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Perché in Italia non viene ancora estratto il litio? Ecco la spiegazione tecnica

In Italia sono presenti ricche riserve di litio, un prezioso metallo diffuso soprattutto in Toscana, Lazio e Campania. Ma perché non lo estraiamo?

20 Febbraio 2024
18:30
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Perché in Italia non viene ancora estratto il litio? Ecco la spiegazione tecnica
Consulenza tecnica Andrea Dini
Istituto di Geoscienze e Georisorse del CNR
litio italia clean

Il litio è un metallo che è sempre più importante nella nostra società, soprattutto per quanto riguarda la produzione di batterie per le auto elettriche. Al momento però viene estratto principalmente al di fuori dei confini europei, come in Australia e in Cile. Ma per quale motivo non lo estraiamo anche in Italia, come in Lazio, Toscana e in Campania? La verità è che il processo è più complesso di quello che potremmo pensare.

A cosa serve il litio?

Il litio è un elemento della tavola periodica con numero atomico 3. Si tratta di un metallo duttile e malleabile dal colore biancastro che negli ultimi anni sta acquisendo un’importanza colossale. Pensate che la stessa presidentessa della Commissione europea Ursula Von Der Leyen ha dichiarato che il litio, assieme alle terre rare, vedrà crescere la sua domanda di cinque volte da oggi al 2030.

La sua importanza è legata soprattutto alle auto elettriche, visto che è un elemento chiave per la produzione delle loro batterie… ma non solo! Un altro grande utilizzo è all’interno dei sistemi di accumulo delle fonti rinnovabili, come solare ed eolico. Da qui capiamo come litio e transizione energetica sono due cose che vanno di pari passo: con le tecnologie di oggi se vogliamo fare la transizione, abbiamo bisogno di litio. Di tanto litio. Ovviamente di pari passo si dovrà sviluppare anche un'industria di recupero di questo materiale dalle batterie, ma magari se vi va ne parliamo con calma in un altro video.

Tornando al litio, questo metallo si usa anche in altri campi, come nei pacemaker, per il trattamento di alcune ceramiche, nel settore chimico, medico o metallurgico. Insomma, di applicazioni ce ne sono davvero tantissime. Il punto è che a livello europeo non è che siamo messi benissimo in termini di produzione – dopo ne parliamo bene nel dettaglio – e quindi si sta valutando da diverso tempo la possibilità di iniziare l’estrazione anche qui, in Italia.

Dove si trova il litio in Italia

Per prima cosa capiamo dove si trova il litio in Italia. La fascia più ricca è quella che si trova tra la Toscana meridionale, il Lazio e la Campania – quindi dall'area del Monte Amiata a quella dei Campi Flegrei per intenderci. Si tratta di aree vulcaniche e il litio si trova disciolto all’interno di fluidi caldi profondi, i cosiddetti fluidi geotermici. Quindi c’è proprio acqua calda a circa 250 °C che circola dai 500 metri ai 2,5 km di profondità che contiene disciolta al suo interno del litio, fino a 480 mg di litio per litro di fluido caldo.

Un’altra zona interessante è nella zona a est degli Appennini, da Alessandria fino a Pescara. In questo caso i fluidi presenti nel sottosuolo non sono legati a zone vulcaniche ma a rocce sedimentarie e giacimenti di idrocarburi. Il concetto però resta lo stesso: ci sono fluidi ricchi in litio che possono raggiungere una concentrazione di 370 mg/litro – quindi leggermente inferiore. In generale comunque parliamo di meno di un grammo/litro, e sembra poco a dirla così… ma in realtà è un valore record a livello mondiale per questa tipologia di giacimento! Infatti consideriamo che in altri Paesi si raggiungono al massimo i 200-250 mg/l, quindi in nessun altra parte del mondo ci sono fluidi di questo tipo così ricchi di litio.

Il processo di estrazione diretta del litio

Il processo prende il nome di estrazione diretta e consiste nel prendere i fluidi e farli passare attraverso apposite membrane, resine e trattamenti chimici di vario tipo per isolare il litio.

È giusto però evidenziare il fatto che normalmente il litio non si ricava in questo modo. Solitamente infatti questo prezioso metallo arriva o dai salar – che sono enormi vasche in Cile e Tibet dove delle soluzioni di litio vengono lasciate evaporare per ricavare il prezioso metallo – oppure da classiche miniere, come quelle australiane, dove si ricavano minerali ricchi in litio, come lo spodumene.

Questi fluidi, così come altre tipologie di giacimento non convenzionale, per ora non sono mai state sfruttate semplicemente perché fino a pochi anni fa non sapevamo come farlo, non avevamo le giuste tecnologie. Recentemente invece grazie alla ricerca iniziamo ad avere degli strumenti per estrarre litio anche da qui, permettendo quindi di aprire le porte a nuove tipologie di estrazione.

Ovviamente questo processo ha sia dei pro che dei contro. Il principale svantaggio, per esempio, è che costa molto e che come tutte le attività minerarie ha un impatto sull’ambiente – è inutile negarlo. Dall’altra parte porta con sé diversi aspetti positivi: rispetto ai salar per esempio si utilizza molta meno acqua, e poi il sistema geotermico utilizzato per prelevare questi fluidi caldi può essere sfruttato anche per ricavare energia geotermica. Insomma, si prendono due piccioni con una fava: energia pulita e litio.

Quindi si inizierà a estrarre litio anche in Italia?

Non lo possiamo dire al momento, anche perché si tratta di tecnologie non ancora così mature. Consideriamo però che anche una volta che viene dato l’ok anche dal punto di vista ambientale e infrastrutturale, ci vorranno almeno 10 anni prima che l’estrazione prenda ufficialmente il via, se tutto va bene. Perciò non aspettiamoci grandi svolte nel breve termine.

Sono un geologo appassionato di scrittura e, in particolare, mi piace raccontare il funzionamento delle cose e tutte quelle storie assurde (ma vere) che accadono nel mondo ogni giorno. Credo che uno degli elementi chiave per creare un buon contenuto sia mescolare scienza e cultura “pop”: proprio per questo motivo amo guardare film, andare ai concerti e collezionare dischi in vinile.
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