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25 Dicembre 2024
9:00

Perché sulla tastiera lo 0 viene dopo il 9 e non prima dell’1? Ecco la spiegazione storica

Sulla tastiera lo 0 viene sempre dopo il 9 e non si trova mai davanti all'1: questo perché nelle prime macchine da scrivere si usavano usavano la O maiuscola e la I maiuscola per risparmiare tasti. Quando lo 0 fu introdotto, venne collocato dopo il 9 per una sequenza logica, mantenuta anche dopo l’aggiunta del tasto 1 negli anni ’50.

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Perché sulla tastiera lo 0 viene dopo il 9 e non prima dell’1? Ecco la spiegazione storica
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Remington No. 2, 1878. Credit: Martin Howard, CC BY 4.0, via Wikimedia Commons.

Fateci caso: sulla tastiera del vostro computer o del vostro smartphone, lo 0 si trova dopo il 9 e mai prima dell'1. Accorgersi di questa apparente stranezza fa spontaneamente sorgere una domanda: perché sulla tastiera lo 0 viene dopo il 9 e non prima dell'1? La risposta affonda le sue radici nella storia delle macchine da scrivere. Questa scelta, apparentemente controintuitiva, non è stata infatti dettata da motivi pratici moderni, bensì da vincoli tecnici che risalgono all'antenato dell'odierna tastiera per PC e smartphone: la macchina da scrivere appunto! Quando alla fine del XIX secolo iniziarono a diffondersi le prime macchine da scrivere, queste non includevano tasti dedicati alle cifre 0 e 1 perché si usavano la O maiuscola e la I maiuscola al loro posto, rendendo queste più economiche e semplici da utilizzare.

Quando successivamente fu introdotto il tasto 0, venne collocato accanto al 9 per mantenere una sequenza visivamente logica, evitando altrimenti un’anomalia visiva che sarebbe risaltata più facilmente all'occhio, data dalla presenza della sequenza 0, 2, 3, etc. Il tasto dedicato alla cifra 1, infatti, arrivò soltanto negli anni ’50 e, nonostante ciò, il layout non fu modificato e lo 0 fu lasciato dopo il 9. Questo layout è stato poi ereditato anche dalle tastiere dei PC prima, e dalle tastiere software di smartphone e tablet dopo.

I tasti 0 e 1 all'inizio non erano contemplati

La prima macchina da scrivere di successo commerciale, la Sholes and Glidden, nota anche come Remington No. 1, fu introdotta nel 1873. Questo dispositivo stampava esclusivamente lettere maiuscole e non aveva tasti dedicati ai numeri 0 e 1. Perché? Semplicemente perché non erano ritenuti necessari: i dattilografi utilizzavano una O maiuscola per rappresentare lo 0 e una I maiuscola per rappresentare l’1. Questa scelta era praticabile grazie al tipo di carattere utilizzato, dove questi simboli risultavano identici. Ridurre il numero di tasti non solo rendeva le macchine da scrivere più economiche da produrre, ma semplificava anche i loro meccanismi interni, all'epoca piuttosto complessi.

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Particolare dell’intestazione della Dichiarazione di Indipendenza americana. Da notare come la “I” che si trova nella scritta “IN CONGRESS” e il primo carattere di “1776” siano identici. Credit: Post Haste Telegraph Company, via Medium.

Quando, nel 1878, il modello Remington No. 2 introdusse il tasto Maiusc per alternare tra lettere maiuscole e minuscole, il layout della tastiera cominciò a evolversi. Tuttavia, anche in quel modello i tasti 0 e 1 continuarono a essere assenti, lasciando che la O maiuscola e la I maiuscola svolgessero il loro doppio ruolo. Solo in seguito, con una revisione successiva della Remington No. 2, fu aggiunto il tasto 0. La scelta di posizionarlo accanto al 9 sulla riga numerica derivava da considerazioni estetiche e di ordine logico: collocare lo 0 all’inizio della riga avrebbe creato la sequenza 0, 2, 3, 4, 5, etc., che appariva anomala senza l'1 tra lo 0 e il 2.

La decisione di aggiungere il tasto 1 arrivò molto più tardi, intorno agli anni ’50, quando le tastiere per macchine da scrivere e computer iniziarono a standardizzarsi. Nonostante ciò, nessuno sentì il bisogno di riorganizzare l’intero layout numerico per riportare lo 0 prima dell’1. Il motivo? L’abitudine ormai radicata tra gli utenti e l’inerzia dei produttori, che preferirono non alterare un sistema già consolidato e ben accettato dal pubblico.

Altri tasti “mancanti” nelle prime macchine da scrivere

Oltre alla posizione dello 0, le prime macchine da scrivere omettevano anche altri simboli oggi considerati fondamentali, come il punto esclamativo. Questo carattere, ad esempio, veniva creato combinando un punto e un apostrofo: il dattilografo digitava il punto, utilizzava il tasto backspace per spostare il cursore indietro e poi aggiungeva l’apostrofo. Una procedura analoga veniva adottata per simboli come il più o l’uguale, che si ottenevano combinando altri caratteri. Anche il tasto backspace stesso aveva una funzione diversa rispetto a oggi: non serviva a cancellare, bensì a spostare il cursore indietro senza modificare il testo. Tutte queste particolarità derivavano dalla necessità di limitare il numero di tasti e dalla rudimentale tecnologia disponibile all’epoca.

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