Non guardo il Festival di Sanremo. Ecco, l'ho detto, non me ne vogliate. Magari ascolto qualche canzone, vedo qualche spezzone, ma niente di più. Non critico però chi lo guarda per un motivo preciso: rispetto al Festival di Sanremo non si può rimanere indifferenti. È un evento talmente distintivo e pervasivo nel nostro Paese che già di per sé la scelta di guardarlo o di non guardarlo è un fatto degno di nota, una presa di posizione, un modo per esprimere se stessi, una maniera di definire la propria identità.
L'anno scorso, alla fine della 73esima edizione, la nostra sociologa Samantha Maggiolo in un articolo ha parlato di "Effetto Sanremo" spiegando le ragioni per cui il Festival è un evento collettivo condiviso. In questo pezzo ne riprendo le considerazioni e amplio un po' il discorso. E allora, perché guardiamo (o non guardiamo) il Festival di Sanremo? E perché, in ogni caso, coinvolge tutti noi?
L'importanza degli eventi collettivi
Ogni popolo ha bisogno di momenti nei quali si riunisce, si racconta e si definisce. Si tratta di occasioni vissute come rituali condivisi in cui ci si ritrova, ci si riconosce e magari si discute, ma poi si va avanti tutti insieme in maniera più consapevole. Alcuni eventi, commemorazioni e feste funzionano così come uno specchio di noi stessi o, in termini più attuali, come un gigantesco selfie di quello che siamo, coi nostri pregi e i nostri difetti.
Certi eventi sono momenti fondamentali in cui, a prescindere dalle differenze individuali, ci si ritrova insieme per un tempo definito e ci si sente parte di qualcosa. Funzionano come collante della società perché rappresentano le diverse generazioni e le legano tra loro. La collettività ne esce così rafforzata, più salda, perché ha avuto un'occasione unica per dialogare, per confrontarsi e per conoscersi. Ha potuto ribadire quali sono i valori fondamentali da sostenere e quali sono i tabù da evitare.
Il Festival di Sanremo come collante e specchio dell'Italia
Se ci pensate, il Festival di Sanremo incarna tutto questo: è il perfetto esempio di evento collettivo. In Italia è il momento per eccellenza in cui milioni di persone sono focalizzate, più o meno direttamente, intorno a un unico palcoscenico dove va in scena il meglio e il peggio della nostra società e del nostro Paese. Il Festival di Sanremo, infatti, è ormai sempre di più un evento a tutto tondo, non semplicemente musicale. È un fenomeno culturale, sociale e di costume. Va a toccare tematiche economiche, politiche e sportive. Riflette cosa siamo, come siamo cambiati rispetto al passato e preannuncia come cambieremo nel prossimo futuro.
I testi delle canzoni, le melodie, il modo di cantarle, gli ospiti, gli abiti indossati, i temi discussi, le vicende collaterali fuori dal teatro… Tutto rispecchia la nostra società nel periodo della messa in onda e contribuisce a creare confronto, discussione e le inevitabili polemiche nei giorni e nelle settimane seguenti. Non solo: certi episodi entrano nell'immaginario collettivo e lì rimangono.
I social network hanno ampliato e moltiplicato questa esperienza rispetto al passato: l'idea di essere tutti o quasi davanti a uno schermo, nello stesso momento, e di assistere alle medesime cose, oggi è potenziato dalla possibilità istantanea di potersi esprimere, di poter commentare e di poter condividere le proprie opinioni con l'intera collettività. La visione del Festival di Sanremo si è quindi trasformata in una vera e propria esperienza condivisa e partecipata in cui lo spettatore contribuisce in prima persona a dar vita al funzionamento dell'intero carrozzone (ben oltre il semplice televoto).
Perché Sanremo coinvolge anche chi non lo guarda
Considerato l'impatto che il Festival di Sanremo ha sull'intera società italiana, esso coinvolge, volente o nolente, anche chi non vorrebbe guardarlo e chi alla fine non lo guarda davvero.
Nel primo caso, infatti, si genera una forma di ansia sociale, chiamata FOMO, che porta varie persone disinteressate all'evento a guardarlo e a partecipare comunque, col solo scopo di non sentirsi escluse e di non provare il timore di perdersi gli aggiornamenti degli altri utenti sulle varie piattaforme.
Nel secondo caso, invece, anche chi non guarda il Festival finisce quasi inevitabilmente per avvertirne personalmente gli effetti. I media, infatti, trattano diffusamente l'argomento; lo stesso accade nei discorsi tra le persone, per strada o online. Insomma, sfuggire al Festival in senso ampio è una missione quasi impossibile.
Inoltre, il Festival di Sanremo produce un fenomeno di riflesso. Chi non lo guarda, infatti, solitamente è orgoglioso di questa sua scelta, di non seguire la massa, e spesso lo dichiara apertamente. In questo modo il Festival, però, diventa elemento aggregatore al contrario. Tra le persone che non lo guardano, infatti, si crea una certa complicità e un qualche senso di identità e di comunità all'inverso, caratterizzati in primis dalla presa in giro (a volte in modo purtroppo sprezzante) di chi invece segue l'evento.