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1 Dicembre 2025
6:00

Qualità della vita, Milano è la città dove si vive meglio secondo un’indagine dell’Università Sapienza

Nell'indagine condotta dall'Università La Sapienza, la classifica sulla qualità della vita mostra Milano prima, seguita da Bolzano e Bologna. All'ultimo posto troviamo invece Caltanissetta, dove lavoro e sicurezza continuano ad influire negativamente.

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Qualità della vita, Milano è la città dove si vive meglio secondo un’indagine dell’Università Sapienza
qualità della vita milano

Milano si conferma in cima alla classifica della qualità della vita in Italia. Secondo l’indagine 2025 di ItaliaOggi–Ital Communications e Università La Sapienza, il capoluogo lombardo supera Bolzano e Bologna. In fondo alla graduatoria, invece, c’è Caltanissetta. Per stilare la classifica vengono presi in considerazione diversi criteri tra cui lavoro, salute, turismo, istruzione e sicurezza.

L’indagine sulla qualità di vita 2025 in Italia

Ogni anno ItaliaOggi – Ital Communications, in collaborazione con l’Università La Sapienza di Roma, analizza la qualità della vita in tutte le 107 province italiane. L’indagine si basa su 92 indicatori, raggruppati in nove grandi aree, che valutano dove si vive meglio in base a:

  • Lavoro
  • Ambiente
  • Istruzione
  • Popolazione
  • Reati
  • Sicurezza
  • Reddito
  • Salute
  • Turismo

Il metodo di classificazione è semplice: alla provincia con la performance complessiva migliore vengono assegnati 1000 punti, mentre a quella peggiore 0 punti. In base al punteggio raggiunto, le provincie vengono poi suddivise in quattro fasce di qualità di vita: Buona, Accettabile, Discreta, Insufficiente.

Rispetto al 2024, la media nazionale è scesa di 30 punti e i dati ci dicono che solo 60 province rientrano nelle fasce buona o accettabile: significa che quasi metà del Paese non riesce a garantire livelli adeguati di qualità della vita.

C’è però un segnale positivo: nel 2025 quasi tutte le province hanno registrato un miglioramento, in media superiore a 150 punti.

La classifica delle città e i criteri di valutazione

La parte alta della classifica della qualità di vita è dominata dalle provincie del Nord. Milano conferma il primo posto, trainata dal primato nel reddito e da un miglioramento nell’istruzione, che la colloca al secondo posto in Italia per questa area dietro solo a Bologna. E proprio il capoluogo di regione dell’Emilia Romagna è la new-entry sul terzo gradino del podio, salendo di una posizione grazie anche ad un salto di qualità nella salute (+32 posizioni), nell’ambiente (+7) e nel turismo (+6). Se Milano però conferma un punteggio fuori dalla top 30 per lavoro e reati, a Bologna le aree più critiche restano sicurezza sociale e reati.

Sul secondo gradino del podio si conferma Bolzano, che eccelle per turismo, ambiente, popolazione e lavoro, e guadagna anche 20 posizioni nella categoria del reddito, dove arriva seconda in Italia. A penalizzarla è però la salute e soprattutto l’area dei reati e sicurezza, in forte calo. Nella parte alta della classifica il Nord-Est consolida invece la sua posizione con Trento, Padova e Verona (rispettivamente 6°, 7° e 8° posto), mentre la new entry della top ten è Reggio Emilia, che guadagna ben 9 posizioni e conquista il decimo posto.

Nel Centro Italia, la provincia con la qualità di vita più alta è Firenze, quarta in classifica. I dati mostrano inoltre, altri due progressi importanti. Ancona è passata dalla terza alla prima posizione nazionale per la salute, mentre Ascoli Piceno raggiunge la testa della classifica nelle aree della sicurezza e dei reati, con un miglioramento rispettivamente di ben 27 e 10 posizioni. Qui le prime 10 posizioni in classifica:

Anche il Sud mostra segnali di miglioramento, ma resta indietro. Le province classificate come “insufficienti” sono ancora 22, esattamente come lo scorso anno, ma il punteggio medio complessivo è salito da 165,1 a 176,6 punti.

La realtà meridionale con la migliore qualità di vita è Pescara, nonostante perda 8 posizioni. A Isernia invece va la più alta densità di verde urbano nel capoluogo, scalando quasi metà classifica nella categoria ambiente.

In fondo alla classifica restano invece Caltanissetta, Crotone e Reggio Calabria, con un divario ancora molto ampio rispetto alla media nazionale.

Perché Caltanissetta è ultima

Nel 2025 la provincia di Caltanisetta si conferma in ultima posizione per qualità di vita. A trascinarla in fondo alla classifica sono i punteggi molto bassi in quasi tutte le categorie analizzate.

In particolare, registra punteggi particolarmente critici che la collocano oltre la centesima posizione per quanto riguarda il lavoro e la sicurezza e si conferma penultima per l’istruzione. Caltanisetta presenta anche  tra le percentuali più basse di diplomati e laureati, insieme a tassi molto elevati di disoccupati e di NEET (cioè di giovani che non studiano, non lavorano e non seguono corsi di formazione).

E quando un territorio non offre opportunità formative e lavorative, tende anche a perdere popolazione, attrattività e investimenti, generando una qualità della vita complessivamente bassa.

Tutti questi dati ci dicono che in Italia la qualità della vita oggi è ancora fortemente influenzata dal luogo in cui si vive e se Nord e parte del Centro rimangono in testa alla classifica, il Mezzogiorno pur recuperando alcune posizioni non riduce ancora davvero il divario.

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