Una carezza può determinare il corretto sviluppo del cervello. Questa frase può sembrare strana, o quantomeno buonista: eppure, è la verità scientificamente provata. Si dice spesso che le cure materne, ma soprattutto l'affetto concretamente espresso tramite i gesti, come una carezza, fanno la differenza nella crescita di un bambino. Ebbene, se da un lato la psicologia ha espresso più volte questo concetto con svariati esempi, andando a dimostrare che l'affetto ricevuto da piccoli plasma addirittura il modo in cui amiamo, questo aspetto è più raramente trattato nella neurobiologia.
Gli effetti delle carezze
Pensate a come funziona una carezza. Qualsiasi stimolo sensoriale, dal pizzicotto affettuoso al calcio violento, viene percepito dapprima sulla pelle grazie a specifici recettori. Anche il tocco del genitore viene percepito dal bambino grazie ai recettori già presenti sulla pelle del neonato. I recettori della pelle sono diversificati in modo da distinguere bene un tocco leggero e piacevole da uno grossolano e pesante. Attraverso una serie di trasformazioni, il tocco leggero della madre viene trasmesso al cervello in qualità di impulso nervoso e viene riconosciuto ogni volta che il bambino riceve una carezza.
Il tocco viene percepito attraverso una particolare zona del cervello, detta corteccia somatosensoriale. La corteccia altro non è che l'ultimo rivestimento neuronale del cervello, filogeneticamente più recente. Ora, la corteccia somatosensoriale si sviluppa nel cervello del feto ma giunge a completa maturazione solo qualche tempo dopo la nascita: questo suggerisce che quando il piccolo viene al mondo, i suoi primi contatti affettivi forniscono la base per sviluppare le connessioni tra i neuroni della corteccia sensoriale. Uno studio sbalorditivo effettuato su bambini prematuri ha dimostrato che se i piccoli ricevevano un contatto fisico da parte della madre, sia la corteccia sia alcune connessioni tra zone diverse del cervello avevano una maturazione più veloce.
Quali sono i benefici dell'affetto sul corpo?
Ma ora dobbiamo chiederci: in che modo l’affetto fisico può modificare letteralmente il cervello di un neonato? Com’è possibile che si arrivi a vere e proprie modificazioni fisiche delle connessioni tra i neuroni? Come ci spiega il bellissimo lavoro di S. Carozza e V. Leong, una carezza (ma in termini più scientifici, uno stile di crescita basato sull’affetto tattile da parte della madre nella prima fase di vita) può modificare e avere effetto su tantissime zone del cervello e del corpo in generale. Ecco quali sono:
1. Gli effetti della carezza sulle sinapsi
La corteccia somatosensoriale, di cui parlavamo prima, quella collocata nella zona quasi mediana del cervello, aumenta le sue connessioni interne ed esterne: questo significa che i neuroni presenti nella corteccia e nelle zone limitrofe aumenteranno le loro connessioni (sinapsi), tramite meccanismi detti di plasticità.
2. L'effetto sull'asse ipotalamico
Ma anche zone più profonde e radicate del cervello modificano la loro fisiologia: pensiamo all’ipotalamo, ad esempio. Questa famosa ghiandola, che si occupa di secernere ormoni nel sangue, è nota per il rilascio dell’ormone della felicità, l’ossitocina. Questa viene rilasciata nei casi di uno stimolo piacevole, in contrapposizione al cortisolo, l’ormone dello stress. Immaginate cosa succede nel caso dell’affetto? Uno stile di affettività basata sul tocco, nei ratti, è in grado di aumentare i livelli di secrezione di ossitocina da parte dell’ipotalamo, aumentando i livelli di benessere nel neonato. Cosa fa l’ossitocina? Una serie di neuroni nel cervello è in grado di rispondere a degli stimoli di ossitocina. I neuroni del tronco encefalico, per esempio, proiettano verso una zona del tronco specificamente in grado di attivare i neuroni parasimpatici del “rilassamento”. Il sistema nervoso autonomo simpatico, invece, con i suoi neuroni associati allo stress, si attiva al contrario in assenza di ossitocina. Come conseguenza dell’attività parasimpatica, tutto l’organismo risente dei benefici di uno stato generale di rilassamento: il tutto, grazie al tocco materno.
3. Gli effetti sullo sviluppo cognitivo e sociale
Una zona particolare del cervello è il sistema limbico. Viene identificato come una zona di passaggio di tantissime connessioni, che si stanza nella parte più profonda del cervello e comprende una serie di strutture: talamo, corpo calloso, amigdala, ippocampo e lo stesso ipotalamo. Insomma, un team di neuroni che si occupa di regolare la cognizione sociale nel bambino e nell’adulto. Tutte queste aree sono state viste coinvolte nei comportamenti di paura, apprendimento, memoria, emotività e comportamenti sociali. Una loro alterazione nell’infante potrebbe essere davvero grave e comportare conseguenze interessanti nello sviluppo della personalità sociale dell’adulto. Come potete immaginare, un’infanzia caratterizzata dall’affetto materno è in grado di fortificare le connessioni, distribuire equamente i neuroni e i circuiti, portando ad una maturazione completa e sana del cervello.
Una carezza può cambiare il comportamento da adulto?
Questi studi hanno riportato le conseguenze molecolari e fisiologiche dell’affetto tattile sullo sviluppo dei neonati. Ma questo trattamento può modificare positivamente anche certi comportamenti sociali del futuro bambino? E per quanto riguarda il futuro adulto?
Ovviamente, la risposta è sì. C’è un fortissimo impatto sul comportamento sociale del bambino, qualora abbia avuto un rapporto positivo e affettuoso con il caregiver. Nel caso specifico del contatto, poi, il neonato che viene cresciuto con carezze e affetto tattile avrà una maggiore predisposizione ai volti; il che significa, per quanto ci insegna la psicologia dello sviluppo cognitivo, una maggiore predisposizione alla socialità. Se è vero che moltissimi dei comportamenti antisociali e pericolosi sembrano scritti nei geni, potremmo dire che una buona relazione con il prossimo si impara proprio attraverso l’affetto di una carezza.