Vi è mai capitato di trovarvi nel reparto macelleria di un supermercato e lasciarvi ingolosire dal rosso succulento di una bistecca, per poi scoprire una volta a casa che lo stesso pezzo di carne ha in realtà tutt’altro colore? Niente paura: al netto della freschezza, il trucco sta tutto nell’illuminazione. O meglio, nel modo in cui il colore risulta ai nostri occhi. Per capirci: la bistecca non è rossa, ma “appare” tale. La scienza del colore studia tutti questi aspetti e ci aiuta a dare una risposta sensata ad una domanda banale solo in apparenza: “Di che colore è?”. Per capire cosa s’intende, facciamo un passo indietro.
La percezione del colore
Siamo abituati a pensare che il colore sia una proprietà intrinseca degli oggetti che vediamo, ma non è così. Il colore in realtà è una percezione che si crea nel nostro cervello nel momento in cui i fotorecettori della nostra retina (cioè le cellule sensibili alla luce) vengono stimolati da una luce proveniente da un oggetto. Ciò significa che la percezione del colore si forma a livello del nostro cervello, il quale rielabora le informazioni provenienti dai fotorecettori del nostro occhio.
Poiché si tratta di percezioni, è inevitabile che la sensazione del colore venga interpretata in modi diversi dalle persone. Questo può dipendere da diversi fattori, sia individuali sia esterni.
I primi determinano una diversa percezione del colore da persona a persona. Possono derivare dalla fisiologia dell’occhio umano, dalle cellule fotosensibili che sono presenti nella nostra retina (quante sono e come sono distribuite) e da come il nostro cervello interpreta lo stimolo luminoso che arriva attraverso le pupille in base alla sua esperienza pregressa.
I fattori "esterni" dipendono invece da come la luce interagisce con l’ambiente e da come viene modificata dagli oggetti nelle sue proprietà fondamentali prima di arrivare al nostro occhio.
Sorvolando sulle questioni fisiologiche, concentriamoci su come si forma il colore e sull’esperienza che ne facciamo quotidianamente.
I tre “ingredienti” del colore
Per essere percepito, il colore necessita sempre di tre ingredienti. Prima di tutto serve una sorgente che emetta una radiazione luminosa, come può essere il sole, ma anche una lampada (come nell'immagine sottostante) o una candela.
Poi serve un oggetto che interferisca con la radiazione emessa dalla sorgente: la luce rimbalza sulla sua superficie, e da questa interazione le proprietà della luce ne usciranno irrimediabilmente modificate.
A questo punto serve un fotosensore che rilevi la parte di luce riflessa dall’oggetto e trasmetta l'informazione al cervello. Tutti noi abbiamo sempre a portata di mano un fotorivelatore (no, la videocamera del cellulare è il secondo esempio). Il primo è proprio il nostro occhio, con cui facciamo un’esperienza quotidiana del colore!
Senza luce non ci sono colori
Come abbiamo detto, la presenza di una sorgente luminosa è un elemento imprescindibile per creare la sensazione del colore. Senza la luce non siamo in grado di percepire i colori; per questo in condizioni di bassa luminosità tutto sembra grigio.
Prendiamo un altro esempio: un foglio bianco illuminato da una luce verde. Il foglio verrà percepito come verde, tornerà ad apparire bianco quando lo illumineremo con una luce bianca. Ciò dimostra come il colore non sia una proprietà intrinseca dei corpi ma che al contrario dipende dal tipo di luce che utilizziamo per poterli vedere. È la tipologia di luce che ne fa cambiare la percezione. Successivamente, i componenti cromatici dell’oggetto interagiscono con la luce che li investe, assorbendo selettivamente alcune lunghezze d’onda e riflettendone o trasmettendone altre. La parte di luce riflessa o trasmessa è ciò che alla fine il nostro occhio percepisce.
Perché al supermercato la carne è illuminata di rosa?
Il colore del cibo al supermercato non fa eccezione. L’illuminazione influisce in maniera determinante sull’aspetto dei prodotti esposti: al banco della carne può succedere che vengano impiegate lampade appositamente studiate per esaltare meglio le componenti rosse della carne, mentre il tipo di illuminazione delle nostre case potrebbe al contrario far risaltare le componenti più brunastre rendendo la carne meno appetibile. Niente paura, basterà riportare la carne alla luce del sole per vedere il nostro piatto riacquistare, se non tutto, buona parte del colorito che tanto ci ha attratto.
Proprio grazie alla scienza del colore, la prossima volta alla domanda “di che colore è” risponderemo “il colore non è, sembra.”