Spesso capita, magari quando si sta all'aperto in inverno, di sentire il naso che cola e scambiarlo magari con le prime avvisaglie di un raffreddore, ma in realtà si tratta di rinite indotta dal freddo o “naso dello sciatore”. Si tratta di una condizione causata dalla differenza di temperatura tra l'interno del naso e l'aria che inspiriamo. In parte è una risposta nervosa del nostro organismo, e in parte ha a che fare con l'umidità dell'aria che condensa nelle cavità nasali per via del freddo.
Il meccanismo che fa colare il naso quando fa freddo
Le cavità nasali sono calde e umide (l’umidità è quasi pari al 100%). Per questo riscaldano e umidificano l’aria in entrata, che così non arriva gelida all’interno dei polmoni. Quando l’aria fredda penetra nelle narici, provoca due reazioni:
- la stimolazione dei nervi sensoriali genera un riflesso colinergico che porta alla rinorrea (cioè il naso che cola);
- l’attivazione delle ghiandole sieromucose che aumentano la secrezione di film mucoso per ripristinare la corretta umidità dell’aria inspirata.
In pratica, il freddo stimola la produzione di muco per mantenere costante l'umidità all'interno del naso. Il liquido che cola dalle narici è però legato anche alla condensa causata dal passaggio di aria fredda: l’abbassamento della temperatura interna alle narici fa condensare l’umidità producendo acqua liquida. Quest’acqua si mescola con il muco, formando la perdita nasale tanto fastidiosa che ci costringe a cercare un fazzoletto.
La differenza tra il raffreddore e il “naso dello sciatore”
Il raffreddore è un’infezione virale delle vie respiratorie. Si tratta di una malattia molto comune (che per fortuna dura al massimo una decina di giorni) e può essere causata da più di 200 virus: i più comuni sono i rinovirus, gli adenovirus, i coronavirus, i virus influenzali e il virus respiratorio sinciziale. I sintomi sono noti: starnuti a volontà, abbondante produzione di muco, naso chiuso (la famosa “congestione nasale”) che si alterna al naso che cola (rinorrea), e nei casi peggiori si accompagna anche a mal di gola, catarro e tosse. Solitamente non è necessario assumere farmaci per guarire, è sufficiente bere molti liquidi e riposarsi.
Il “naso dello sciatore” è invece un particolare tipo di rinite indotto dall’aria fredda caratterizzato anch’esso da sintomi simili: rinorrea, congestione nasale e talvolta una moderata sensazione di bruciore all’interno delle narici che si accentua con il vento forte. Non ha nulla a che fare con i virus, non è una malattia e quindi ha una durata limitata alle ore in cui si è esposti alle basse temperature o poco più. Perché gli è stata attribuita questa particolare definizione? Perché la rinorrea e la congestione nasale sono molto comuni quando si scia, viste le basse temperature.
Chi è più soggetto al “naso dello sciatore”?
Secondo dati sperimentali, ci sono due categorie di persone che sono più soggette allo sviluppo di questa condizione: quelle che soffrono d’asma e/o di riniti allergiche.
Alcuni ricercatori ipotizzano che sarebbero colpiti da questa condizione anche coloro che hanno una mucosa che fa fatica a tenere il passo con l’eccessiva perdita d’acqua che si verifica durante l’esposizione all’aria fredda, e che quindi deve ripristinare l’equilibrio (in gergo l'omeostasi tissutale) attraverso appositi meccanismi di regolazione.