È risaputo che il fenomeno degli ultracentenari sia piuttosto diffuso in Giappone e in Italia. Ma com’è possibile che due popoli così lontani e così diversi tra loro siano molto simili dal punto di vista della longevità? Esistono dei punti in comune, sia di dieta che di vita quotidiana, che portano questi due popoli a rientrare nella classifica dell'aspettativa di vita più elevata al mondo e a contenere in sé 2 delle 5 "zone blu" del Pianeta, cioè dei contesti specifici in cui si vive più a lungo che altrove.
In sintesi, in Giappone la speranza di vita di circa 85 anni (il dato varia leggermente a seconda delle fonti consultate). Con quasi 90 mila centenari, inoltre, è ritenuto il Paese per eccellenza della longevità. Anche in Italia la speranza di vita è molto alta e per questo motivo rientra di diritto nella classifica degli Stati più longevi del Pianeta: nel 2022 il valore si è attestato a circa 83 anni. Vediamo cosa sono le "zone blu" e quali sono i fattori che incidono sulla speranza di vita e che accomunano i due Paesi.
Cosa sono le “Blue Zone” e cosa c'entra la Sardegna
Le Blue Zone (Zone Blu) sono un concetto individuato dagli studiosi Gianni Per e Michel Poulain per identificare delle aree demografiche e/o geografiche del mondo in cui si vive più a lungo rispetto alla media di tutto il resto del Pianeta. L'Italia contiene in sé una di queste aree e precisamente l'area dell'Ogliastra e il paese di Perdasdefogu, nella Sardegna centro-orientale. Le altre quattro zone blu del mondo sono le isole di Okinawa in Giappone e di Icaria in Grecia, la penisola di Nicoya in Costa Rica e la comunità di Loma Linda in California (identificata da Dan Buettner).
Facendo un focus sul nostro Paese, la maggior parte degli ultracentenari vive nel Nord Italia, ma esistono delle aree geografiche da record, ad esempio proprio il paesino di Perdasdefogu, nella zona della Sardegna centro-orientale. Nel 2022 il Comune è stato inserito all'interno del Guinness World Record come il paese con la più alta quota di centenari al mondo: al momento della certificazione erano 8 i cittadini "nativi e residenti" centenari o ultracentenari su una popolazione di 1778 abitanti, per una percentuale dello 0,45%.
Le aree del mondo in cui si vive più a lungo
Oltre all’Ogliastra, in Italia, le altre "zone blu" nel mondo sono:
- L'isola di Okinawa in Giappone: qui la popolazione segue una dieta a base di soia e pratica il Tai Chi, una forma di esercizio meditativo che abbassa i livelli di stress. Molto importanti sono anche i moai, gruppi di sostegno sociale che si formano nei villaggi e che hanno la funzione di mettere in comune le risorse per prendersi cura gli uni degli altri;
- La penisola di Nicoya in Costa Rica: qui la longevità è legata soprattutto a fattori come la socialità e i rapporti con amici e i parenti. Gli abitanti di questo luogo si impegnano molto per contribuire al bene comune, oltreché seguire uno stile di vita particolarmente sano;
- L’isola di Icaria in Grecia: qui, nel corso dei secoli, le invasioni di persiani, romani e turchi hanno spinto la popolazione a rifugiarsi nell’entroterra facendo nascere una cultura isolata e ricca di tradizioni e valori familiari. Gli abitanti più anziani vivono riparati negli altopiani dell’isola e l’alimentazione è un fattore determinante;
- La comunità di Loma Linda in California: qui la forte tradizione religiosa predica uno stile di vita naturale e vegetariano, senza tabacco e alcol, permettendo alla comunità di mantenersi più longeva rispetto al resto del Paese.
Come si può vedere, vivere lontani dal senso di incertezza e dall’individualismo tipico delle grandi metropoli è un fattore importante tanto quanto l’alimentazione o l’esercizio fisico. Si può dire, infatti, che spesso la coesione sociale agisce da vero e proprio “paracadute” ai problemi del singolo, lo aiuta a vivere meglio e più a lungo. Elenchiamo quindi i fattori determinanti per aumentare l'aspettativa di vita.
I fattori di longevità che accomunano le "zone blu"
Le zone blu sono generalmente accumunate da alcuni fattori di longevità. Ecco i principali:
- La dieta: il regime alimentare è uno dei fattori determinanti che rendono le "zone blu" i luoghi dove si vive meglio e più a lungo. L’alimentazione in questi luoghi è povera di grassi e ricca di proteine; c’è un ridotto consumo di carne e di sale e si fa largo uso di fibre, legumi e verdure;
- L’importanza culturale del concetto di famiglia: nelle "zone blu" è usuale che gli anziani coabitino con figli e nipoti. In generale i rapporti interpersonali sono molto frequenti e rivestono un ruolo molto importante nella vita delle persone. Il concetto di famiglia e di cura degli altri è molto radicato: la cura per la collettività, la reciprocità, l’altruismo e la solidarietà porta queste popolazioni a registrare un maggior benessere fisico e mentale. I nonni, ad esempio, possono occuparsi dei nipoti, creando uno scambio positivo per entrambi;
- Bassi livelli di tabagismo e stili di vita salutari, come muoversi quotidianamente e quasi unicamente a piedi e all’aria aperta. Anche l’essere inseriti in contesti poco frenetici e stressanti (come, ad esempio, una grande metropoli) incide positivamente sull’aspettativa di vita;
- Vita di comunità e percezione di essere utili socialmente: per vivere bene e a lungo, un fattore molto importante oltre alla dieta e al movimento fisico è rappresentato dalla socializzazione e dal non essere isolati dagli altri. Nei contesti in cui gli anziani sono attivi nella società e mantengono vivi i propri rapporti sociali si registra un aumento dell'aspettativa di vita.
A questo punto, qualcuno potrebbe chiedersi: ma i fattori genetici? Ecco, diversi studi ci dicono che anche la genetica di queste popolazioni conta, ma forse non così tanto come ci si potrebbe aspettare: influisce sulla longevità per il 20-30%. Pertanto, le influenze ambientali, lo stile di vita, i fattori sociali e psicologici svolgono un ruolo enorme nel determinare la durata della vita.