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10 Febbraio 2025
17:30

Perché il teatro Ariston si chiama così? Storia di uno dei simboli del Festival di Sanremo

Il Teatro Ariston, situato nella città di Sanremo, ospita dal 1977 il Festival della Canzone Italiana. Il nome del Teatro deriva dal greco e significa "migliore" in onore del suo fondatore, Aristide Vacchino, che lo ha inaugurato nel 1963.

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Perché il teatro Ariston si chiama così? Storia di uno dei simboli del Festival di Sanremo
teatro ariston

Il Teatro Ariston, inaugurato nel 1963 in via Matteotti 212 a Sanremo, è il luogo che dal 1977 ospita il Festival di Sanremo, di cui nel 2025 ricorre la 75ᵃ edizione da martedì 11 a sabato 15 febbraio. Il nome deriva dal suo fondatore, il commendatore Aristide Vacchino. Aristide, infatti in greco Ἀριστείδης (Aristèides) deriva da ἄριστος (àristos, "ottimo", "il migliore") e εἶδος (èidos, "tipo"), quindi si può tradurre in “del tipo migliore”.

Nel 1953, Aristide Vacchino decide di edificare nei terreni già appartenenti alla sua famiglia un nuovo teatro per la città di Sanremo, che dovrà essere un luogo innovativo e all’avanguardia, capiente e sorprendente: l’uomo “migliore” che edifica il teatro “migliore”.

La storia del teatro Ariston dalla costruzione a oggi

Oggi gestito dagli eredi di Aristide Vacchino, l’Ariston appartiene alla famiglia da tre generazioni.

Tutto inizia ai primi del ‘900, quando Carlo Vacchino – padre di Aristide – rileva The American Cinematograph in via Matteotti e, un anno più tardi, lo trasforma nel Sanremese, locale da 200 posti che distribuisce i programmi del Consorzio Pathé, società francese nata nel 1896 con l’avvento del cinema.

Dopo il Sanremese, Carlo Vacchino decide di rilevare anche il Principe Amedeo, teatro comunale della città di Sanremo in attività dal 1877, e inizia poi a collaborare con Stefano Pittaluga, imprenditore che distribuisce film e pellicola in Liguria e altre regioni.

Carlo Vacchino muore nel 1918 e il figlio Aristide prosegue la gestione dell’impresa del padre: nel 1933 acquisisce il Cinema Centrale e anni dopo, finita la guerra, inaugura il Giardino, un cinema all’aperto in via Matteotti.

Proprio qui Aristide Vacchino decide di dar vita alla sua visione d’impresa, quel teatro magnifico e imponente, il “migliore”, quello che diventerà l’Ariston di Sanremo.

I lavori iniziano nel 1953, nel 1957 si inaugura l’Ariston all’aperto, nel 1962 l’Ariston “mignon” – che ospita 450 posti – e poi, finalmente, nel 1963 apre le sue porte il Teatro Ariston.

Aristide Vacchino muore nel 1980, e la direzione dell’impresa di famiglia passa nelle mani dei figli Carla e Walter che nel giugno 2024 hanno ricevuto l'Onorificenza al merito della Repubblica Italiana per “ricompensare benemerenze acquisite verso la nazione nel campo delle lettere, delle arti, dell’economia e nel disimpegno di pubbliche cariche svolte a fini sociali, filantropici e umanitari, nonché per lunghi e segnalati servizi nelle carriere civili e militari”.

Come è fatto l’Ariston, quanto è grande e quali altri spettacoli ospita

Il Teatro Ariston ospita il Festival di Saremo dal 1977, ha una capienza di 1960 posti così suddivisi:

  • sala Ariston (1909 posti), dove si svolge il Festival
  • Ritz (390 posti)
  • Cinema Roof Sala 1 (250 posti), Roof Sala 2 (135 posti), Roof Sala 3 (135 posti), Roof Sala 4 (35 posti) situati nello stesso stabile sito in Corso Matteotti 107
  • Cinema Centrale (464 posti)
  • Sala Tabarin (96 posti), in Corso Matteotti 22, a 200 metri dal Teatro Ariston.

Qui si possono vedere i dettagli di sale, posti a sedere e aspetti tecnici degli impianti audiovisivi.

Il Teatro Ariston oltre al Festival di Sanremo che si svolge febbraio, è in attività tutto l’anno. Altra celebre iniziativa ospitata nelle sue sale è la rassegna della Canzone d’Autore Premio Tenco, sono poi numerosi gli appuntamenti in cartellone. Poesia, balletto, lirica, convegni di diverse tematiche, manifestazioni nell’ambito del fitness, mostre, spettacoli di cabaret, trasmissioni televisive, e ovviamente altre iniziative musicali. E c’è di più: l’Ariston è anche stato consacrato per poter ospitare le celebrazioni della Settimana Liturgica.

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