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26 Dicembre 2025
6:00

Quando le partite di calcio venivano decise dal lancio della monetina e non dai rigori

I calci di rigore sono parte integrante del calcio: c’è chi li aspetta e chi li teme, soprattutto se decidono le sorti di una competizione dopo un pareggio in finale. In passato non erano previsti e, quindi, o si decideva di ripetere la partita o la vittoria era attribuita tramite il lancio di una moneta.

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Quando le partite di calcio venivano decise dal lancio della monetina e non dai rigori
monetina calcio

Il 23 dicembre del 1970 si giocò la partita valida per il primo turno della Coppa di Germania tra Schalke 04 e Wolfsburg, passata alla storia per essere stata la prima gara decisa dai calci di rigore. In caso di parità al termine dei tempi supplementari, infatti, non erano previsti tiri dal dischetto prima di questa data. Se si trattava di una finale, il match veniva ripetuto nuovamente, in caso di un nuovo risultato di parità o per tutti i turni a eliminazione precedenti, era il fato a decidere la squadra vincitrice tramite il lancio di una monetina. Un metodo poco diplomatico che premiò diverse squadre (tra cui l’Italia), in molteplici occasioni.

Come funzionava il regolamento prima e dopo Karl Wald

Come già accennato, la FIFA (e conseguentemente la UEFA) non prevedeva che una partita a eliminazione diretta venisse decisa dai calci di rigore. Sebbene, per chi segue il calcio odierno risulti difficile immaginare questi scenari, prima del 1970 il pubblico era abituato a vedere premiare la propria o l’altra squadra tramite un fortunoso lancio di monetina.

L’uomo che probabilmente segnò questa piccola rivoluzione nel calcio fu Karl Wald, ex arbitro tedesco. Fu sua l’idea, infatti, di sostituire l’imprevedibilità del caso con una scelta più meritocratica come quella dei tiri dagli 11 metri. Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, ci furono alcune resistenze a questo cambiamento. Ma le polemiche, sempre crescenti, a causa di sconfitte “casuali” (come quella di Israele per l’eliminazione dai Giochi Olimpici del 1968) portarono comunque, nel 1970, all’inevitabile modifica regolamentare.

Se analizziamo più approfonditamente le norme che hanno caratterizzato i passaggi di turno delle varie competizioni internazionali nel corso del tempo, ci accorgiamo che sono stati molti gli aggiustamenti volti a renderle il più equilibrate e giuste possibile. Pensiamo, per esempio, al golden goal che attribuiva il successo alla prima squadra capace di segnare una rete nei tempi supplementari, o al silver goal che, invece, consegnava la vittoria alla squadra vincente al termine del primo tempo supplementare. Un altro sistema da poco abrogato dalla UEFA prevedeva, in caso di parità nei 90’ dei turni a eliminazione diretta di una competizione (finale esclusa), che se una formazione avesse segnato più gol in trasferta rispetto all’altra, questa avrebbe avuto diritto a passare il turno.

Esempi celebri: Italia-URSS 1968

Si ricordano, nella storia, diversi episodi in cui l’esito di un’importante gara calcistica venne affidato al caso, ma sicuramente i più famosi sono due.

Il primo fa riferimento alla partita di qualificazione al Mondiale del 1954 tra Spagna e Turchia. Le due rose avevano collezionato rispettivamente una vittoria a testa e un risultato di 2-2 durane lo spareggio tenutosi a Roma, ragion per cui si optò per un sorteggio, in questo caso non con una monetina, bensì con due foglietti di carta. Venne chiamato a pescare un ragazzino italiano, Franco Gemma, che estraendo il nome della Turchia, decretò l’eliminazione definitiva degli spagnoli.

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Credit: Storia del calcio spagnolo, via Facebook

Il secondo caso ci riguarda molto da vicino visto che ha contribuito, e non poco, alla vittoria dell’Europeo del 1968 da parte della Nazionale Azzurra. Parliamo, infatti, della semifinale del torneo tra Italia e Urss, terminata a porte inviolate nei tempi regolamentari e vinta dagli Azzurri grazie al lancio di una moneta da cinque franchi svizzeri da parte dell’arbitro Tschenscher. Secondo la testimonianza dell’allora capitano Facchetti, la procedura fu addirittura ripetuta due volte, visto che al primo tentativo la moneta si fermò in verticale tra le fessure del pavimento dello spogliatoio.

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