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È vero che uomini e donne sono diversi in molte cose e da tanti punti di vista, non solo fisiologico, ma anche psichico e comportamentale. Molti di questi tratti sono riferibili alle genetica, e sì, anche il fatto che gli uomini non trovino le cose e poi le donne gli mostrano che le avevano davanti agli occhi, ha a che fare con la genetica. Soprattutto ha a che fare con la visione periferica che abbiamo ereditato dai nostri antenati nella Preistoria.
Una "visione" differente tra uomini e donne: la vista periferica
Si è visto che, per genetica, gli uomini e le donne hanno una notevole differenza nella vista periferica, cioè in quella visione che cade al di fuori del punto centrale in cui si sta guardando e che comprende l'intorno chiaramente visibile senza spostare lo sguardo.
Rispetto agli uomini, le donne hanno una visione periferica molto più sviluppata e quindi riescono a vedere più cose intorno a loro senza muovere lo sguardo. Addirittura la vista delle donne può arrivare anche a 180°.
Gli uomini, invece, hanno una visione fuori fuoco già a 45° dal centro, quindi una vista periferica molto ridotta, una specie di vista "a tunnel". Possiedono, di contro, una visione molto sviluppata per gli oggetti lontani e in movimento, sia verticali che orizzontali, e nella percezione dei piccoli dettagli. Sono questi i motivi per cui gli uomini fanno fatica ad accorgersi della presenza degli oggetti che stanno cercando in un determinato intorno vicino.
Le cause genetiche della diversa visione periferica risalgono alla Preistoria
Questa diversità genetica della visione periferica ha una spiegazione evolutiva; infatti potrebbe essere dovuta alla derivazione della distinzione di ruoli tra maschi e femmine nel periodo preistorico. La teoria evoluzionistica dei cacciatori-raccoglitori sostiene, infatti, proprio questo.
Gli uomini erano cacciatori e hanno sviluppato un adattamento visivo che gli consente di tenere sotto occhio oggetti in lontananza e in movimento, e di puntarli con precisione. Era richiesta una attenzione e una concentrazione capace di focalizzarsi su un solo oggetto e sui suoi movimenti, escludendo quindi la vista laterale, in modo da non essere distratti da ciò che circondava il loro bersaglio.
Le donne, nella Preistoria, erano addette alla ricerca delle bacche, delle radici, delle erbe e dei cereali; ma dovevano in contemporanea badare ai figli, occuparsi dei campi e stare a protezione della casa. Sviluppare una ampia visione periferica era necessario per la donna per cercare ciò che serviva, ma anche per avere sotto controllo più situazioni contemporaneamente.

Per dimostrare questa teoria sono stati fatti vari esperimenti che hanno studiato il comportamento di donne e uomini sottoposti a vari stimoli e richieste; dal guardare filmati, al completare un puzzle, al giocare al computer. Una previsione a supporto dell’ipotesi del cacciatore-raccoglitore riguarda anche il controllo motorio.
Gli uomini sarebbero favoriti come cacciatori migliorando la precisione del lancio dell'arma contro la preda, avendo selezionato evolutivamente un migliore controllo dei muscoli grossolani (prossimali) della parte superiore del braccio e della spalla. Allo stesso modo, le donne come raccoglitrici posseggono la precisione nell’afferrare gli oggetti, dovuta alla selezione per un migliore controllo dei muscoli fini del polso e delle dita.
Nel loro insieme, le differenze sessuali sia per il controllo motorio che per l'elaborazione visiva sono compatibili con le differenze sessuali odierne derivanti da una predisposizione biologica che abbiamo acquisito tramite la selezione evolutiva durante il nostro passato di cacciatori-raccoglitori.
Oltre questa, ci sono teorie che sostengono che lo sviluppo dei neuroni dei centri visivi nel maschio e nella femmina sia guidato anche dal testosterone, il quale contribuisce ancora di più alla distinzione tra le due diverse visioni.