Perché ci si “congela” il cervello quando mangiamo il gelato e come evitare che succeda

Chi di noi non ha mai provato quell'orribile e improvviso mal di testa da congelamento mangiando un gelato, una granita o bevendo una bibita fredda troppo velocemente? Questo fenomeno è più comune di quanto si pensi. Ma perché accade? Molto probabilmente si tratta di un meccanismo di difesa del nostro organismo che coinvolge il nervo trigemino. In questo articolo, cercheremo di spiegare in modo semplice e comprensibile perché il nostro cervello sembra "congelarsi" quando si ingeriscono sostanze molto fredde troppo velocemente.

Il meccanismo fisiologico

Il mal di testa da gelato si può verificare quando ci si espone a sostanze molto fredde, ad esempio mangiando un gelato o una granita, bevendo una bibita ghiacciata, o anche quando si respira aria gelida o quando si immerge la testa in acque particolarmente fredde.

La cefalea associata alle sostanze fredde può verificarsi in varie zone della testa e della faccia, come la fronte o dietro agli occhi, e dura in genere al massimo pochi minuti. Tale fenomeno si verifica quando sostanze a temperature troppo basse vengono a contatto con il palato, ovvero la parte superiore della nostra bocca.

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Cosa succede nel nostro cervello quando non facciamo nulla?

Una possibile strategia di difesa

Una delle teorie più comuni, è che la cefalea da congelamento sia un effetto causato da una possibile strategia di difesa messa in atto dal nostro corpo per rispondere a stimoli freddi.

Il palato è una zona riccamente innervata e vascolarizzata, dal momento che è responsabile della percezione di molti degli stimoli sensoriali che provengono dalla bocca stessa. Quando il palato viene a contatto con sostanze fredde, i vasi sanguigni si restringono molto velocemente (vasocostrizione) e le terminazioni nervose vicine trasportano il segnale di freddo al cervello, facendogli credere che il nostro cranio si trovi in condizioni di freddo estremo.

In risposta allo stimolo freddo, quindi, il nostro cervello dilata alcune delle sue arterie principali, in particolare l'arteria cerebrale anteriore, per aumentare il flusso di sangue e riscaldarsi in risposta allo stimolo freddo. L'aumento della pressione del sangue sulle pareti delle arterie cerebrali provoca quindi la cefalea che noi associamo al gelato. Una volta che la temperatura del palato è tornata normale, il cervello può far tornare le arterie al loro diametro originale, interrompendo lo stimolo doloroso.

Perché ci viene male alla testa?

Tutti gli stimoli da e per il cervello quando il palato viene a contatto con sostanze molto fredde viaggiano attraverso il nervo trigemino. Il nervo trigemino è il nervo principale del nostro volto ed è responsabile dell'innervazione della maggior parte del nostro viso, per cui un segnale doloroso inviato dal cervello attraverso questo nervo si traduce in un dolore percepito anche in altre zone della faccia come gli occhi, la mascella e la fronte. Di conseguenza, nonostante il segnare per il cervello parta dal palato, il dolore lo sentiamo sulla fronte: questo fenomeno è chiamato dolore riferito e si verifica proprio quando il dolore non corrisponde alla zona interessata.

Come evitare o alleviare la cefalea da gelato

Il modo migliore per evitare il cosiddetto "brain freeze" (cervello congelato), è quello di mangiare lentamente, facendo quindi abituare il palato alla sensazione di freddo ed evitando il repentino restringimento dei vasi (lo studio ve lo lasciamo in fondo all'articolo).

Come abbiamo visto, questo tipo di emicrania dura al massimo pochi minuti. Tuttavia, se proprio non abbiamo resistito ed abbiamo mangiato il nostro gelato troppo in fretta, ci sono alcune rapide soluzioni da provare per alleviare il dolore:

• coprire naso e bocca con le mani e respirare rapidamente per aumentare la temperatura del palato;
• bere acqua a temperatura ambiente;
• premere la lingua contro il palato per apportare calore.