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2 Luglio 2025
19:30

Quante e quali sono le contrade del Palio di Siena: perché hanno questi nomi

Le 17 contrade di Siena, nate da compagnie militari medievali, sono suddivisioni identitarie della città con forti radici storiche e sociali. Regolate dal bando del 1729, organizzano il Palio di Siena, iniziato il 2 luglio 2025, e numerose attività civiche. Alcune hanno titoli onorifici e simboli animali distintivi.

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Quante e quali sono le contrade del Palio di Siena: perché hanno questi nomi
palio di siena

Ha preso il via il Palio di Siena il 2 luglio 2025, si tratta della storica e appassionata corsa di cavalli in cui le contrade della città si sfidano per la vittoria nella celebre Piazza del Campo. Le contrade di Siena sono 17 e hanno origine nel Medioevo: la maggior parte porta il nome di un animale, simbolo della compagnia militare dalla quale la contrada è derivata. Le contrade, però, hanno assunto la loro forma attuale nei secoli dell’età moderna e la suddivisione del territorio, con la definizione dei confini, risale a un bando della principessa Violante di Baviera del 1729. Oggi le contrade di Siena, oltre a partecipare al palio, si occupano di varie attività a favore dei cittadini e del territorio, distinguendosi per l’importanza sociale e identitaria.

Quali sono le 17 contrade del Palio di Siena

Le contrade di Siena sono suddivisioni del territorio situato all’interno delle mura medievali. Le contrade sono diciassette:

  • Aquila
  • Bruco
  • Chiocciola
  • Civetta
  • Drago
  • Giraffa
  • Istrice
  • Leocorno
  • Lupa
  • Nicchio
  • Oca
  • Onda
  • Pantera
  • Selva
  • Tartuca
  • Torre
  • Valdimontone.

Due luoghi del centro urbano di Siena non appartengono a nessuna contrada: Piazza del campo, sulla quale ha luogo il palio, e il Duomo (la piazza sul quale il duomo sorge, però, non è territorio neutro ma apparitene alla contrada dell’Aquila).

Il territorio delle contrade. Al centro piazza del Campo (credit Sannita via Wikimedia Commons)
Il territorio delle contrade. Al centro piazza del Campo; credit: Sannita via Wikimedia Commons

Siena è inoltre tradizionalmente divisa in tre Terzi, cioè settori di territorio, ciascuno dei quali è composto da cinque o sei contrade

  • Terzo di Camollìa
  • Terzo di Città
  • Terzo di San Martino.

I Terzi hanno valore solo geografico e sono privi di funzioni sociali o amministrative.

Funzioni e organizzazione delle contrade

Le contrade hanno un ruolo di primo piano nell’organizzazione del palio, ma svolgono anche funzioni di carattere sociale e culturale: promuovono attività ricreative per giovani e anziani, si occupano della manutenzione di aree verdi e spazi all’interno del loro territorio, organizzano eventi culturali.

Dispongono diversi edifici: oltre alla sede, sul territorio di ciascuna contrada sorge una fontana usata per il battesimo contradaiolo, nonché, in molti casi, musei, associazioni (che in passato avevano la funzione di società di mutuo soccorso), oratori.

Le contrade sono guidate da figure elette democraticamente: principale autorità politica è il priore (detto "governatore" nella contrada dell'Oca e "rettore" in quella del Bruco), il cui mandato in genere dura da due a quattro anni. Il priore ha il compito di rappresentare la contrada nei confronti delle autorità e delle altre contrade. I priori delle 17 contrade compongono un organismo detto Magistrato delle contrade, incaricato di coordinare le iniziative e tutelare gli interessi comuni nei confronti delle autorità politiche, nonché di cooperare con esse nell’organizzazione del palio.

La contrada dell'Oca dopo la vittoria al Palio del 2 luglio 2007
La contrada dell’Oca dopo la vittoria al Palio del 2 luglio 2007 (Wikimedia Commons)

L’appartenenza alle contrade e il battesimo contradaiolo

Alla contrada appartengono i cittadini che abitano o sono nati nel territorio, nonché i discendenti dei contradaioli. Se un bambino nasce da genitori di contrade diverse, in genere appartiene alla contrada del genitore del suo stesso sesso (le bambine alla contrada della madre, i bambini a quella della padre), ma la norma non è sempre osservata. In alcuni casi, si può stabilire la propria appartenenza a una contrada anche per scelta spontanea.

Nella seconda metà del Novecento si è sviluppata la tradizione del battesimo contradaiolo: poiché la grande maggioranza dei neonati nasce in ospedali collocati fuori dalle mura (quindi esternamente al territorio delle contrade), è stato introdotto un rito che consente di sancire l’appartenenza del bambino alla contrada dei genitori. La cerimonia avviene presso la fontana della contrada.

La fontana della Pantera
La fontana della Pantera; via Wikimedia Commons

Origini e storia delle contrade di Siena

Le origini delle contrade risalgono al Medioevo, ma in origine non erano suddivisioni amministrative e si confondevano con le compagnie militari che controllavano il territorio.

Le prime tracce certe delle contrade come porzioni del territorio risalgono al Quattrocento, quando sono attestati per la prima volta i nomi di alcune contrade attuali: Giraffa e Chiocciola sono citate in una novella degli anni '20 del secolo; in anni successivi sono attestati altri nomi. Nel Cinquecento erano già presenti tutte le 17 contrade attuali e ne esistevano anche altre sei, che nel corso degli anni sono state soppresse: Gallo, Leone, Quercia, Orso, Spadaforte e Vipera. La loro scomparsa è dovuta, probabilmente, alla progressiva inattività (è una leggenda infondata che siano state sciolte per disordini creati in occasione di un palio). Il territorio è stato inglobato da quello delle altre contrade.

La definizione precisa del territorio delle contrade risale al 1729, quando la principessa Violante Beatrice di Baviera, che dal 1713 al 1731 detenne l’incarico di governatrice di Siena, emanò il Bando sopra la nuova divisione, e riforma de' Confini delle Contrade della Città di Siena.

Violante di Baviera
Violante di Baviera; via Wikimedia Commons

Da allora, il territorio delle contrade non ha subito modifiche, nemmeno in seguito all’espansione della città oltre i confini delle mura medievali, avvenuta nel Novecento. La proposta di istituire una nuova contrada per coloro che abitano al di fuori delle mura, avanzata nel 1929, è stata respinta.

I nomi e i titoli delle contrade

Quasi tutte le contrade portano nomi di animali, reali o mitologici. Probabilmente, tale caratteristica è dovuta al fatto che erano i simboli delle compagnie militari medievali, dalle quali le contrade derivano. Tre contrade, però, non hanno nomi di animali: la Torre, perché nel suo territorio sorgeva una torre; l’Onda, perché deriva da compagnie militari incaricate di sorvegliare il litorale tirreno; Valdimontone, forse per la presenza di un castello di proprietà di un tale Montone Piccolomini, oppure, secondo un’altra teoria, per la presenza, in epoca medievale, di pastori che pascolavano montoni.

Alcune contrade accompagnano il nome con un titolo conferito da un’autorità. Più specificamente sono 4:

  • L’Aquila, per le accoglienze offerte all’imperatore Carlo V nel 1536;
  • Il Nicchio, per il valore mostrato dai suoi soldati alla battaglia di Montaperti del 1260;
  • L’Oca, in memoria della partecipazione alla battaglia di Montemaggio del 1145;
  • Il Bruco, per il contributo dei suoi abitanti alla sconfitta di Carlo IV di Boemia nel 1369.
Bandiere del Bruco (Credit Razzairpina via Wikimedia Commons)
Bandiere del Bruco; credit: Razzairpina via Wikimedia Commons

Altre quattro contrade invece si fregiano di titoli diversi:

  • La Civetta porta il titolo di priora perché nel 1887 ospitò le prime riunioni del comitato dei priori (oggi Magistrato delle contrade);
  • L’Istrice ha il titolo di sovrana perché sul suo territorio si trova la sede locale del Sovrano ordine militare di Malta;
  • La Giraffa porta il titolo di imperiale perché vincitrice del palio del 2 luglio 1936, dedicato alla «conquista dell’impero» (cioè l’occupazione dell’Etiopia da parte dell’Italia fascista);
  • L’Onda si fregia del titolo di capitana perché alle sue compagnie militari era affidata la difesa della porzione del palazzo pubblico dove aveva sede il capitano di giustizia.

Le restanti nove contrade non portano titoli specifici.

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