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I colori sono una percezione visiva, cioè una “traduzione sensoriale” nel nostro cervello di una grandezza fisica che è la lunghezza d'onda della luce all'interno di una determinata banda di frequenze (la cosiddetta “luce visibile”). Ma quanti sono i colori? La risposta è molto complessa, perché dobbiamo ricordare che, innanzitutto, i colori tecnicamente non esistono. Quello che esiste sono le diverse lunghezze d'onda di cui è composta la luce, che non sono suddivise in categorie separate ma formano un continuo. Quindi tecnicamente i colori sono infiniti, ma quelli che possiamo effettivamente distinguere dipendono dal nostro occhio. In questo senso, quindi dobbiamo considerare la potenzialità massima della nostra percezione: la risposta più gettonata è che questa ci porti a vedere 10 milioni di colori, ma le persone affette da tetracromia avrebbe il potenziale di percepirne anche 100 volte di più.
Non solo i colori dell'arcobaleno: cos'è un colore dal punto di vista fisico
Dato che il colore dipende da chi lo percepisce, rispondere è quindi molto meno facile di quanto possa sembrare, e tocca ammettere che noi non conosciamo il numero esatto dei colori. Pensate, questa difficoltà vale persino per le cose che consideriamo più certe e banali, come l'arcobaleno. Tradizionalmente c'è questa idea che nell'arcobaleno ci siano sette colori, individuati da Isaac Newton disperdendo la luce solare con un prisma (proseguendo studi che risalgono ad Aristotele): rosso, arancione, giallo, verde, blu, indaco, viola.

Eppure questa è un'imprecisione, e nemmeno tanto sottile: i colori che vediamo quando appare l'arcobaleno sono il risultato della scomposizione della luce nelle sue diverse lunghezze d'onda individuali, che ci fornisce uno spettro di colori che va dalle lunghezze d'onda più corte del blu e del viola fino alle lunghezze d'onda più lunghe del rosso: noi vediamo solamente quelli che rientrano nella nostra "luce visibile", che comprende le sfumature da 380 a 780 nanometri di lunghezza d'onda. E quindi, per semplicità, li abbiamo raggruppati nelle sette tonalità classiche: ma solo perché non ne vediamo di più, non vuol dire che queste siano le uniche presenti o che – come si legge ogni tanto – alcuni colori "non esistano" perché non compaiono nell'arcobaleno (è il caso del povero magenta). Come spesso accade in natura, è tutta una questione di spettro e di prospettiva.
Come vediamo i colori? Coni e bastoncelli
Se diciamo che il colore è un tema di prospettiva, bisogna capire come facciamo a vedere i colori. Quando un raggio di luce solare bianca (che, ricordiamo, contiene in sé tutti i colori) colpisce un oggetto, il materiale di cui è fatto quell'oggetto assorbe la maggior parte delle lunghezze d'onda e riflette il resto. Per esempio, se vediamo una bottiglia di colore blu, sappiamo che il materiale di cui è fatta sta riflettendo le lunghezze d'onda blu e assorbendo tutte le altre.
Quelle onde luminose, riflesse dal sole, rimbalzano direttamente nei nostri occhi. Nello specifico, entrano dalla cornea, passano dalla pupilla e arrivano alla parte posteriore dell'occhio, dove c'è un tessuto chiamato retina. Qui ci sono delle cellule speciali dette bastoncelli e coni, il cui compito è proprio individuare la luce e comunicare le sue caratteristiche al cervello. I coni in particolare contengono dei fotopigmenti (ovvero molecole che rilevano il colore), che sono diversi tra loro: gli esseri umani hanno in genere tre tipi di fotopigmenti: rosso, verde e blu, e ogni tipo di cono è sensibile a diverse lunghezze d'onda della luce visibile.

Quando la luce li colpisce, i coni inviano segnali elettrici al cervello attraverso il nervo ottico, che è collegato direttamente a una parte del cervello detta talamo e quindi alla corteccia visiva e alla corteccia prefrontale. È così che vediamo i colori, capiamo le forme e colleghiamo le informazioni che arrivano dai nostri sensi a pensieri o ricordi. Dato che dipendono dalla percezione personale, può capitare che (al di là di variazioni importanti, come il daltonismo) due persone diverse vedano i colori in modo più o meno diverso tra loro.
Quanti colori possiamo percepire?
Quindi già ci ritroviamo davanti a una domanda diversa. E cioè: quanti colori possiamo percepire? Per misurare la nostra percezione dei colori, dobbiamo ricordare, come dicevamo sopra, che la luce all'interno dello spettro per noi visibile viene percepita dai coni nelle tre diverse categorie dei fotopigmenti. Come riportato dall'American Academy of Ophtalmology, si stima che gli esseri umani possano distinguere fino a 10 milioni di colori.
Però ci sono delle eccezioni: i ricercatori stimano che fino al 12% delle donne abbia in realtà 4 tipi di coni nella retina anziché 3: una mutazione detta tetracromia. Queste persone avrebbero il potenziale di percepire 100 volte più colori rispetto al resto di noi. Questa prima differenza così radicale lascia intuire le potenzialità di percezione dei colori: anche gli animali vedono colori diversi dai nostri, potenzialmente molto più numerosi (anche se il mito delle cannocchie che vedono milioni di colori più di noi è stato sfatato). E quindi ci risiamo: quanti colori esistono? Beh, virtualmente, infiniti.