;)
In seguito al violento terremoto di magnitudo 8.8 registrato nella penisola russa del Kamchatka, uno dei dubbi più diffusi è quello relativo al tempo di arrivo di uno tsunami sulla terraferma. Infatti qualcuno potrebbe pensare che queste onde siano in grado di raggiungere le coste nel giro di pochi istanti, quando in realtà per i Paesi più lontani dall'epicentro è possibile che passino svariate ore. Ma come è possibile? Vediamo la formula per ottenere questo valore.
Come si formano gli tsunami
La prima cosa da tenere a mente è che gli tsunami nella maggior parte dei casi si formano in seguito a terremoti: quando una faglia si attiva su un fondale marino può dar vita a uno "scalino", la cui altezza è legata alla violenza del terremoto. Si può quindi passare da uno scalino di pochi millimetri ad altri di diversi metri – come è probabilmente accaduto nel caso odierno.
La formazione di un gradino subacqueo causa il rapido spostamento di tutta la colonna d'acqua che lo sovrasta: è così che prende il via il treno di onde che caratterizza uno tsunami.
A questo punto le onde iniziano a propagarsi in ogni direzione, raggiungendo un'enorme quantità di coste lontane anche centinaia di km. Tanto per fare un esempio, ecco un video che mostra la propagazione dello tsunami del 2011 in Giappone:
Il calcolo della velocità dello tsunami
Una volta che le onde sono in viaggio, la loro velocità può variare a seconda di diversi fattori, anche se quello più importante è senza dubbio l'altezza della colonna d'acqua: più questa è alta, maggiore sarà la velocità dello tsunami. Il NOAA fornisce anche una formula che ci permette di calcolare con maggior precisione questo valore:

Dove v è la velocità dello tsunami, g l'accelerazione di gravità (un valore costante che vale 9,81 m/s2) e infine h, che indica l'altezza della colonna d'acqua. Con questa formula è possibile provare a fare qualche esempio per vedere come varia la velocità dello tsunami al variare della profondità oceanica:

Una volta calcolata la velocità, il gioco è fatto. Infatti sapendo questo valore e la distanza tra l'epicentro dello tsunami e la costa, possiamo calcolare senza problemi i tempi di arrivo. Ipotizzando ad esempio una velocità di 713 km/h (pari quindi a una profondità di 4000 metri), i tempi di percorrenza sono:

Allo stesso tempo è giusto chiarire che, una volta raggiunte le acque più basse prossime alle coste, la velocità dello tsunami cala drasticamente ed è normalmente compresa tra i 20 e i 50 km/h. Questi valori potrebbero sembrare bassi, ma se consideriamo che l'altezza del muro d'acqua può essere anche di diversi metri, è chiara la potenza distruttiva di questi fenomeni. Ovviamente questa formula è un'approssimazione, legata soprattutto al fatto che la profondità dell'Oceano non è costante lungo tutto il percorso, ma può aiutarci ad avere un'idea a grandi linee dei tempi di percorrenza del sisma.
Attenzione: questi dati ci danno informazioni in merito al tempo di arrivo di uno tsunami ma non in merito alla sua altezza. Solitamente maggiore è la distanza dall'epicentro, minore è l'altezza con cui queste onde si abbattono sulle coste.