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Le pergole bioclimatiche sono sistemi che sfruttano gli spazi esterni della propria abitazione, o più in generale una parte di terreno, per avere uno spazio fruibile in qualsiasi condizione climatica e periodo dell'anno. Sono strutture da esterni la cui copertura è composta da lamelle frangisole orientabili che a seconda dell'orientazione possono proteggere da sole e intemperie regolando al contempo i flussi d'aria. La loro struttura risulta quindi versatile, consente un risparmio energetico e non richiedono permessi per l'installazione in quanto si tratta di strutture temporanee e mobili e dunque rientrano negli interventi di edilizia libera regolati dal regolati dal D.P.R. 6 giugno 2001.
A questo proposito, recentemente è diventato legge (105/2024) il decreto Salva-Casa che chiarisce alcuni aspetti riguardanti le possibilità di costruzione sotto la cosiddetta voce di edilizia libera, ovvero quella parte di edilizia che non richiede autorizzazioni. Sebbene si faccia riferimento anche a questi sistemi nel ventaglio di possibilità da edilizia libera, il processo è limitato a casi particolari, in particolar modo tali da non produrre spazi stabilmente chiusi che vadano ad incrementare il volume o la superficie dell'edificio esistente, ovvero realizzare coperture stabilmente fisse a terra.
Come sono fatte le pergole bioclimatiche
Sostanzialmente, stiamo parlando di strutture prefabbricate che vengono eventualmente assemblate in sito e posizionate stabilmente in un dato punto planimetrico della proprietà oggetto dei lavori. Sono dei veri e propri pergolati ma più innovativi, in quanto gli elementi di copertura possono essere "spostati" o "ruotati" in maniera intelligente in modo da indirizzare i flussi di aria, far variare la temperatura interna della pergola e gestire la percentuale di copertura effettivamente esposta agli agenti atmosferici. In altre parole, questi elementi di copertura possono tanto realizzare una superficie continua, priva di fori che comporterebbero la mancata protezione da piogge ed eventi metereologici avversi, quanto realizzare una superficie che alterna zone chiuse a zone aperte (forate), massimizzando il ricambio di aria tra l'ambiente interno e l'esterno e favorendo dunque l'abbassamento delle temperature nei periodi estivi più caldi. Nei fatti, quindi, realizzare una pergola bioclimatica vuol dire avere uno spazio esterno che è possibile sfruttare sia nei periodi estivi che in quelli invernali.

Come si realizza una pergola bioclimatica: tipologie e materiali
Le pergole bioclimatiche si distinguono sostanzialmente in due grosse famiglie, ovvero le cosiddette pergole addossate e quelle autoportanti. La differenza tra le due sta nel fatto che, nel primo caso, la pergola per come è fatta non è in grado di sostenere se stessa e i carichi su essa agenti, quindi deve farsi aiutare da una struttura esistente con capacità autoportanti, come per esempio potrebbe essere il fabbricato principale. In questa condizione, le pergole addossate possono essere intese come dei veri e propri prolungamenti del corpo principale su cui queste si innestano. Viceversa, nel caso di pergole autoportanti non c'è necessità di avere un supporto strutturale addizionale, in quanto la pergola ha capacità portante a se stante. Nella fattispecie, le strutture a servizio di questa tipologia sono fondamentalmente costituite da 4 colonne d'angolo nella zona di interesse, collegati tra di loro per il tramite di travi che fungono anche da perimetro alla copertura regolabile. Altra differenza tipologica solitamente presente è dettata dalla geometria della copertura, che può essere inclinata ovvero orizzontale, a seconda delle esigenze e del progetto architettonico.
La realizzazione di questa tipologia di sistemi avviene solitamente con materiali sufficientemente leggeri, quali l'alluminio o il legno. In altri casi, si può ricorrere all'utilizzo dell'acciaio, magari quando si ha a che fare con importanti estensioni planimetriche della struttura. Gli elementi di finitura sono spesso realizzati in vetro: si ottiene in questo modo un involucro energeticamente robusto, utilizzabile sia in periodi estivi che invernali.

a cosa serve l'architettura bioclimatica
A prescindere dalle differenti tipologie costruttive che si possono incontrare nella realizzazione di una pergola bioclimatica, tutte queste costruzioni sono accomunate dall'applicazione del medesimo concetto, che è quello di architettura bioclimatica: un metodo di progettazione edile/architettonico che mira ad utilizzare le risorse naturali presenti nel sito di costruzione per massimizzare le prestazioni energetiche dell'immobile, cioè per realizzare costruzioni che abbiano un adeguato confort termico (a prescindere dalla stagione di riferimento) ma allo stesso tempo siano in grado di minimizzare l'impatto ambientale in termini di produzione di CO2, ovvero emissioni di gas generici, rappresentativi dei prodotti di scarico delle operazioni che permettono il raggiungimento delle prestazioni energetiche richieste. In sostanza, l'applicazione di concetti di architettura bioclimatica permette di valutare in maniera razionale il posizionamento di un edificio considerando come condizione di input i dati climatici del luogo. Eccone alcuni come esempio:
- Quali venti dominano la zona di interesse;
- Il ruolo del Sole ed il suo percorso durante la giornata;
- Le temperature medie stagionali e le condizioni di picco, nonché le eventuali escursioni termiche durante il giorno;
- L'umidità relativa del sito;
- La frequenza e la tipologia di precipitazioni atmosferiche.