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9 Dicembre 2024
9:00

Cosa succede nel cervello quando proviamo gioia? La biochimica di questa emozione primaria

La gioia è un'emozione di base, universale ma complessa da definire, con varie sfaccettature neurochimiche e psicologiche (ma diversa dalla felicità). È modulata dall'interazione tra diverse sostanze (dopamina, serotonina, endorfine, ossitocina) e aree del cervello coinvolte nel processo di ricompensa, gratificazione e gestione delle emozioni sociali.

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Cosa succede nel cervello quando proviamo gioia? La biochimica di questa emozione primaria
Gioia emozione neuroscienze

I film della Disney ce lo hanno fatto vedere: la gioia è una delle emozioni fondamentali dell'essere umano (e non solo). Non ha però le sembianze di una fatina effervescente, ma assomiglia più ad un cocktail di sostanze in circolo in alcune zone specifiche del nostro cervello. A livello neurochimico, la gioia è infatti il risultato di un complesso gioco di interazioni tra neurotrasmettitori e circuiti neurali. Si parla infatti di gratificazione, motivazione, emozioni positive e di ricompensa come un insieme generale di sensazioni che identificano, nella nostra esperienza, i momenti di gioia. Le principali sostanze coinvolte sono la dopamina, la serotonina, le endorfine e l'ossitocina, che inebriano zone profonde del nostro cervello, come lo striato ventrale, la corteccia prefrontale, l'amigdala e l'ipotalamo.

La gioia, pur essendo un'emozione di base, è un'emozione complessa

Dal lavoro di Paul Ekman, la gioia è generalmente considerata dagli psicologi una tra le emozioni di base, definite tali in quanto universali (riscontrabili in tutte le culture) e osservabili attraverso le espressioni facciali, che si accompagnano a manifestazioni fisiologiche e comportamentali distintive.

Eppure rimane complesso definire le sfaccettature psicologiche e le trame neurali che danno vita a questa sensazione, e quando gli scienziati vanno a cercarla nel cervello si trovano a dover sezionare questa emozione che per essere compresa a livello neuroscientifico viene scomposta analizzando i circuiti di gratificazione, motivazione, emozioni positive e ricompensa, sensazioni  che complessivamente identifichiamo come gioia. Suggerendoci così che la gioia appare più come un mosaico neurocognitivo che una lineare campitura uniforme.

Sono tante infatti le sostanze e le aree del cervello che modulano e sono coinvolte in quelle sensazioni che, quando sperimentate, ci fanno dire senza dubbio di aver provato gioia e ancora di più sono le interazioni che scaturiscono dalla danza elettrochimica del nostro cervello in determinati contesti di vita.

Quali sostanze chimiche sono alla base della gioia?

La dopamina è sempre la prima sospettata quando si parla di ricompense per il cervello, e quindi anche di sensazione di felicità o di gioia. È la sostanza che ci spinge a cercare stimoli gratificanti e che guida il nostro comportamento verso la ricerca di ricompense, e lo fa con scariche di piacere intense associate a determinate azioni o esperienze.

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Il sistema dopaminergico e il sistema serotoninergico nei loro collegamenti.
Credit: NIH, Public domain, via Wikimedia Commons.

La serotonina, altro neurotrasmettitore chiave, ha un ruolo sulla regolazione dell'umore che è ormai evidente in letteratura scientifica. È studiata con particolare attenzione rispetto al suo legame con la depressione, e più in generale rispetto ai livelli di umore medio: in uno studio dell'università sudafricana del Witwatersrand emerge una diminuzione di comportamenti polemici e un miglioramento dell'umore in persone sane con elevata irritabilità alle quali è stato somministrato il triptofano (un amminoacido dal quale ricaviamo serotonina) rispetto al gruppo a cui veniva somministrato un placebo.

Poi troviamo l'ossitocina, un neuropeptide cruciale nella creazione e nel consolidamento dei legami sociali, nell'affiliazione e nel comportamento materno. Infine, ma altrettanto importanti, sono le endorfine, oppioidi endogeni che agiscono come analgesici naturali, modulando le nostre risposte al dolore e allo stress, contribuendo in particolar modo al raggiungimento di sensazioni di piacere e, addirittura,  di euforia!

Quali aree del cervello sono coinvolte nella gioia?

I neurotrasmettitori appena descritti agiscono su particolari aree del cervello, strettamente interconnesse nei processi positivi di gratificazione e ricompensa. Agisce in particolare sullo striato ventrale e nella corteccia prefrontale: il primo si trova sotto la corteccia, e fa quindi parte di regioni cerebrali più antiche

La prima area interessata è lo striato, anche chiamato "nucleo della base": è posizionato sotto la corteccia cerebrale e fa parte delle regioni cerebrali più antiche.  È costituito da varie strutture e, in particolare, la porzione denominata striato ventrale (la parte sottostante dello striato) è massicciamente collegata al nucleo accumbens, i cui neuroni utilizzano la dopamina come principale neurotrasmettitore. Svolge dunque un ruolo cruciale nel sistema di ricompensa del cervello e si attiva in risposta a stimoli gratificanti o in relazione alla ricerca di nuovi stimoli, spingendoci ad agire per raggiungerli e avere così nuove scariche di dopamina. Data la sua importanza nell'esperienza del piacere, vien da sè che lo striato ventrale svolge un ruolo significativo anche nell'emozione della gioia.

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I nuclei della base, posizionati sotto la corteccia cerebrale. Credits: DataBase Center for Life Science, via Wikimedia Commons

La corteccia prefrontale è invece "più razionale" e, valutando gli stimoli, svolge un imponente ruolo nella presa di decisioni e nella regolazione emotiva. La porzione cosiddetta ventromediale  riceve stimoli direttamente dallo striato ventrale: in questo modo integra le informazioni riguardanti le ricompense con altri aspetti del contesto decisionale, come le preferenze individuali e la valutazione delle conseguenze a lungo termine del perseguimento del piacere.

Poi c'è la celeberrima amigdala. Sempre nominata quando si parla di paura e ansia, negli ultimi anni è stata rivalutata grazie all'accumularsi di dati sul suo ruolo nelle emozioni positive e come contributo alla memorizzazione di eventi eccitanti. In studi sui primati non umani, l'amigdala si è attivata durante interazioni sociali positive, suggerendo che sia importante nella modulazione di comportamenti sociali adattivi. Studi di imaging cerebrale su esseri umani hanno evidenziato una maggiore attività dell'amigdala in risposta a stimoli di interazione sociale gratificante.

Infine, anche l'ipotalamo, struttura antica situata proprio al centro della nostra scatola cranica, entra in gioco nell'emozione della gioia in quanto, oltre a regolare funzioni fondamentali come la fame, la sete e la temperatura corporea, è responsabile del rilascio dell'ossitocina.

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