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9 Novembre 2023
18:30

La Francia di Napoleone non ha rubato all’Italia la Gioconda di Leonardo: ecco la vera storia

Molti italiani pensano che la Gioconda di Leonardo da Vinci, oggi esposta al Louvre di Parigi, sia stata rubata all'Italia dalla Francia, in particolare da Napoleone Bonaparte. In realtà il quadro che ritrae la Monna Lisa è stata regolarmente venduta a Francesco I nel 1518-1519. Ne ripercorriamo la vera storia.

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La Francia di Napoleone non ha rubato all’Italia la Gioconda di Leonardo: ecco la vera storia
vera storia della gioconda

"Perché la Gioconda di Leonardo da Vinci si trova in Francia al Louvre di Parigi?", "È stato Napoleone a rubarla all'Italia?", "Beh, in ogni caso i francesi ce la devono restituire". Quante volte avete sentito queste domande e affermazioni in vita vostra? Probabilmente parecchie, eppure la Francia è entrata in possesso della Monna Lisa in maniera regolare: l'ha acquistata il re Francesco I intorno al 1518-1519. Perciò la storia del furto è un'invenzione (una fake news diremmo oggi), dovuta però ad alcuni elementi precisi che si possono individuare e ricostruire.

Se siete curiosi di conoscere questa storia, il video qui sopra e l'articolo che segue fanno al caso vostro. A proposito, vi faccio un piccolo spoiler: l’unica persona che abbia mai davvero rubato la Gioconda, nel 1911, è stato un italiano di nome Vincenzo Peruggia.

La realizzazione della Gioconda dal 1503

Si è discusso di ogni minimo particolare della Gioconda di Leonardo e si è detto tutto e il contrario di tutto. Non entrerò nel merito di queste discussioni: per certe informazioni vi racconterò quello che comunemente viene ritenuto più attendibile. Torniamo indietro nel tempo.

leonardo da vinci

Ci troviamo a Firenze all'inizio del 1500: la città toscana è il cuore del Rinascimento, un lungo periodo di fioritura della cultura e delle arti nato in Italia e che si è poi diffuso in tutta Europa. Tra i personaggi più illustri del tempo c’è Leonardo da Vinci, una delle menti più grandi ed eclettiche della storia dell’umanità. È stato pittore, scultore, anatomista, inventore, scrittore, urbanista… Di tutto di più.

In quegli anni è già molto noto e per guadagnare dipinge anche opere su commissione. Così, stando al racconto di Giorgio Vasari, un altro grande artista e storico dell’arte di poco successivo, nel 1503 Leonardo riceve l'ordine di un quadro. Il committente è un mercante di seta fiorentino, Francesco del Giocondo, che rifornisce la corte dei Medici ed è anche cliente di Piero, padre di Leonardo, che di lavoro fa il notaio. Giusto come curiosità, la madre di Leonardo è invece una ex schiava di origine caucasica.

La richiesta di Francesco del Giocondo al genio toscano è semplice: ritrarre sua moglie Lisa Gherardini. Così ecco che, quasi senza quasi accorgercene, abbiamo già ottenuto gli elementi necessari per comprendere i due nomi con cui viene chiamata la donna ritratta nel quadro: "Gioconda" perché moglie di Francesco del Giocondo e "Monna", cioè "Signora", "Lisa" perché si chiamava Lisa. Detto questo, ci sono altre teorie rispetto all'identità della persona che è stata ritratta nell'opera, ma in questa sede non approfondiamo.

Monna Lisa Gioconda

Leonardo comincia a dipingere il quadro, ma nel frattempo fa tanto altro; impiega ben quattro anni a realizzare un’opera che si possa dire più o meno compiuta ma, non contento, la perfeziona per ulteriori sei anni, fino al 1513. Per farlo se la porta in giro nel corso dei suoi viaggi, anche in altre città, tra cui Milano. Insomma, Francesco del Giocondo non ha mai ricevuto il quadro che aveva commissionato.

Il trasferimento in Francia e la vendita a Francesco I

Nel 1516 Leonardo riceve la proposta del re di Francia Francesco I di entrare a far parte della sua corte. Il sovrano gli offre denaro, un castello dove vivere e il titolo di "primo pittore, ingegnere e architetto del re". L’artista toscano coglie l'occasione e si trasferisce nella valle della Loira. In particolare, gli viene assegnato il castello di Clos Lucé presso la cittadina di Amboise. Tra i quadri che porta con sé c'è anche la Gioconda, su cui peraltro Leonardo continua a lavorare. Lo sappiamo grazie alla testimonianza scritta di Antonio de Beatis, segretario del cardinale Luigi d’Aragona, che vede l’opera all'interno del castello nell’ottobre del 1517.

codice atlantico leonardo

Arriviamo così al momento decisivo: Leonardo da Vinci muore ad Amboise il 2 maggio del 1519, a 67 anni. Le ipotesi da raccontare rispetto alla vendita della Gioconda sono due. Secondo alcuni studiosi nel 1518 l’artista aveva già venduto l'opera, insieme ad altri quadri, a Francesco I per la somma di circa 4000 scudi d’oro. Secondo altri, sarebbe stato Gian Giacomo Caprotti, detto il Salai, allievo e amante di Leonardo, a effettuare la vendita poco prima o poco dopo la morte del genio toscano.

A ogni modo, il risultato non cambia: da quel momento la Francia possiede in maniera regolare la Gioconda. Di conseguenza non ha senso chiederla indietro.

La bufala della Gioconda rubata da Napoleone

A questo punto, da dove viene la storia che sia stato Napoleone a rubare la Monna Lisa all'Italia? Per capirlo dobbiamo riprendere la storia del quadro e considerare 3 elementi particolari.

Il quadro passa al Louvre nel 1665, poi a Versailles nella galleria privata di Luigi XIV. In seguito, dopo la rivoluzione francese, nel 1797, torna al Louvre, ma è lasciata abbastanza in disparte. Infine arriva Napoleone, a cui il quadro piace così tanto che lo fa trasferire nella stanza di sua moglie Josephine, all’interno del Palazzo delle Tuileries, per poi esporlo nuovamente al Louvre, dopo la sua incoronazione a imperatore, nel 1804-1805.

Napoleone Bonaparte Gioconda

Abbiamo così trovato il primo dei tre elementi dell’associazione "Napoleone-Gioconda": l'imperatore francese effettivamente amava l’opera.

Il secondo elemento, più legato al concetto di furto, è che durante le sue conquiste Napoleone portò via dall’Italia moltissime opere, comprese alcune dello stesso Leonardo da Vinci e la maggior parte di queste opere non ci è mai stata restituita dalla Francia, anche se abbiamo fatto dei tentativi diplomatici per riaverle.

Il furto del quadro nel 1911

Infine c'è il terzo e ultimo elemento, legato ai primi due, che riguarda l’unico vero furto subito dalla Gioconda nella sua storia, avvenuto nel 1911 ed effettuato da un italiano di nome Vincenzo Peruggia.

Peruggia faceva l’imbianchino al Louvre e durante dei lavori di ristrutturazione – contate che allora non c’erano i sistemi di sicurezza di oggi – rubò il quadro, sia per farsi un po’ di soldi sia per motivi patriottici. Lui stesso, infatti, credeva che la Gioconda fosse stata portata in Francia da Napoleone e in seguito lo dichiarò pubblicamente, dando il via a una bufala che si diffuse a macchia d'olio in Italia.

Furto Gioconda Peruggia 1911

D'altro canto il furto ebbe un’eco mediatica clamorosa, finì su tutti i giornali dell’epoca e, di fatto, ha reso la Gioconda il quadro famosissimo che è oggi, contribuendo a rendere il Louvre il museo più visitato del mondo. Pensate che al tempo furono accusati del furto e perfino arrestati anche il poeta Apollinaire e Pablo Picasso.

Alla fine la Gioconda fu ritrovata due anni dopo quando Peruggia, dopo varie vendite fallite anche all’estero, cercò di vendere l’opera agli Uffizi di Firenze. L’imbianchino fu arrestato e il quadro fu restituito alla Francia dopo un periodo di esibizione in Italia. La storia di Napoleone che l'aveva rubata all'Italia, però, aveva ormai iniziato la sua inarrestabile diffusione, che dura ancor oggi.

Classe ‘88, sono laureato in Scienze Geografiche e prima di Geopop ho lavorato per lo sviluppo di progetti socio-ambientali, scritto un romanzo di viaggio, insegnato Geografia, Storia e Lettere alle superiori e fatto divulgazione su YouTube e RaiGulp. Viaggiare e raccontare il mondo è la mia passione: geopolitica, luoghi, usi e costumi, storie… Da bambino adoravo Piero Angela e Indiana Jones.
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