
La guerra in Ucraina e il conflitto nella Striscia di Gaza hanno spinto il business delle armi a livello mondiale: secondo quanto riportato nell'ultimo rapporto del SIPRI (Stockholm International Peace Research Institute), nel 2024 i primi 100 produttori di armi al mondo hanno fatturato 679 miliardi di dollari (circa 582 miliardi di euro al cambio attuale), con ricavi in crescita del 5,9% rispetto al 2023. Si tratta dell'importo più alto mai registrato dall'Istituto di ricerca – che ha iniziato le sue rilevazioni negli anni '90.
A livello globale, gli Stati Uniti si confermano i leader del settore, con 39 società USA che si posizionano nella top 100 delle aziende produttrici e ricavi complessivi per 334 miliardi di dollari (290 miliardi di euro).
Gli Stati Uniti restano leader nel settore armi: la classifica globale
Nel corso degli ultimi 10 anni, il business delle armi è cresciuto in maniera significativa: tra il 2015 e il 2024, i ricavi mondiali provenienti dagli armamenti sono aumentati del 26%.
Complessivamente, gli incrementi maggiori di fatturato sono stati registrati da Giappone (+40%) e Germania (+36%): ciononostante, gli Stati Uniti si confermano leader mondiali coprendo una fetta di ricavi pari al 49% del mercato totale. Menzione speciale per SpaceX, l'azienda di Elon Musk, che ha raddoppiato le entrate derivanti dagli armamenti, posizionandosi al 77° posto globale. In particolare, grazie allo sviluppo di tecnologie satellitari per il settore della difesa, SpaceX ha incassato 1,8 miliardi di dollari, ovvero il +103% rispetto al 2023.
Oltre agli USA, nella top 5 si posizionano la Cina, il Regno Unito, la Russia e la Francia. Tra l'altro, per la prima volta dal 2018, tutte le prime 5 aziende produttrici di armi – Lockheed Martin Corp., RTX, Northrop Grumman Corp., BAE Systems e General Dynamics Corp. – hanno registrato una crescita del loro giro d'affari, per un totale di 213,4 miliardi di dollari (circa 183 miliardi di euro).
L'unico continente ad aver registrato una flessione, invece, è l'Asia: il fatturato totale delle 23 aziende produttrici di armi con sede in Asia è diminuito dell'1,2%, scendendo a 130 miliardi di dollari (111,5 miliardi di euro). Questo calo regionale è stato causato principalmente da una diminuzione dei ricavi delle imprese cinesi attive nel settore, a seguito di alcune indagini per corruzione che hanno portato al rinvio o alla cancellazione di diversi contratti per la fornitura di armamenti.
A chiudere il Medio Oriente, con 9 aziende nella top 100 dei produttori – il numero più alto mai registrato per questa regione –, e un incremento delle vendite pari al 14% tra il 2023 e il 2024. In particolare, le aziende israeliane hanno registrato 16,2 miliardi di dollari di fatturato (+16%), un aumento attribuibile sia al conflitto nella Striscia di Gaza, ma anche alla crescente domanda globale di equipaggiamenti militari israeliani, come i droni militari Elbit Hermes 900 o i sistemi di difesa anti-UAV (Unmanned Aerial Vehicles).
La produzione di armi in Europa e la posizione dell'Italia
Guardando invece all'Europa, le 25 aziende europee inserite nella top 100 hanno visto un aumento delle vendite pari al 13%, per un totale di 129,5 miliardi di euro. Questo è anche dovuto al fatto che il 65% delle compagnie europee produttrici di armamenti ha ampliato la propria capacità produttiva.
In questo contesto, l'Italia si posiziona come il 6° Paese per vendita di armi: il 2,5% del fatturato globale prodotto dalla vendita di armamenti nel 2024 è stato generato dall'Italia, pari a circa 14,5 miliardi di euro. Nello specifico, tra il 2023 e il 2024 i ricavi italiani provenienti dagli armamenti sono aumentati del 9,1%, come visibile nel grafico qui sotto.
E, dopo che la NATO ha concordato l'aumento delle spese militari al 5% del PIL, questo giro d'affari è destinato a salire ulteriormente.