Ogni maglietta presenta al suo interno un'etichetta su cui c'è scritta la composizione del materiale di cui è fatta. Fin quando si tratta di lino o cotone il gioco è semplice. Ma se iniziassimo a parlare di poliestere, viscosa, nylon e acrilico?
Spesso quando acquistiamo un capo di abbigliamento ne immaginiamo le caratteristiche un po' per esperienza. Le cose si complicano quando facciamo shopping online e non possiamo nemmeno toccare con mano gli indumenti. Per rendere i nostri acquisti più consapevoli, in quest'articolo troviamo una piccola guida ai tessuti più utilizzati per realizzare un capo semplice come una T-shirt.
La differenza tra tessuti naturali, artificiali e sintetici
La prima cosa da capire è la differenza tra i tessuti impiegati per realizzare un capo d'abbigliamento. L'origine delle fibre di cui è composto un tessuto ne determina la classificazione in naturale, artificiale o sintetico.
Fibre naturali
Le fibre naturali sono materiali (animali e vegetali) già esistenti in natura e sono caratterizzate da una buona resistenza all'usura e da una bassa elasticittà. Il filato è prodotto lavorando meccanicamente la fibra, senza modificarne la struttura chimica.
Le fibre possono essere di origine animale, come nel caso di angora, cashmere o seta, o vegetale, come cotone, juta o lino.
Fibre artificiali
Le fibre artificiali sono realizzate partendo da prodotti naturali (come la cellulosa del cotone) che vengono processati chimicamente, realizzando delle soluzioni che vengono filtrate e poi fatte rapprendere. In questo modo si generano dei fili, come quelli di acetato o viscosa. Solitamente non sono molto resistenti e possono facilmente restringersi o allentarsi ma riescono a trattenere bene il calore del corpo. Mentre il cotone o il lino hanno bisogno di alte temperature per stirarsi, le fibre artificiali si stirano con ferro tiepido perché l'alta temperatura può deformarle.
Fibre sintetiche
Infine le fibre sintetiche sono completamente realizzate in laboratorio. Il materiale viene da composti derivati dal petrolio ridotti in filamenti più o meno lunghi. Tra le fibre sintetiche troviamo acrilico, elastan, poliestere e poliammide. Le fibre sintetiche sono quelle più flessibili e resistenti. Non trattengono il calore del corpo e quindi sono molto usate per l'abbigliamento estivo (come le magliette). Le T-shirt sintetiche infatti non si stropicciano troppo e spesso non è necessario nemmeno stirarle.
Siccome ogni tipologia di fibra ha caratteristiche positive e negative, spesso di tende a mischiare le fibre tra di loro, ottenendo combinazioni inedite.
La top 5 dei tessuti per le magliette
Se visitiamo un qualsiasi e-commerce che ci permetta di filtrare gli abiti per tessuto, vedremo quali sono le fibre più usate per la loro produzione. Possiamo quindi identificare 5 tessuti tra i più utilizzati per realizzare una T-shirt. Alcuni di questi sono più usati per le magliette sportive, altri per le magliette che indossiamo tutti i giorni.
Il cotone
Il cotone è la fibra vegetale per eccellenza, ottenuta dalle capsule mature della pianta di cotone, dove cresce il batuffolo che sarà lavorato.
Il cotone è leggero, morbido, assorbente. La fibra si usura ma non si strappa ed è molto usata per le magliette perché protegge bene dal caldo – anche se, come tutte le fibre naturali, tende a restringersi se lavato a temperature sbagliate. Inoltre dal punto di vista tecnico il cotone è poco elastico e si sgualcisce e proprio per questo esistono degli escamotage per migliorarne le prestazioni. Il jersey è uno di questi: è un tipo di intreccio di fili a nido d'ape che consente al cotone di acquisire elasticità in tutte le direzioni.
In alternativa, per rendere elastico questo tessuto, si intrecciano fili di cotone con fili di altre fibre sintetiche. Una tra queste è l'elastan (o Lycra), usata per elasticizzare i tessuti.
Poliestere
Si tratta di una fibra sintetica costituita da molecole di Polietilene-tereftalato. Questo nome vi dice niente? Lo conosciamo tutti come PET. Ebbene, il poliestere è fatto dello stesso materiale delle bottiglie in plastica!
Per produrre il poliestere la plastica viene sciolta ed estrusa da minuscoli fori da cui esce sotto forma di filo. Anche se si tratta di un materiale non naturale, il poliestere, come la plastica PET, può essere riciclato.
Il poliestere resiste bene a trazione ed è anche molto elastico. Dopo essere stato stropicciato ha la capacità di recuperare la sua forma originale e quindi non fa troppe pieghe. Le magliette per l'abbigliamento sportivo sono spesso in questo materiale e un grande vantaggio è che non c'è bisogno di stirarle. In più, a differenza del cotone, si asciugano subito dal momento che questo materiale è impermeabile.
Nylon
La poliammide è una fibra sintetica brevettata negli anni '30. Si chiama così perché le molecole di cui è composta contengono il gruppo ammidico. La sua sigla è PA e con questo materiale vengono fatti i collant, i costumi da bagno, molti capi di abbigliamento sportivo oppure le magliette.
Al contrario del poliestere, il nylon è igroscopico, ossia assorbe l'acqua.
La resistenza a rottura e a deformazione è molto alta: infatti è un tessuto elastico. Si può anche non stirare e si lava e asciuga senza problemi. Spesso nelle magliette lo troviamo in maglia mista insieme ad altre fibre come il cotone.
Viscosa e acetato
Entrambi sono prodotti dalla fibra artificiale di rayon.
Il rayon si ricava della cellulosa. Nonostante l'origine sia naturale, la sostanza attraversa un trattamento chimico. Si crea una sorta di pasta che viene estrusa allo stesso modo delle fibre sintetiche, fino ad ottenere i fili. Questa fibra ha una bassa resistenza all'usura: si parla di circa 1/10 rispetto al cotone (Moretti S. 2021).
Tra i diversi tipi di rayon distinguiamo due protagonisti per la produzione delle T-shirt: viscosa e acetato. La viscosa è poco resistente e molto deformabile se lavata male.
L'acetato è più simile alle fibre sintetiche. Riflette molto la luce, infatti sembra quasi lucido e viene impiegato spesso nei misti seta per prodotti più economici. In effetti tutte le fibre di rayon sono state pensate come alternativa economica alla seta e infatti sono note anche come "seta artificiale".
Conoscere i tessuti aiuta ad acquistare in maniera più consapevole
L'industria tessile inquina, e anche molto. Basti pensare che per produrre una sola T-shirt servono circa 2700 litri di acqua, ovvero la stessa quantità di acqua che una persona potrebbe bere in 2 anni e mezzo! (European Parliament, 2022)
Il problema si amplifica se si pensa che il riciclo dei vestiti – o la rigenerazione – è un processo non ancora molto utilizzato. Questo significa che scegliere i nostri capi di abbigliamento in maniera consapevole è ancora più importante.