
Viaggiando in Europa e nel mondo, soprattutto negli Stati Uniti, è possibile apprezzare moltissime opere italiane in musei non italiani: è il frutto di guerre, razzie, accordi politici o traffici illeciti. Passeggiando per il Prado, a Madrid, troverete delle opere di Botticelli, Mantegna e del Beato Angelico; alla National Gallery di Londra ci sono tanti Veronese e Tiziano; al Louvre c'è Leonardo, ma anche Ghirlandaio, Giotto, Tintoretto e Perugino; al Metropolitan Museum di New York c'è Caravaggio e così via.
In Francia, premesso che ce ne sono di acquisite legalmente (come la Gioconda), sono conservate molte opere trafugate dalle truppe di Napoleone. La più famosa di queste opere trafugate è probabilmente Nozze di Cana del Veronese, sottratta durante la campagna d’Italia del 1796-1797 dalla basilica di San Giorgio Maggiore, sull’isola omonima nella laguna veneziana. Anche dopo la caduta di Napoleone, l’opera non venne mai restituita e oggi si trova al Museo del Louvre (nella stessa sala della Gioconda).
Poi ci sono state le razzie naziste alla fine della Seconda Guerra Mondiale: è così che a Belgrado, in Serbia, sono finite otto opere italiane, di cui un paio di Vittore Carpaccio. La più famosa delle opere rubate dai nazisti, però, è ancora dispersa: parliamo della Testa di Fauno di Michelangelo, presa dal castello di Poppi (Arezzo) dai soldati tedeschi e mai più rivista.
A proposito di nazismo, ci sono stati dei casi in cui le opere sono state cedute per accordi politici, per esempio ai gerarchi nazisti durante il fascismo. Famoso è l'esempio del Discobolo Lancellotti, copia romana di una celebre statua greca, data in regalo a Hitler da Mussolini, e faticosamente tornata in Italia (ma non senza proteste tedesche).
A volte invece è stata tutta una questione finanziaria: è particolare il caso della grande collezione di opere dei cosiddetti Primitivi (pre-Rinascimentali, come Botticelli) del nobile Giovanni Pietro Campana. Il suo fallimento finanziario, a metà Ottocento, causò il sequestro della raccolta dallo Stato Pontificio, le opere vennero poi sparse in Europa: un po' in Russia, un po' in Francia e così via.

L'investimento estremamente redditizio rappresentato dalle opere d'arte, soprattutto se antiche, ha portato nei secoli anche al fenomeno del saccheggio dei siti archeologici (greci, romani ed etruschi) su suolo italiano e della spoliazione delle chiese. La collezione del commerciante inglese Edward Solly è stata racimolata tra Settecento e Ottocento (con la complicità dei mercanti italiani) proprio attraverso queste sottrazioni indebite, motivo per cui la cosiddetta Madonna Solly di Raffaello è alla Gemäldegalerie di Berlino. Molto scalpore, sempre in questo contesto, ha fatto anche il caso dell’atleta vittorioso di Fano, una scultura in bronzo del IV secolo a. C. (attribuita a Lisippo) trovata al largo di Fano e trafugata negli Stati Uniti: attualmente si trova nella J. Paul Getty Museum di Malibu, in California, lo stesso museo che nel 2022 ci ha restituito anche un'altra scultura importante, Orfeo e le Sirene, ora al Museo archeologico di Taranto.