0 risultati
video suggerito
video suggerito
27 Dicembre 2025
13:00

Perché in adolescenza siamo più propensi a rischiare? La spiegazione neuroscientifica

L’adolescenza è un periodo in cui il sistema cerebrale della ricompensa matura prima di quello deputato al controllo cognitivo, generando una forte sensibilità alle emozioni e alle novità. In contesti “caldi”, e soprattutto in presenza di coetanei, questo squilibrio spinge verso scelte più rischiose.

Ti piace questo contenuto?
Perché in adolescenza siamo più propensi a rischiare? La spiegazione neuroscientifica
adolescenza comportamenti rischiosi

L'adolescenza è universalmente riconosciuta come un periodo di esplorazione, intensità emotiva e, spesso, di comportamenti impulsivi. Le statistiche confermano i presentimenti, mostrando un picco drammatico in comportamenti pericolosi e incoscienti come la guida spericolata, l'abuso di sostanze e l'attività sessuale non protetta. Perché si sceglie consapevolmente il "fascino" del rischio? Parte della risposta risiede in una peculiare "finestra temporale" dello sviluppo cerebrale. Le neuroscienze spiegano questo fenomeno attraverso il modello dei "due sistemi" o dello squilibrio maturativo: durante la pubertà, il sistema cerebrale che elabora le ricompense e le emozioni matura molto più velocemente rispetto al sistema deputato al controllo cognitivo e all'inibizione, che completa il suo sviluppo solo alcuni anni dopo. Questo disallineamento temporale crea una vulnerabilità specifica, in cui la spinta biologica verso la gratificazione immediata è potente, mentre i meccanismi di freno sono ancora in fase di rodaggio.

Emozioni e novità al centro della scena

Il nemico numero uno dei genitori preoccupati è il "sistema socio-emotivo", localizzato in aree profonde del cervello come lo striato ventrale e l'amigdala. Con l'avvio della pubertà, il cervello adolescente subisce un drastico rimodellamento del sistema della dopamina, che altera in modo radicale la sensibilità alle ricompense. Gli adolescenti sperimentano una vera e propria ipersensibilità agli stimoli gratificanti, che li porta a ricercare attivamente sensazioni forti e novità.

Studi di neuroimaging confermano che, durante l'anticipazione o la ricezione di una ricompensa, le regioni cerebrali associate al piacere si attivano molto più intensamente negli adolescenti rispetto ai bambini o agli adulti. Questa reattività segue una traiettoria a "U invertita": aumenta rapidamente all'inizio dell'adolescenza, raggiunge il picco nella media adolescenza e declina verso l'età adulta. È come se il cervello fosse dotato di un acceleratore emotivo premuto a fondo, progettato biologicamente per spingere i giovani fuori dalla zona di comfort familiare alla ricerca di nuove esperienze e gratificazioni. Tuttavia, questa spinta alla ricerca della ricompensa non è costante, ma si accende in modo esplosivo in contesti specifici, specialmente quando sono in gioco forti emozioni o la possibilità di un guadagno immediato.

sistema di ricompensa
Il sistema di ricompensa negli adolescenti è più forte dei meccanismi di controllo, ancora in maturazione.

Il sistema di controllo: un cantiere ancora aperto

Mentre il motore emotivo gira al massimo, il "freno" del cervello, ovvero il sistema di controllo cognitivo situato nella corteccia prefrontale, segue un percorso di maturazione completamente diverso. A differenza del rapido picco della sensibilità alla ricompensa, la capacità di autoregolazione, pianificazione e inibizione degli impulsi si sviluppa in modo graduale e lineare, continuando a perfezionarsi ben oltre i vent'anni. Questo lento sviluppo è dovuto a processi fisici di maturazione cerebrale: la potatura sinaptica (che elimina le connessioni neuronali superflue rendendo il cervello più efficiente) e la mielinizzazione (che isola le fibre nervose velocizzando la trasmissione dei segnali) nella corteccia prefrontale sono ancora in via di sviluppo durante l'adolescenza.

Di conseguenza, in situazioni "fredde" (prive di forte attivazione emotiva), un adolescente può ragionare bene quanto un adulto. Tuttavia, in situazioni "calde" caratterizzate da eccitazione, pressione temporale o feedback immediato su vincite e perdite, il sistema socio-emotivo iperattivo può facilmente sopraffare il sistema di controllo ancora immaturo. È questa interazione tra un sistema impulsivo precoce e un sistema riflessivo tardivo a spiegare perché gli adolescenti possano conoscere perfettamente i rischi a livello teorico, ma ignorarli completamente nel momento dell'azione.

Il fattore sociale e psicologico del rischio

Un elemento cruciale che distingue il rischio adolescenziale da quello adulto è il contesto sociale. La ricerca dimostra che la semplice presenza dei coetanei (o anche solo la convinzione di essere osservati da loro) attiva i circuiti della ricompensa nel cervello adolescente in modo molto più intenso rispetto agli adulti. Questo fenomeno è legato anche a cambiamenti ormonali, come l'aumento dei recettori dell'ossitocina, che rendono i giovani ipersensibili ai segnali sociali e all'approvazione dei pari.

Sebbene in laboratorio gli adolescenti possano mostrare livelli di rischio simili agli adulti in condizioni neutre, l'introduzione di elementi sociali o emotivi spinge drasticamente l'ago della bilancia verso scelte più azzardate. È interessante notare che, da una prospettiva evolutiva, questa propensione adolescenziale al rischio non è propriamente un "difetto", ma un adattamento funzionale. Nella nostra storia evolutiva, la spinta a esplorare, competere per lo status e cercare partner (comportamenti intrinsecamente rischiosi) sono stati tutti tratti necessari per lasciare il nido genitoriale e garantire la riproduzione.

Sfondo autopromo
Cosa stai cercando?
api url views