenti suggeriti dall'American Automobile Association's Foundation for Traffic Safety sono i seguenti:
- mantenere la distanza di sicurezza;
- usare le frecce e consentire agli altri di introdursi nella propria corsia;
- usare il clacson solo se strettamente necessario, in caso di forte pericolo;
- evitare il contatto visivo con guidatori alterati;
- non rispondere alle aggressioni altrui.